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Nelle notti profumate PARLIAMO DEI NOSTRI ALBERI Nelle notti profumate Nelle sere e nelle notti di prima estate, molte delle nostre passeggiate sono deliziate dal profumo che diffondono gli oltre 10 mila tigli di Torino, presenti, in particolare, con tre specie: la *Tilia hibrida- (nel corsi Lecce, Orbassano e Re Umberto, ad esempio), quella «dasystyla- (corso Racconigi), ed 'argentea- (corso Massimo d'Azeglio). Le origini della fama del tiglio (dal greco *ptilen», -ala», per i peduncoli che madre natura ha fornito alle infiorescenze, per facilitarne l'inseminazione con il vento), si perdono nell'antichità: citato da Plinio e Virgilio, dal greco Teofrasto (che lo collocava, erroneamente, addirittura nei giardini di Babilonia), era considerato sacro press* 1 Slavi ed i Germani. Al riparo delle sue chiome si facevano danze e si formulavano giudizi; i suoi rami, preziosi talismani, potevano allontanare le streghe dai boschi. Sulla schiena di Sigfrido, mentre si bagnava nel sangue del drago, cad¬ de una foglia di tiglio, e fu quello l'unico punto, a lui poi fatale, in cui rimase vulnerabile. La sua corteccia, da tempo immemorabile, veniva macerata per fabbricare panieri, tappeti, corde tanto resistenti, si pensava, da poter legare anche il diavolo. Il legno, bianco e leggero ma omogeneo e flessibile, poco soggetto ai tarli, è molto usato nell'ebanlsttca, per intagli, sculture, per casse di risonanza e tasti di pianoforte. I medici antichi, sempre pronti a lodi esagerate, pensavano che l'infuso del fiori potesse guarire l'epilessia: è comunque un ottimo sedativo, ma bisogna essiccare i fiori all'ombra, per preservare la fragranza dell'olio. Un tiglio raggiunge i 40 metri di altezza, ma in città è un po' sacrificato, perché soffre le drastiche potature e i forti calori estivi provocati dall'asfalto; è tuttavia un albero molto longevo: a Staffelstein, in Germania, ne esisterebbe uno di addirittura 1600-1900 anni. c. g. l n.i fila di tigli in corso Massimo d'Azeglio e (in alto) il disegno di una foglia