I greci giudicano Papandreu e i suoi 4 anni di socialismo di Mimmo Candito

I greci giudicano Papandreu e i suoi 4 anni di socialismo Domani si vota: sul tappeto economia, rapporti con Cee e Nato I greci giudicano Papandreu e i suoi 4 anni di socialismo II partito del premier, «Pasok», aveva guadagnato ncir81 la maggioranza assoluta in Parlamento DAL NOSTRO INVIATO ATENE — Domani qui ci sono elezioni politiche generali. La Grecia da tempo ormai non è più quella del colonnelli, ora c'è una democrazia stabile, ci sono un governo e un'opposizione che fanno il loro mestiere senza grandi trucchi; accettare l'omogeneizzazione di questo Paese ex dittatoriale, come già della Spagna e del Portogallo, con il resto dell'Europa occidentale e con le sue società libere, disinvolte, tormentate magari dai problemi di una crescita squilibrata ma forti certamente delle loro sfide moderne, e del rispetto del diritti individuali, non è più materia discutibile. In Grecia dall'81 governano i socialisti, hanno la maggioranza assoluta, in questi quattro anni si sono impadroniti del Paese con un impossessamento progressivo e inarrestabile, che al confronto fa apparire un salotto di signore ammodo la pratica tutta italiana delle lottizzazioni. Ma nei quarantanni precedenti, il possesso della Grecia era stato tutto nelle mani del vecchio potere conservatore nato dalla vittoria nella guerra civile: e cambiare quarant'anni di governo in poco tempo è un'impresa che lascia certamente 11 segno. Paese occidentale e membro della Comunità europea, la Grecia deve comunque scontare la sua storia nazionale e la sua geografia, che la fanno terra alla frontiera dell'Oriente, tentata misticamente da un ponte che supera 11 Mediterraneo e si lancia a cercare la saldatura difficile, forse impossibile, delle civiltà dell'uomo. In questa avventura, il governo socialista di Papandreu ha speso quattro anni che Reagan e 11 Comando della Nato ricordano ancora col fiato sospeso, presi dentro una girandola continua di dichiarazioni e di proclami che sembravano dare ogni volta l'ultimatum all'Alleanza atlantica, al legami con la Cee, al futuro delle basi americane qui e a Creta. In realtà al proclami è sempre seguito un comportamento molto cauto, che ha badato bene agli interessi in gioco, e ha valutato con sano opportunismo come fosse assai più conveniente di ogni rottura prendersi mezzo miliardo di dollari all'anno per l'affitto delle basi e Incassare 1 contributi Cee che stanno facendo ricca, o comunque moderna e agiata, la povera agricoltura greca. Il risultato è che tutti 1 temi di politica estera, grande bandiera della vittoria socialista di quattro anni fa, oggi sono messi in un angolo. Resta allora la politica interna. Il governo socialista greco, alla pari di quello francese e di quello spagnolo, è stato costretto a gestire la crisi con un programma di austerità, tentando di favorire lo sviluppo senza incrementare la già pesante Inflazione (21 per cento, la più alta d'Europa); non ha fatto molto sul plano degli interventi strutturali, ma ha almeno avviato a una modernizzazione della vecchia arcaica società. Oggi la Grecia è un Paese certo più moderno, soprattutto la Grecia dell'interno, dove un tempo neanche tanto lontano 11 pope e li caporale della gendarmeria erano la legge e l'autorità assoluta. E in quella Grecia il Pasok di Papandreu appare ora fortissimo, certo vincente. Gli si oppone Invece la delusione del cittadini, 1 milioni di inurbati a forza nella povera immensa periferia di Atene che dal Pasok speravano una palingenesi impossibile. Il loro grado di delusione deciderà il voto di domani. A loro il partito conservatore di Nea Dlmocratia offre la promessa di una riduzione delle tasse, la contrattazione aziendale dell'indice di scala mobile, 165 mila nuovi posti di lavoro in due anni. Sono interessi che dovrebbero accomunare grandi e piccoli imprenditori, i lavoratori del servizi, la massa fluttuante del voto centrista, tipicamente di scambio.. Mimmo Candito

Persone citate: Papandreu