La jeep va in pensione e entra nella leggenda
La jeep va in pensione e entra nella leggenda Veicolo supermoderno per l'esercito americano La jeep va in pensione e entra nella leggenda Dopo quasi 45 anni di vita la leggendaria jeep, storico veicolo dell'esercito americano prima, degli appassionati di fuoristrada poi, va in pensione. La sostituisce un mezzo molto più sofisticato, moderno, potente, perché questa è la legge del progresso. Ma crediamo che niente, nel suo genere, potrà mai avere lo stesso valore simbolico, né significare quello che ha detto la vecchia jeep. Soltanto i meno giovani, coloro che il tremendo conflitto 1939-45 hanno visto o, peggio, vissuto in prima persona, possono ricordare gli sciami di jeep color verde oliva che, con tre o quattro militari a bordo, nell'ultimo anno di guerra entravano come avanguardie nei paesi e nelle città italiane liberate a mano a mano che l'esercito alleato avanzava da Sud. Sembravano mostriciattoli sgraziati, con ben poco di automobilistico. Di forma squadrata, essenziale, la sommaria carrozzeria a camionetta per lo più scoperta, il parabrezza abbattuto in avanti, larghi pneumatici dalla profonda scotitura, furono per molti l'immagine più immediata di un nuovo mondo che avrebbe dovuto seppellire gli orrori del passato. E ben presto diventarono familiari; la stessa parola 'jeep- colpiva la fantasia, sembrava un affettuoso nomignolo. La jeep, ideata come veicolo militare da ricognizione, doveva in realtà il suo nome alla pronuncia inglese delle iniziati dell'espressione -general purpose-, cioè 'per tutti gli usU. Il mezzo era stato progettato fin dal 1940 dal capitano Robert G. Houne, per conto della fabbrica Willys-Overland, secondo alcuni requisiti fondamentali: estrema semplicità e robustezza, capacità di superare a pieno carico pendenze fino al 60 per cento, guadare corsi d'acqua, trainare piccoli rimorchi. Dopo mesi e mesi di prove, lo Stato maggiore dell'esercito Usa ne decise la produzione, e i primi esemplari uscirono dalla Willys-Overland nel 1942, un anno dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Il poderoso apparato industriale americano si mise in moto, e la produzione delle ■jeep ne occupò una non piccola par*. Prima la sola Willys, poi anche la Ford la costruirono in volumi crescenti: quando il conflitto si concluse, ne erano state prodotte oltre 660 mila, in parte fomite anche agli eserciti alleati. E diede un contributo importante all'organizzazione bellica generale, alla mobilità di uomini e materiali. Sovente era stata anche paracadutata. La jeep era nata con un motore a 4 cilindri di circa 2200 ce e potenza 54 Cv; aveva una struttura semplicissima, con sospensioni a balestre semiellittiche, cambio a 3 rapporti e trasmissione sulle 4 ruote con innesto-disinnesto di quelle anteriori comandabile dal guidatore (una priorità tecnica assoluta). Lunga m 322 e larga 1,55, con altezza da terra di 22 cm, pesava a vuoto 1050 kg e raggiungeva la velocità massima di 105 km/h. La carrozzeria torpedo, con mantice ripiegabile o asportabile, era completamente stagna, cosi da permettere di superare guadi profondi fino a mezzo metro. Subito dopo la guerra cominciarono a circolare anche in Italia le prime jeep 'smilitarizzate', cioè vendute nei parchi di materiale in disuso. Erano usate e sfruttate come ci si può immaginare, ma continuavano a marciare imperterrite. In genere, gli acquirenti si guardavano bene dal riverniciarle in colore 'Civile»: a loro modo rappresentavano uno «status»; ma soprattutto si rivelarono preziose in un periodo in cui il parco automobilistico italiano era completamente esausto. Molte circolano tuttora. Si deve poi a questo straordinario veicolo la nascita e la diffusione, alcuni anni più tardi, delle automobili fuoristrada, militari e soprattutto per impieghi civili, costruite da fabbriche inglesi, francesi, italiane (la Fiat Campagnola), poi tedesche, sovietiche, giapponesi. E il termine jeep è entrato nell'uso comune per indicare appunto un'auto fuoristrada. Negli Stati Uniti, Jeep è diventata una marca del gruppo American Motors Corp., che nel 1970 aveva rilevato la Willys. Il veicolo continua a essere costruito in versione civile, ed è singolare che-, carrozzeria a par-' te, la struttura sia rimasta sostanzialmente uguale a quella delle vecchie jeep del tempo di guerra. Adesso l'esercito americano avrà una nuova jeep, supermoderno. e superdotata, ma nella leggenda è entrata la prima, la capostipite, e nessun'allra riuscirà a farla dimenticare. Ferraccio Bernabò f I
Persone citate: Bernabò, Robert G. Houne
Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Usa
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