Una nuova alleanza a Beirut I cristiani e gli sciiti anti-Olp di Tito Sansa

Una nuova alleanza a Beirut I cristiani e gli sciiti anti-Olp Il leader di Amai annuncia che la guerra dei campi sta per finire Una nuova alleanza a Beirut I cristiani e gli sciiti anti-Olp L'assedio di Sabra e Chatyla ha ulteriormente sconvolto il quadro politico - Berri: i palestinesi devono andarsene dal Libano - Entro domani il ritiro completo di Israele DAL NOSTRO INVIATO BEIRUT — A Damasco si sta cercando dì mettere fine al combattimenti nel campi palestinesi di Beirut (in particolare quello di BourJ elBarajneh) che durano ormai da 15 giorni. Nella capitale siriana, insieme con il vicepresidente Khaddam, sono riuniti un rappresentante sciita di Amai (oggi lo raggiungerà il suo capo Berrl). il leader del socialisti drusl Jumblatt e un esponente del Fronte nazionale di salvezza palestinese, filoslrlano. ma ricongiuntosi con gli arafatianl assediati a Beirut. Con un certo ottimismo, l'avvocato Berrl ha detto di ritenere che -un accordo verrà raggiunto entro ventiquattr'ore-. La Sirla, si sa, ha fretta di concludere 11 sanguinoso capitolo della .guerra del campi», da lei tollerata se non proprio favorita, che ha portato all'inatteso ricongiungimento delle fazioni palestinesi rivali. A Damasco è in discussione un plano presentato da Jumblatt (che abilmente si è tenuto al di fuori del conflitto, prestando 1 suol'uomini per azioni umanitarie a favore dei palestinesi), e ha assunto 11 ruolo di mediatore. Il piano prevede: 1) il cessate-il-fuoco, garantito dal drusl; 2) lo sgombero dei feriti; 3) 11 rilascio del palestinesi (oltre 500) prigionieri di Amai; 4) 11 ritorno del fuggiaschi palestinesi nelle loro case (se esistono ancora) a Sabra, Chatyla e Bourj el-Barajneh: 5) il ritiro di tutte le truppe che assediano 1 campi. Le armi individuali verrebbero lasciate ai palestinesi, ma sotto 11 controllo della Sesta Brigata dell'esercito libanese, La «guerra dei campi» — si constata negli ambienti politici di Beirut — ha mutato gli equilibri nel Libano. La «prima vittima», osserva il quoti¬ diano Le Revell, vicino al cristiano-maroniti, è stata la Siria: ha perso gli alleati palestinesi antl-arafatiani, che si sono riconciliati con il leader dell'Olp; è stata criticata dall'alleato Qheddafi; una settimana fa, quando Assad fu convocato a Mosca da Oorbaciov, è stata Invitata alla moderazione; è rimasta sola con 11 Libano ad opporsi alla risoluzione unanime del Consiglio di sicurezza dell'Orni. Indebolita sul piano Internazionale, la Siria si sta invece rafforzando sul plano interno libanese. Quasi tutti qui la considerano l'estrema àncora di salvezza cui aggrapparsi per ristabilire un minimo di ordine e di unità nazionale. Le carte delle al- leanze nel Libano sono pero*] state rimescolate, fa notare Le Revell. Oli amici della Siria, il druso Jumblatt e lo sciita Berrl, sono sempre alleati tra di loro e costituiscono l'opposizione interna nel governo di Beirut; ma ciò non ha impedito al palestinesi di cannoneggiare gli sciiti di Amai proprio dalle postazioni druse sulla montagna. Ma vi è di più: mentre — dalle notizie che giungono dal Sud — 1 drusi di Jumblatt abbattono le case del cristiani, lo sciita Berri promette che proteggerà 1 cristiani quando l'esercito israeliano se ne sarà andato (entro domani, secondo le previsioni). E mentre i drusl si alleano con i sunniti per difendere 1 campi palestinesi, gli uomini di Ama! già ora annunciano che vogliono eliminare tutti gli armati dell'Olp, e tout court Berrl dice che «I palestinesi devono andarsene dal Libano-, Invitando il Ubico Oheddafl ad accogliere 11 popolo errante. Dalla «guerra del campi» è scaturita (ed è il fatto politico più importante) una tacita convergenza tra le forze nazionaliste libanesi, 1 cristianimaroniti e gli sciiti di Amai Si sparano lungo la «linea verde», ma sono uniti dall'avversione per il nemico comune palestinese. Le Reveil, in un articolo di fondo, scriveva ieri: «Se dobbiamo scegliere tra Amai e palestinesi, sce^ gliamo Amai; se dobbiamo scegliere tra Siria e palestinesi, scegliamo Siria. Amai e Siria sono due costanti, i palestinesi sono di passaggio^. Mentre da Damasco si attende l'accordo per il cessateil-fuoco definitivo intorno al campi palestinesi, a Beirut è stato riaperto ieri, per la prima volta dopo 38 giorni di chiusura totale, il passaggio del Museo tra le due parti della città. Ma dal Sud già si sente il ticchettio di quella che 1 giornali chiamano la «bomba a orologeria- della città cristiana di Jezzin, attualmente presidiata dai filoisraellanl del generale Lahad. che non intendono abbandonarla dopo 11 ritiro di Gerusalemme. Se vi si arroccheranno, anziché permettere 11 ritorno dell'esercito libanese, nel Sud si scatenerà una nuova guerra. E' quanto soprattutto la Siria vuole evitare. Gli sciiti sono già pronti, Berrl ha detto: .Neppure un sol uomo dell'Armata del Libano del Sud (quella di Lahad) resterà sul nostro territorio.... Tito Sansa