Come far nascere meno gente di Franco Giliberto

Come far nascere meno gente Al convegno demografico di Firenze si dibatte il tema della pianificazione familiare Come far nascere meno gente Negli Stati Uniti sono state «tagliate» sovvenzioni per milioni di dollari a organismi internazionali che avrebbero tollerato politiche abortiste - In India quattro milioni di individui all'anno si sottopongono alla sterilizzazione: che cosa li invoglia a farlo? - Neir«inferno» di Calcutta gli spazzini, ogni mattina, tra cadaveri e dormienti DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Voi incoraggiate l'aborto? Voi cercate di limitare le nascite con metodi violenti, magari per mezzo di sterilizzazioni coatte o con incentivi economici che in una popolazione di gente poverissima diventano pesanti strumenti di pressione psicologica? E allora noi non siamo più d'accordo. Vogliamo vederci chiaro. Apriremo un'inchiesta, prima di finanziarvi ancora con i nostri quattrini. E' stato questo il ragiona- ' mento, a grandi linee, che han fatto pochi mesi orsono 45 membri del Congresso degli Stati Uniti, tagliando una sovvenzione annuale di 10 milioni di dollari all'Unfpa (United Nations Fund for Population Activities), organismo potentissimo, con una quarantina di affiliati in tutto il mondo, deputato soprattutto alla riduzione della crescita demografica nei Paesi sottosviluppati. Al congresso internazionale sulla popolazione del pianeta Terra questo ri- svolto economico-politico non è emerso dal palco degli oratori, impegnati soprattutto nel dibattito sulle statistiche e sulle previsioni di crescita o di stallo delle popolazioni, a seconda delle varie aree geografiche. Ma 11 direttore esecutivo dell'Unfpa, il filippino Raphael Salas. ha confermato con qualche preoccupazione che è cominciata la fase della lesina per l'organismo ch'egli sovrlntende (e che ha comunque 104 finanziatori, nazioni industriali ma anche talune ricchissime fondazioni private statunitensi ed europee). L'amministrazione di Washington, sull'esempio del Congresso, ha dato un taglio (di 17 milioni di dollari, per ora) ai contributi che annualmente forniva all'Ipfe, un altro istituto internazionale, molto ramificato, per la pianificazione familiare. E le motivazioni sono state le stesse: le preoccupazioni che il maggiore intervento per limitare le nascite nel Terzo Mondo fosse d'insegnare alla gente come abortire. Una sua importante collaboratrice, la demografa pakistana Nafis Sadik, sostiene che nemmeno in India, dove le sterilizzazioni di massa avvengono ormai al ritmo di 4 milioni ogni anno esiste coercizione alcuna (per l'entusiasmo, all'inizio della campagna, nel 1977, vi si sottoposero 10 milioni di individui: 3 milioni di femmine, 7 milioni di maschi). Ma è difficile credere che non esistano gli incentivi in denaro o in beni di consumo per chi si sottopone alla sterilizzazione in quel Paese. Ancor più difficile credere che una pura e semplice campagna di educazione sanitaria induca tanti milioni di persone a presentarsi dal chirurgo. Tuttavia 11 discorso non è soltantp d'ordine morale: c'è chi sostiene che giocano nella questione taluni enormi interessi farmaceutici collegati a scelte di alta politica, che Indurrebbero una specie di 'assai tiepida partecipazione* ai problemi di quei Paesi del Terzo Mondo che non orbitano attorno all'Occidente. Comunque sia, a Citta del Messico un anno fa 11 portavoce di Reagan, James Buckley, aveva avvertito i demografi di tutto il mondo riuniti nel precedente congresso sulla popolazione: «Gli Stati Uniti non vogliono più finanziare il controllo delle nascite che troppo spesso si realizza stimolando nei Paesi sottosviluppati politiche abortiste-. A Firenze, ora, si è avuta conferma di questa intenzione, si è conosciuta l'entità dei primi «girl di vite» americani, che potrebbero convincere molte altre nazioni ricche allo stesso rigore. Oggi il congresso fiorentino (ha 1500 partecipanti, di oltre 100 diverse nazioni) dedicherà una sessione proprio al problema delle pratiche abortive e vedremo quali conclusioni se ne potranno trarre. Inevitabilmente, in contrapposizione a questi discorsi, ci sono le realta sconvolgenti della sovrappopolazione: gli abitanti del pianeta Terra aumentano ivi ritmo di 85 milioni l'anno e ciò accade soprattutto nelle zone geografiche più povere, dove non c'è nulla o quasi nulla: né acqua potabile né fogne né elettricità né ospedali né scuole. E dove la gente nasce a ritmi elevatissimi e pure muore con grande facilità anzi tempo. Ancora oggi a Calcutta, per fare un esempio, ogni mattina gli spazzini raccolgono sul marciapiedi-dormitori decine e decine di cadaveri. Per distinguere gli addormentati dai morti, scuotono con il manico della, scopa i corpi. Eppure, per il 1990 i demografi prevedono che Calcutta sarà una delle città più popolate del mondo, forse con 35 milioni di abitanti (non solo per il tasso di fertilità, ma anche per l'Immigrazione ). Professor Randjorhj, è una previsione attendibile? Bajno Randjorhj, un docente di statistica dell'Università di Bombay, sostiente che forse no, Calcutta non avrà 11 primato della città più popolata del mondo: 'Prima dovrebbero esserci, alla soglia del Duemila, Città del Messico, Shangai, Tokyo e San Paolo del Brasile. Ma sarà una inagra soddisfazione per noi, visto che Calcutta non è più una città ma un inferno. E io mi chiedo come si possa tanto sottilizzare sui metodi anticoncezionali, sterilizzazione o aborto o pillola e spirale, quando ci troviamo di fronte a fenomeni di degrado indescrivibili, quando anclie la più elementare forma di dignità umana sembra che non esista più». Franco Giliberto

Persone citate: Bajno, James Buckley, Nafis Sadik, Raphael Salas, Reagan