Ronconi risuscita Orfeo e lo fa pranzare con gli dei di Luigi Rossi

Ronconi risuscita Orfeo e lo fa pranzare con gli dei Il regista prepara per la Scala l'opera di Rossi famosa nel 600 Ronconi risuscita Orfeo e lo fa pranzare con gli dei MILANO — « OH del siedono a tavola con gli uomini e non arrivano sulle nuvole. Non siamo proprio alla satira, come nella Secchia rapita di Tassoni, ma certo non c'è idea del sacro e l'Olimpo è visto con occhi disincantati: Chi parla cosi è Luca Ronconi, regista della prima ri-' proposta moderna dell'Orfeo del musicista barocco Luigi Rossi, in programma alla 8cala per Mi giugno. La revisione dell'opera è di Bruno Rlgacci che la dirigerà e slederà al cembalo; le scene sono di Giorgio Crlstlnl e 1 costumi di Carlo Diappi. Tra 1 cantanti Elena ZiIlo, Philip Langrldge, Mariana Nicolesco, Martha Scnn. L'Orfeo andò in scena a Parigi nel 1647 alla presenza della regina Anna, del piccolo Luigi XIV e del cardinale Mazzarino, mentore e promotore dell'impresa. L'onnipotente primo ministro aveva chiamato dall'Italia il musicista pugliese, allora residente a Roma, con un gruppo di cantanti specializzati e aveva affidato la realizzazione della messinscena a Jacopo Torelli, grande stregone delle macchlnerle barocche. Ne era uscito uno spettacolo grandioso della durata di circa 6 ore, con risvolti politici e encomiastici verso la >grandeur» della Francia. Ma la Francia era già in ag¬ guato contro 11 cardinale italiano e le enormi spese profuse per lo spettacolo, in un momento di crisi economica, originarono alcune «mazarlnate» satiriche che parlavano di un -soporifero Morfeo invece di Orfeo». L'opera ebbe comunque un grande successo, fu l'av-' venlmento artistico e mondano di quegli anni. Orfeo fu considerata una creazione innovatrice dell'ambiente musicale francese e aprirà la strada a un altro musicista Italiano In Francia, Oianbattista Lulll. Nel libretto, oltre al personaggi di Orfeo e Euridice, Francesco Buti mette in scena Giove, Venere, Giunone, Apollo, Plutone, Bacco e anche figure allegoriche come la Vittoria che nel prologo esalta il trionfo della politica francese sugli eserciti lspano-imperiali. Ronconi sostiene di aver conservato tutto, meno le lunghe interpolazioni di balletti (non di Rossi) che prolungavano all'infinito lo spettacolo. 'Ma — dice il regista — non sarà uno spettacolo magniloquente, semmai intimo. Il carattere realistico del Seicento italiano ci fa pensare piuttosto a Caravaggio che non a Poussin. Certo il versante fantastico è salvaguardato; ma sema scadere nell'enfasi. Il linguaggio umano degli dèi li mescola con naturalezza agli uomini. Questo non ci impedisce di conservare limmancabile apoteosi finale, quando Giove innalza Orfeo all'immortaliti.'. Nonostante la sua predilezione per le macchine rivelata fin dal tempi dell'Orlando furioso e poi ribadita anche sullo stesso palcoscenico della Scala soprattutto nel Don Carlos, Ronconi insiste molto sull'idea che quest'opera debba essere «intima». Non potrà certo fare altrettanto con la Aida di Verdi che Inaugurerà la stagione scaligera 11 7 dicembre. Ma Ronconi sorride dubbioso e dice che non ha ancora deciso se firmerà il contratto per la popolare opera mal allestita finora da lui. Si capisce che forse tutto potrà essere fissato dopo questo Orfeo e dipenderà forse anche dalle accoglienze che avrà. Intanto 11 regista slede tra tiorbe e clavicembali dell'orchestra barocca, quella almeno si, che Rlgacci dirige, avendo tra 1 cantanti anche la giovane figlia Susanna. Dopo tre secoli e mezzo rivive un altro del molti Orfel che la musica ha disseminato nei secoli. Luigi Rossi iscila Zilio canterà con Philip Langridge ncH'«Orfeo ■>

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