I comunisti rinviano i contì a dopo il voto sul Quirinale di Alberto Rapisarda

I €omunisti rinviano i €ontì a dopo il voto sul Quirinale Sarà il Comitato centrale, in luglio, a definire nuove strategie I €omunisti rinviano i €ontì a dopo il voto sul Quirinale ROMA — La sconfitta è stata vera sconfitta o solo una non vittoria? Per l'intera mattinata di Ieri la direzione del pel ha cercato dì chiarirsi le idee su come valutare il risultato del referendum. E' prevalsa la scelta «morbida» di non drammatizzare, almeno per il momento. La discussione sulla strategia del partito e sulle tattiche immediate è demandata al Comitato centrale, che verrà convocato a luglio dopo l'elezione del Presidente della Repubblica. Sino ad allora sembra prevalere la lettura del risultato di domenica scorsa come una «non vittoria». Ha introdotto i lavori il responsabile del dipartimento economico Alfredo Reichlin con toni misurati. Gli altri Intervenuti, a quanto pare, lo hanno seguito su questa strada. L'ala destra, per esemplo, non ha attaccato, né lo ha fatto il filo-sovietico Cossutta. I conti sono rinviati. Per ora incombe la nuova scadenza della elezione del successore di Pertini. L'analisi prevalente nel pel è quella illustrata da Reichlin. Il quale ha riconosciuto che il «no» ha avuto un successo significativo, che avrà un peso nello scontro politico e sociale in atto, e che la de assieme alla Cisl ha dato un contributo determinante alla vittoria del «no» all'abrogazione. La ritrovata compattezza dell'elettorato democristiano ha fortemente impressionato i comunisti, i quali ammettono che il loro voto operalo «non ha avuto forza trainante nei confronti degli altri ceti produttivi*. Quindi, bisogna fare i conti con queste forze del «no». E' quel che avrebbe detto il segretario generale della Cgll Luciano Lama, Invitato a partecipare alla direzione assieme ai segretari regionali di Lazio (Berlinguer), Lombardia (Vitali) e Liguria (Speciale). L'occasione è propizia per tentar di rimettere insieme i cocci dell'unità sindacale, avrebbe In pratica detto Lama, 11 quale ha preannunziato iniziative unitarie a breve termine che dovrebbero favorire piattaforme rivendicative unitarie. Sul tavolo del membri della direzione c'era ieri lo studio sul «flussi elettorali» condotto dal prof. Braghi, dell'Università di Milano. Da questi i dirigenti del pei hanno appreso che l'elettorato de è anche più stabile di quello, cor munlsta, in termini percentuali. In cifre assolute, rispetto al 12 maggio, non hanno rispettato le Indicazioni del partito un milione e mezzo di elettori comunisti (che hanno votato «no»), un milione e settecentomlla democristiani (che hanno votato «si»), due milioni di socialisti schierati col «si». Quest'ultimo dato ha provocato reazioni ironiche da parte dei socialisti. «Gli indimostrabili dati forniti dal pei dimostrano soltanto che i comunisti possono anche accettare una sconfitta, purché la stessa non sia una vittoria dei socialisti*, ha detto l'on. Tiraboschi, capo della segreteria politica socialista. E Salvo Andò ha aggiunto: •/ comunisti sembrano sostenere che un referendum non si indice per vìncerlo, ma per contarsi. Singolare teoria*. Nel pomeriggio la direzione del pel si è occupata della presidenza della Repubblica e di come formare la delegazlpne-chc dov^à. .trattare, con gli altri,partiti. Basteranno il .segretario1 '.Na,tta!..cón i. capi» gruppo Napolitano e Chiaromonte o dovranno intervenire altri per.non dare una prevalenza all'ala «destra» del partito? Va ricordato, tuttavia, che Chlaromonte non può più essere assegnato a pieno titolo a'questo schieramento, dato che ha Inviato una lettera a Natta per segnalargli un suo-cauto spostamento versò 11 «centro». Alberto Rapisarda

Persone citate: Alfredo Reichlin, Berlinguer, Chiaromonte, Cossutta, Lama, Luciano Lama, Pertini, Reichlin, Salvo Andò, Tiraboschi

Luoghi citati: Lazio, Liguria, Lombardia, Milano, Roma, Vitali