L'Adagio di Turchi in prima al Maggio un grande successo per l'orchestra Rai

L'Adagio di Turchi in prima al Maggio un grande successo per l'orchestra Rai Una bordata d'applausi per il complesso torinese diretto da De Burgos L'Adagio di Turchi in prima al Maggio un grande successo per l'orchestra Rai FIRENZE — Gran bel pezzo questo Adagio di Guido Turchi che l'Orchestra Sinfonica della Rai di Torino diretta da Rafael Frilhbeck de Burgos ha eseguito l'altro pomeriggio in prima italiana al Teatro Comunale per il Maggio Musicale Fiorentino. Se l'autore ha voluto veramente dare l'impressione di una «"recherche"... in ridottissimo formato, tra "limature", frammenti, figure embrionali, rimaste ossia sospese in una sorta di limbo, di potenzialità intraviste», c'è riuscito: il pezzo ha un che di nebbioso, come se dalla lontananza della memoria affiorassero sparsi ricordi ette sfilano,' come per impulsi successivi, esaurendosi in se stessi. Efficace è il mosaico di coloriti timbrici. Turchi affida episodi abbastanza estesi a strumenti diversi: gli ottoni, i tHoloncelli, i fiati (che galleggiano sulle lievi ondate degli archi) si passano a turno il discorso, creando una suggestiva tappezzeria sonora composta a, macchie e fusa da una atmosfera unitaria. Il pezzo è piaciuto e l'autore è stato chiamato più volte alla ribalta per ricevere gli applausi del pubblico. Il concerto s'era aperto con il Pezzo concertante di Ghe- dini per due violini e viola obbligati, un capolavoro di equilibrio tra la rivisitazione del passato rinascimentale e la modernità d'un gusto sobrio, asciutto eppure intensamente lirico. Sotto la guida di De Burgos l'esecuzione, come era avvenuto di recente all'Auditorium di Torino, s'è mantenuta su di un alto livello qualitativo, salito ulterior¬ mente nella spiritosa Concertante Muslk, di Blacher e nella Sagra della primavera di Stravinski. E' qui che l'orchestra, impegnandosi al massimo e sfruttando appieno la carica spettacolare della partitura, ha mostrato dinnanzi alla platea internazionale del Maggio Fiorentino di essere all'altezza della sua antica fama: i quattro settori (archi, legni, ottoni e percussione) hanno gareggiato tra loro, superandosi a vicenda con un entusiasmo di tipo quasi sportivo che il ^regista- De Burgos ha saputo dosare in crescendo, sino al climax finale. Risultato: una bordata d'applausi e due pagine fuori programma per soddisfare il pubblico: Granados e Girne- nez (la trascinante ouverture della Boda di Louis Alonso;. Questa è la realtà dell'Orchestra Sinfonica torinese che da un paio d'anni sta intensificando le uscite nazionali ed internazionali: la attendono, prossimamente, concerti all'Arena di Verona, a Colonia, a Madrid. Niente di meglio per trarre nuovi stimoli che presentarsi presso pubblici diversi, confrontarsi con altri complessi e altri direttori: l'orchestra ora lo può fare, nuovamente, in tutta tranquillità, perché sul ceppo di una tradizione illustre ha saputo di recente innestare elementi nuovi e rinnovarsi nei propri ranghi mirando ad un ideale di perfezione- . ,w, Con questa orchestra, che ; tutti a Firenze avevano l'aria di scoprire con palese stupore, la Rai possiede uno strumento d'arte e di cultura di primissimo piano: bisogna che se ne renda conto, e lo valorizzi, curandone i singoli settori e invitando quei grandi direttori che (tranne poche eccezioni) per lungo tempo hanno dimenticato l'orchestra della Rai di Torino e che ora possono riscoprirla come una delle poche in grado di eseguire in Italia il repertorio sinfonico con un massimo di attendibilità. Paolo Gallatati

Luoghi citati: Colonia, Firenze, Italia, Madrid, Torino, Verona