L'inesorabile avanzata degli animali opportunisti

L'inesorabile avanzata degli animali opportunisti L'inesorabile avanzata degli animali opportunisti SI calcola esistano come minimo cinque milioni di specie viventi sul pianeta. Se ne sta estinguendo almeno una al giorno. L'ondata attuale di estinzione sta superando per rapidità e per numero di specie interessate tutte le altre avvenute nella storia della Terra. Secondo David M. Raup dell'Università di Chicago, in condizioni naturali la durata media di una specie si aggira intorno ai 5 milioni di anni e c'è stata in passato una media di 900 mila estinzioni naturali per ogni milione di anni. Attualmente il ritmo di estinzione sarebbe almeno quattrocento volte maggiore. Paradossalmente, la scomparsa di tante specie ad opera diretta o indiretta dell'uomo favorisce la formazione di nuove «nicchie ecologiche... di spazi vuoti in cui si insediano con successo specie nuove. Di conseguenza la «speciazione», come la chiamano i biologi, vale a dire la formazione di nuove specie, avviene in tempi più rapidi del normale. L'evoluzione accelera il suo ritmo. Come fa notare l'ecologo Norman Myers dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, autore tra l'altro del recentissimo volume «Gaia: an Atlas of Planet Management... molte sono le cause del fenomeno. Quando l'uomo distrugge una fascia dell'habitat di una specie, tagliandolo in due parti, la popolazione di ciascuna parte acquista caratteri distinti, per cui non è più in grado di incrociarsi con i membri dell'altra. Diventa cioè una specie nuova. I processi evolutivi pos¬ Maggio è anche i va, subì una mutazione genetica per cui diede origine a una forma scura che poteva sfuggire più facilmente agli uccelli insettivori sui tronchi anneriti. Quando però intervennero le leggi antismog e la situazione ambientale si normalizzò, la forma chiara ricomparve e sostituì gradatamente quella scura ad opera della selezione naturale. L'ambiente creato dall'uomo, l'abbondanza di rifiuti e l'inquinamento stes- sono essere accelerati anche dall'introduzione di nuove fonti alimentari. Nelle isole Hawaii la pianta del banano non esisteva fino a mille anni fa, quando l'uomo la introdusse. Da allora si svilupparono parecchie specie di farfalline del genere Hydylepta che si nutrono esclusivamente di questa pianta, a differenza delle loro consorelle dello stesso genere che si nutrono invece di erbe, legumi e altri vegetali. Nel Nordamerica l'espandersi dell'agricoltura e la proliferazione dei centri urbani ha creato una nicchia ecologica che è rimasta vuota fino al 1850, l'anno in cui fu introdotto nel Nuovo Continente il passero domestico (Passer domeslicus), che rapidamente ha colonizzato l'intero continente americano, sviluppandovi nuove sottospecie che differiscono tra loro e dalla specie capostipite sia per colore sia per dimensioni. Abbiamo assistito negli ultimi cent'anni alla nascita di nuove popolazioni che si sono adattate in un tempo lampo ai mutamenti ambientali prodotti dall'uomo. L'esempio più noto è quello della bianca farfallina Bìston betularia che, quando lo smog delle regioni industrializzate d'Inghilterra anneri i tronchi di betulla su cui abitualmente si posa- il mese dei papaveri so hanno favorito l'enorme proliferazione di alcune specie animali dotate di grande capacità di adattamento. Tra queste specie «opportuniste» vi sono insetti, come la mosca domestica e lo scarafaggio, uccelli come 11 passero, il gabbiano, il piccione, lo storno, mammiferi come il topo, il coniglio, il ratto, che hanno praticamente invaso tutto il mondo abitato. Questo boom degli opportunisti va spesso a scapito di specie indigene che vengono spinte più rapidamente all'estinzione. Cosi, nel Nordamerica, il passero ha usurpato cibo e luoghi di nidificazione a specie locali come gli scriccioli, le cutrettole. le rondini. Qualcosa di simile è avvenuto in altre regioni del mondo, che il passero ha colonizzato con l'aiuto dell'uomo: Sudamerica, Sudafrica, Australia e Accordo Italia-Kenya per la ricerca biologica antiparassitaria Nuova Zelanda. Una situazione analoga si ripete in Europa con i gabbiani, diventati oggi almeno trenta volte più numerosi di quel che erano al principio del secolo. Una slmile esplosione demografica è dovuta al fatto che questi uccelli sono onnivori: qualunque sostanza commestibile è buona per loro. La loro abnorme proliferazione ha però inciso fortemente sulle altre specie di uccelli marini costieri, che si sono trovati a dover competere per il cibo e per i luoghi adatti alla nidificazione con concorrenti più agguerriti e più adattabili di loro. Fortemente penalizzate sono state soprattutto le rondini di mare che sono oggi considerate sull'orlo dell'estinzione proprio su quelle coste inglesi dove in altri tempi erano assai numerose. Oggi ne sono rimaste meno di duemila. Assistiamo insomma a un sovvertimento preoccupante dell'equilibrio naturale. Quali ne saranno le conseguenze? Dice Norman Myers: «Gli insetti che hanno vita breve e immense capacità riproduttive, per cui le generazioni si succedono runa all'altra in tempi brevissimi, sono gli esseri più capaci di adattarsi ai rapidi mutamenti ecologici dei nostri tempi. Non cosi gli elefanti, le balene e gli altri grandi mammiferi che si riproducono con estrema lentezza, hanno capacità minime di adattamento genetico e si trovano chiaramente svantaggiati dal punto di vista evolutivo». E' di loro soprattutto che ' dobbiamo preoccuparci. I. Lattes Coifmann

Persone citate: Atlas, David M., Kenya, Lattes Coifmann, Norman Myers, Passer, Planet

Luoghi citati: Australia, Europa, Hawaii, Inghilterra, Nordamerica, Nuova Zelanda, Sudafrica, Sudamerica