Palazzo Te mini Beaubourg

Palazzo Te mini Beaubourg Palazzo Te mini Beaubourg sistema metrico decimale, alla descrizione del campioni fabbricati per volere del cardinale Ercole Gonzaga e di Margherita Patologo. E' una serie ufficiale in vigore sino al 1861 quando venne emanata una nuova legge. Poi ci sono 300 monete comprese cronologicamente da Luigi Gonzaga (1328) a Ferdinando Carlo (1707) e medaglie raffiguranti reggenti, nobildonne e personalità. Al plano terra, nell'ala meridionale di Palazzo Te, trova posto la collezione Mondadori, donata a Mantova dalla famiglia dell'editore che nel Mantovano ebbe i natali. Sono 24 opere di Federico Zandomeneghi, impressionista della grafia mobile, e 14 oli di Armando Spadini, narratore di idilli familiari. Quarta ed ultima sezione del museo di Palazzo Te, quella permanente di arte moderna, appena inaugurata, riservata soprattutto a artisti mantovani o padani, con una bella raccolta di dipinti e una nuovissima sezione di sculture, raro modello di come si testimonia l'arte locale. Con 1200 lire (costo del biglietto d'ingresso) il visitatore può impossessarsi di un patrimonio vastissimo, in una cornice di suggestioni curiose, in cui si sente un'eco dei capricci e delle modernità dell'ideatore e del mecenate di Palazzo Te. FU un capriccio del duca di Mantova. Ha un nome curioso: Palazzo Te. Nell'Ottocento è stato sede di musei. Ora, terminati i grandi lavori di restauro, sarà un piccolo Beaubourg mantovano. SI parte da Giulio Plppi, detto Romano, allievo e collaboratore di Raffaello, il quale si trasferì a Mantova alla fine del 1524. Protetto da Federico II, esercitava un potere assoluto sullo sviluppo architettonico della città. La sua fantasia si espresse nella villa che il giovane Gonzaga gli ordinò di costruire nell'isola del Tè, una località bonificata per l'allevamento di pregiate razze di cavalli. Cosi sorse il Palazzo Te, ora restituito a Mantova nella forma più completa. Ospita 4 sezioni in corrispondenza dei 4 appartamenti della corte quadra. In uno trova posto la collezione egizia di Giuseppe Acerbi, mantovano, nominato nel 1826 console generale d'Austria in Egitto. Il diplomatico, prima della sua morte, aveva donato la collezione al Comune di Mantova, Si tratta di 400 reperti egizi (dalla XXIV dinastia al periodo ellenistico) tra i quali spiccano il gatto sacro dedicato alla dea Bastet e una scultura in legno che rappresenta il cane Anubi. In una seconda sezione ecco la straordinaria raccolta dei pesi e misure: dalle grida cjej.1554 con cui si voleva mettere ordine nel . ; , ■ ':- Giorgio Casco

Luoghi citati: Austria, Comune Di Mantova, Egitto, Mantova