Orson Welles, la sfortuna di essere genio

Orson Welles, la sfortuna di essere genio E' uno dei più grandi registi, ma da 10 anni non gira un film: colpevole di troppa intelligenza Orson Welles, la sfortuna di essere genio NOSTRO SERVIZIO LOS ANGELES — Orson Welles è seduto a un tavolo In una stanza della Ma Maison, a Los Angeles, dietro una specie di grata. 61 alza per salutarmi. Imponente, con una camicia nera e una giacca scura. Dimostra 60 anni invece di settanta, ha l'energia e la prontezza di spirito di un uomo molto più giovane. Solo quel po' di grigio nella barba tradisce l'età. Mi guarda con occhi di fuoco. Ci parliamo per cinque giorni. Il suo ex segretario, ora in pensione in Inghilterra, dice che la sua conversazione a tavola è tra le più affascinanti che esistano. Sembra che sia vero. Mangia e beve poco, parla di tutto: 'Buffalo Bill avei>a una sua verità e la falsificò'; min aereo si provano due sole emozioni, la noia e il terrore». La sua intelligenza creativa e le sue molteplici capacità sono doti che si sono ritorte contro di lui, considerato 11 sospetto con cui 11 mondo moderno giudica gli uomini rinascimentali. Di conseguenza la sua carriera e stata costituita da tutta una serie di difficoltà che aumentavano con la celebrità. Welles ha passato la maggior parte degli ultimi 40 anni in una profonda crisi economica ed esistenziale. Ha fatto meno film di quanti ci si sarebbe aspettati da un regista del suo livello; e non ne ha fatto neppure uno negli ultimi dicci anni. Come dice 11 produttore inglese Al Clark, -è stato perseguitato da una dose abnorme di sfortuna-. Dopo «Otello» un mare di guai Un famoso distributore di Hollywood ha dato il giudizio •definitivo* sul lungo silenzio di Welles: «Ci sono tre problemi di fondo: primo, non è assicurabile; secondo, si stanca e rinuncia ai progetti; terso, costa un sacco di soldi-. Sono dicerie, montature. Non assicurabile? «/n realtà — dice il suo socio, il principe siciliano Tasca di Cuto, che lo segue dal 1947 — ci offrono masslrrmà più bassi che agli altri-. JH*.anca? -E' una storia die nasce da Otello — dice Welles — l'ho trascurato per lavorare in film fatti da altri in modo da guadagnare più soldi per fare altri Otello, non perché mi ero stufato. Ma ora un produttore ha lanciato l'idea di non darmi più denaro finché Re Lear non sia finito. Un'offesa mai vista nella storia del cinema-. E neppure la cosa potenzialmente più dannosa è vera, che cioè egli sia un regista incredibilmente costoso e faticoso. La maggior parte del film americani oggi costano molto di più di quanto Welles abbia speso per fare i suol in tutta la vita. Dice Welles che adesso, però, le cose vanno meglio. •Negli ultimi due anni, i piani non vanno più a rotoli a causa della mia brutta fama-. E il regista Peter Bogdano- vlch aggiunge: «// lato più grottesco delle difficoltà che Orson ha aimto nel corso degli armi sta nel fatto che è il regista più economico e attento ai costi clte io abbia 7/iaf visto-. Tutto indica che la situazione di Welles stia per cambiare. Un film. Tlie Other Side of the Wind, bloccato da motivi legali, è quasi finito, e altri tre sono pronti per le riprese: The Cradle Will Rock, ispirato al suo gruppo teatrale degli Anni Trenta; Re Lear, In cantiere da molto tempo e ora completamente sceneggiato e finanzialo, e The Dreamers, tratto da due racconti di Isak Dlnesen. Il film è finito arriva l'avvocato The Other Side of the Wind è stato girato In Arizona, Francia, Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio, e alla Mgm. • Teoricamente — dice Welles — è una raccolta di film 35,16 e 8 millimetri e videotape fatti da luminari del cinema del mondo intero riuniti per il compleanno di un vecchio regista, interpretato da John Houston-. Le riprese sono finite dieci anni fa, ma da allora il film e sospeso per una serie di interminabili vertenze legali e finanziarle. Finanziato in parte dal cognato del defunto Scià dell'Iran, chiuso in un caveau a Parigi, è ostaggio degli avvocati del contendenti. «£' autentico Dickens, con un po'di Balzac e di Eric Ambler-, spiega Welles. The Cradle Will Rock è più immediato, parla di un episodio della vita di Welles, quando 11 finanziamento pubblico venne improvvisamente revocato dalla sua produzione della caustica opera satirica di Marc Blltzsteln alla viglila della prima, nel 1937. Chiuso fuori dal teatro, Welles guidò 11 pubblico, con una marcia trionfale per Blxth Avenue, a un'altra sede. Il film venne studiato da Michael Fitzgerald, che lo sottopose a Welles per una consulenza. Lui fini per riscrivere 11 copione, e per offrirsi di curarne la regia. «Era un periodo della mia vita in cui non avevo la minima tentazione di comportarmi male, die è il motivo per cui dubito dei ritratti "fedeli". Tutto mi andava così bene, tutti erano cosi collaborativi che qualsiasi cosa non funeioni in me non riuscì, in quell'occasione, a venire a galla. Ero il vero protagonista di quella storia-. Frutto di ambizione? 'Avevo un'incredibile fiducia in me stesso, o diciamo pure arroganza, per chi mi trova antipatico. Ma ero fortunato, non ambizioso. Ho anche avuto un'infanzia molto strana. Ero un wunderklnd, non ricordo nessuno che non mi abbia detto: sci grande. Quando morì mia madre, abbandonai la musica e incominciai a dipingere, e tutti dicevano: ma è splendido! Diventai attore per caso, nell'adolescenza, per spirito d'av- ventura. Non avevo ambizioni, volevo soltanto uscire da Harvard. Incominciai a recitare parti principali perché partivo dal presupposto die ero in grado di farlo, e che recitare era soltanto un momento accidentale di una carriera che si sarebbe inevitabilmente conclusa alla Casa Bianca. Ero perfettamente in condizioni di godermi il successo, di lavorare molto sodo e di divertirmicl, ma non avevo bisogno di essere ambizioso. Solo quando la grande ondata della fortuna se ne andò, e mi portarono via Ambersons, e la fortuna arrivava solo ogni tanto, incominciai a volere non più essere qualcosa, ma dimostrare che non ero qualcosa. E' assurdo, ho passato la maggior parte della vita a cercare di dimostrare che non sono irresponsabile, che non sono questo o quello. Era l'unica cosa che mi motivava-. Campare a Hollywood Hollywood lia chiaramente una doppia personalità nel confronti della sua «eminenza grigia»; da una parte dà riconoscimenti a Welles, dall'altra gli Impedisce di esercitar'1 11 suo talento. Dice Al Clark: -A Hollywood c'è gente che potrebbe finanziare un film di Orson Welles con quello che spende al bar. La sua leggenda è un po' la sua rovina. C'è chi l'uole che resti appunto una leggenda. Eppure il suo ultimo film, F for Fake, era magnifico. Se lo si prende come termometro, non è certo l'opera di un talento in declino, anzi-. Spiega Welles: .Sono /ornalo a Hollywood quando la situazione fiscale mi ha imposto di guadagnare di più. E qui posso riuscirci, con la pubblicità e il resto. Sono come un lavoratore migrante, che segue il raccolto. E qui, di soldi, non vogliono sentir parlare. Diffidano profondamente di Qualsiasi film che costi meno di 12 7/ifiioni di dollari; in questa città non campi con un film che lia un bilancio cosi piccolo! Così, il regista viene spinto a perdere tempo, a girare roba inutile-. Alla fine di quest'anno la vita di Welles, ora Incredibilmente deformata, verrà raccontata in due biografie rivali: una è scritta da Barbara Leamlng e autorizzata da Welles; è probabile che sia sciupata dallo scarso interesse per alcuni testimoni-chiave. L'altra, non autorizzata, è di Charles Hlgham, che si definisce un - biografo scientifico- e rischia di risentire della fretta con cui è stata scritta e dalla convinzione dell'autore di combattere una specie di battaglia personale con Welles. Ma entrambi. Hlgham e la Leamlng, concordano su di un punto: già dalla prima biografia di Welles, scritta da un diciassettenne, poco di quello che si sa sulla sua vita ha qualcosa a che vedere con la verità. Sebastian Cody Copyright *Tim<s NcHspapersi c per l'Italia < I a Stampa» Dicono che sia un irresponsabile, un distributore sostiene che «non è assicurabile, si stanca presto e costa troppo» Ora la situazione sta cambiando - Un film è quasi finito e altri tre sono pronti per le riprese, compreso il «Re Lear» Orson Welles oggi e in una scena di «Oidio», il film che l'iiilorc-regisla ha trascuralo «per lavorare In film falli da altri in modo da guada, re pili soldi per fare altri Otello»