Roma, chiusi due ospedali perché manca il personale

Soma, chiusi due ospedali perché manca il personale | Paradossale situazione al «S. Filippo» e al «S. Eugenio» Soma, chiusi due ospedali perché manca il personale La direzione sanitaria costretta a bloccare Fattività in una decina di reparti ROMA — Due ospedali chiusi per ferie: alla successione di paradossi che ha contribuito a formare la nostra assistenza sanitaria, questa «perla» mancava ancora, ma adesso c'è chi ha pensato a colmare la lacuna. Fra luglio e agosto due del maggiori complessi ospedalieri della capitale (il «San Filippo Neri» ed il «Sant'Eugenio») annunciano la chiusura di una decina di reparti. I fonogrammi sono già partiti dalle direzioni sanitarie, diretti al presidenti delle Usi, agii assessori alla Sanità, alla magistratura. Motivazione: il personale paramedico è scarso, i concorsi e i finanziamenti bloccati. Con le vacanze eslive degli infermieri, tenere in piedi un minimo d'assistenza diventa impossibile. Con raffinato eufemismo, adesso c'è chi parla di «ricoveri a rotazione*: meccanismo che nel caso del «San Filippo» starebbe a indicare l'impossibilita per chiunque di chiedere un Intervento neurologico o neurochirurgico dal 20 giugno al 20 luglio, di chirurgia cardiovascolare, toracica ed otorinolaringoiatri oa dal 20 agosto ai primi di settembre. Al .Sant'Eugenio» il calendario delle chiusure non è ancora definito: si sa però che la direzione sanitaria già prevede periodi di «ferie» per l'astanteria e i reparti di chirurgia generale, chirurgia estetica, endocrinologia, dietologia. In qualche caso, forse, questa parziale serrata ospeda¬ liera non provocherà molti danni agli ammalati, ma in altri ospedali c'è già chi sta guardando con preoccupazione all'immediato futuro. Il «San Filippo Neri», per esemplo, è uno dei due soli centri che a Roma sono in grado di garantire interventi d'urgenza in neurochirurgia e nella chirurgia vascolare. Se il progetto di chiusura estiva dovesse passare, tutto 11 carico degli interventi si trasferì- rebbe su un solo centro attrezzato, quello del «San Camillo» a sua volta oberato da problemi di ferie. Ma se i due ospedali rappresentano il caso limite, anche In altri complessi romani la situazione appare molto vicina al collasso. Alcuni, anziché «chiudere», preferiscono ridurre i posti-letto proporzionalmente al numero degli infermieri in servizio: succederà al «San Camillo», al Policlinico Umberto 1°. al «San Giovanni». In un altro ospedale, il «Santo Spirito», la direzione sanitaria ha deciso la chiusura temporanea di due sezioni del reparto di chirurgia. -Sono decisioni inevitabili — spiegano, quasi in coro, i direttori sanitari —prese nell'interesse degli stessi ricoi'erati». Gli organici del personale paramedico spesso sono ridotti quasi della metà: da anni il personale che si dimette, o va in pensione, non viene sostituito. Lo impedisce la legge finanziarla, lo impediscono le lungaggini di concorsi che fanno slittare le nuove assunzioni di mesi, a volte di anni. Fino ad oggi, le segnalazioni inviate al ministero, agli assessori, ai presidenti delle Usi non hanno sortito effetti. In alcuni ospedali si stanno cercando altre strade: c'è chi tenta di convincere il personale a rinviare le vacanze, chi ha fissato per le ferie estive un «tetto» di venti giorni. Ma si tratta solo di tentativi: in alcuni reparti, in previsione del vuoto di luglio e agosto, le acccttazioni di nuovi pazienti sono già state bloccate. In questo quadro, l'iniziativa di inviare copia del fonogrammi che anticipano le chiusure anche alla procura di Roma sembra quasi una richiesta d'aiuto. Nella prospettiva dell'interruzione di un servizio pubblico, il giudice sarà costretto ad intervenire, ad aprire accertamenti preliminari. g. z.

Persone citate: Sant'eugenio, Soma

Luoghi citati: Roma