Il Fmi salva l'Argentina di Ennio Caretto

Il Fmi salva l'Argentina Il governo di Buenos Aires ha accettato il piano di austerità Il Fmi salva l'Argentina Ora verserà il prestito di 2400 miliardi di lire bloccato nei mesi scorsi - Altri 1000 miliardi prestati dalla Bri Sollievo anche tra le grandi banche creditrici Usa - Ma Alfonsin riuscirà a frenare il malcontento interno? NEW YORK — Ancora una volta l'Argentina ha evitato la bancarotta. Il direttore del Fondo Monetarlo, De La Rosiere, ha Ieri approvato il suo piano di austerità. Dopo l'assenso del consiglio di amministrazione, il Fondo incomincerà perciò a erogarle il miliardo e 200 milioni di dollari, 2400 miliardi di lire, bloccati nei mesi scorsi. Altri 500 milioni di dollari, mille miliardi di lire, verranno versati dalla Banca Internazionale del regolamenti di Basilea: questo prestito di emergenza, varato l'altro ieri, era condizionato al «si» di De La Rosiere. A questo prestito-ponte hanno già aderito gli Stati l'niti, il Messico, il Venezuela, il Giappone, il Canada e la Spagna. Non partecipa Invece la Germania. Un portavoce tedesco ha infatto confermato ieri che Bundesbank non ravvisa alcuna possibilità o necessità di prendervi parte, aggiungendo che non si tratta di una posizione pregiudiziale avversa all'Argentina ma di una linea di politica generale alla quale la Bundesbank intende ritornare dopo avere ammesso eccezioni nel 1982 e nel 1983, quando si correva il rischio di un collasso del sistema finanziario internazionale. •Un rischio del genere attualmente non esiste». Per il governo di Buenos Aires e per il sistema bancario mondiale è la fine di un incubo. E' probabile infatti che la Riserva Federale americana, che sta esaminando i debiti dell'Argentina, ben 48 miliardi di dollari complessivi, non li proclami più •svalutati- . come pareva che dovesse tare fino a ieri. Ciò consentirà alle grandi banche di evitare di doverne inserire una percentuale tra le perdite, e di non denunciare quindi un passivo, cosa che avrebbe scosso gravemente la finanza internazionale. Di più: le metterà in condizione di organizzare un nuovo prestito e la ristrutturazione dell'indebitamento argentino. Il portavoce della tesoreria Usa. Levine, ha asserito che • lo spettro delta crisi si é allontanato- e il governo di Buenos Aires «aito la possibilità di rimettere ordine in casa-. Esso è in ritardo di nove mesi nel pagamento di 1 miliardo e mezzo di dollari di interessi. 3 mila miliardi di lire, e intende versarne immediatamente la metà. Le grandi banche dovrebbero mettergli a disposizione altri 4 miliardi e 200 milioni di dol- lari. 8400 miliardi di lire, e ridurre gli interessi e prorogare le scadenze di vecchi prestiti per 13 miliardi di dollari che andrebbero rimborsati entro la fine dell'anno. Le trattative tra il Fondo Monetario Internazionale e l'Argentina sono durate circa un anno tra continui alti e bassi. Le difficoltà maggiori sono nate dal rifiuto di Al¬ fonsin. schiacciato tra i peronisti da un lato e i militari dall'altro, di accettare la drastica austerità già imposta al Messico e al Brasile, due Paesi col doppio dell'indebitamento argentino. Rendendosi conto di andare incontro a una catastrofe, Alfonsin ha ceduto. De La Rosiere ha rifiutato di rendere pubblico il plano di risanamento finan- ziario dell'Argentina, ma i pochi punti noti fanno temere lo scoppio di tensioni politiche e sociali. Lo scorso maggio, l'inflazione a Buenos Aires è salita del 31,2 per cento in un mese: il Fondo vuole che ridiscenda all'8 per cento per il prossimo aprile. Il resto della ricetta: riduzione dal 10 al 3 per cento della percentuale del prodotto nazionale lordo assorbita dal deficit dello Stato; aumento delle tasse e dei prezzi per i servizi pubblici; contenimento dei salari e del costo della vita; svalutazione del peso nei confronti del dollaro per rilanciare le esportazioni e frenare le importazioni. In questo modo, a poco a poco l'Argentina ripagherebbe i debiti. Se De La Rosiere avesse detto «no» e la Riserva Federale avesse .svalutato, i presiiti, non sol» l'Argentina si sarebbe trovata con le spalle al muro, e avrebbe messo in pericolo altri Paesi dell'America Latina. Anche il sistema bancario americano, già debilitato dalla chiusura di numerose Casse di Risparmio, si sarebbe trovato in frangenti rischiosi. Ne avrebbe quindi risentito la finanza internazionale, con profonde ripercussioni sulla ripresa economica dell'occidente. Ennio Caretto 100 90 Nel pianeta del debito (America Latina, ammontare del debito estero, miliardi di dollari) Argentina Bolivia Brasile Fonte: Mondo Economico Cile Colombia Ecuador Messico Perù Uruguay Venezuela (•) Stime

Persone citate: Alfonsin, De La Rosiere, Levine, Mondo Economico