Le idee che hanno fatto una cultura ambientale

Le idee che hanno fatto una cultura ambientale Le idee che hanno fatto una cultura ambientale STIAMO attraversando un periodo di profonda crisi definita, dà una crescente maggioranza di pensatori, senza precedenti nella storia dell'umanità. La specie umana, dopo aver vissuto per il 99 per cento della sua esistenza in maniera equilibrata con la natura, ha, in tempi straordinariamente brevi rispetto a quelli geologici e biologici cui sottosta l'evoluzione del viventi, sconvolto 11 pianeta creando una serie Incredibile di problemi e avviandosi addirittura a minare le basi stesse della propria esistenza. Alla base di questa situazione ormai alterata si può individuare un crescente squilibrio tra numerosi elementi che concorrono alla composizione della realtà che ci circonda. La qualità di risorse disponibili per l'uso umano sulla Terra, la loro capacità di rigenerazione, l'impatto umano quantitativo e qualitativo che viene a esercitarsi su di esse, la quantità di esseri umani che con tali risorse devono vivere, la qualità complessiva della vita di questi uomini, costituiscono tutti elementi tra loro interagenti. Fondamentalmente la crisi affonda le sue radici nella nostra incapacità di gestire gli stessi sistemi socio-cultural! da noi creati e la loro Interazione con quelli naturali. Come giustamente hanno fatto osservare numerosi pensatori e recentemente il fisico teorico Prltjof Capra nel suo bel volume «Il punto di svolta» (Feltrinelli) nel linguaggio cinese la parola crisi consiste di due caratteri di ugual valore: «wei- e «Ji«. Il primo significa •pericolo, rischio, azzardo», il secondo «sfida, opportunità, cambiamento». Ciò dimostra la doppia e complementare valenza della parola «crisi» alla qua.cJp^ioi. abitanti dei Pa£syn^strlalmentfi,, , ftxaozaji, siamo abituati a fornire il significato di pericolo e rischio più che quello di sfida e cambiamento. Eppure occorre ora Inventare nuovi stili di vita, nuovi modi di produrre e consumare, nuove possibilità reali di perseguire non più una crescita solo materiale, ma più squisitamente umana, di avanzamento intellettuale e di armonico rapporto con se stessi. Di fronte ai sempre più massicci danni che l'intervento umano produce negli ambienti naturali (distruzione di interi ecosistemi, scomparsa delle foreste tropicali, avanzamento del processi di desertificazione, inquinamento progressivo di acqua, aria e suolo) gli ambientalisti di tutto 11 monde cercano di individuare nuove strade di sviluppo rispettoso delle risorse naturali e di modificare gli atteggiamenti, 1 valori, i modelli culturali dominanti sottesi alla rapina del territorio e dell'ambiente. Sono fedeli al motto lanciato dal Sierra Club, «Non cieca opposizione allo sviluppo, ma opposizione allo sviluppo cieco» e alla frase di Edmund Burke riportata In apertura dell'ultimo libro dell'ambientalista Norman Myers («The Prlmary Bouree», Dulia distruzione delle foreste tropicali), «Nessuno compie errore più grande di chi non fa nulla poiché potrebbe fare solo troppo i^L'indAmentlcabile Aurelio La riserva naturale d concetto se ne collega Immediatamente un altro, approfondito abbondantemente dalla scienza ecologica, quello della cosiddetta «capacità di carico» di esseri umani del nostro pianeta. Come ha più volte sottolineato Lester R. Brown, direttore del Worldwatch Insti tute di Washington (uno del più acuti «osservatori» del mondo e del suo stato di salute) è oggi Indispensabile passare dall'etica della crescita all'etica dell'adattamento del bisogni e delle aspirazioni degli esseri umani alle reali capacità di sopportazione del nostro pianeta. Un altro importante concetto elaborato dalla cultura ambientalista, è quello della necessità di un approccio dìstico, interdipendente e multlcomprenslvo, alla complessa realtà nella quale dobbiamo vivere. In sintesi, 11 bisogno di non analizzare soltanto l'albero perdendo di vista la foresta di cui fa parte. Un altro concetto da sottolineare, infine, è l'armonizzazione tra globalismo e localismo che può essere sintetizzato nella frase conlata da Ervln Laszlo per 11 rapporto al Club di Roma «Obiettivi per l'umanità», rilanciato dal congresso della World Future Society: «Pensare globalmente e agire localmente». L'attenzione quindi ai piccoli passi concreti, locali, come semi di mutamento per 11 cambiamento totale del rapporto tra uomo e natura. Questi, in sintesi, alcuni del concetti base della cultura ambientalista che In diversi Paesi industrializzati si è già organizzata, spingendo nel dibattito politico il ruolo e l'operato delle associazioni, dei gruppi, delle organizzazioni: 11 contenuto Ideale e pragmatico al tempo stesso di queste consapevolezze condurrà a un mutamento delle nostre società e del loro valori. Giajufòìicxj^Slogna Peccel, fondatore e presi-, dente del Club di Roma, il gruppo informale riconosciuto Internazionalmente come uno dei più autorevoli «forum» di riflessione sul grandi problemi che travagliano 11 nostro pianeta, scriveva nel suo libro «Quale futuro?», nel 1974: «Vedo un immenso esercito popolare che lentamente sorge e si muove su fronti sparsi e frammentari in tutto 11 mondo. E' un esercito di cittadini qualunque che ritengono che sta giunto 11 momento di cambiare le cose». Oggi questo vasto ed eterogeneo esercito è molto più equipaggiato e organizzato rispetto a dieci anni fa, grazie anche al fondamentale contributo di Idee fornito da gruppi internazlo- The Polar or G FINO ad alcuni decenni fa si pensava che gli orsi bianchi, 1 vagabondi dell'Artico, fossero gli " esseri più solitari della terra. Sempre soli, tranne che nel fugace periodo degli amori.: Ma da quando gli studiosi hanno Incominciato ad applicare anche a loro la radiolocalizzazione, la tecnica che consente di seguire da lontano le peregrinazioni degli animali, si è scoperto che In un certo periodo dell'anno i giganti bianchi diventano sociali e vivono Insieme in aggregazioni anche molto numerose. '■■ "- « Il metodo è quello in uso per altre specie animali: si spara agli orsi con fucili a siringa carica di anestetico e 11 bestione di 11 a poco cade al suolo profondamente addormentato. C'è tutto 11 tempo di applicargli un collare con una minuscola radiotrasmittente, di accertarne il sesso, 11 peso e l'età presunta? Quando l'animale, si risveglia e riprende il cammino, il segnale emesso dal radlocollare viene raccolto da satelliti o da aerei, comunque da ricevitori in grado di registrare, praticamente in ogni istante, la posizione dell'orso. Dagli Anni 60 sono stati marcati più di tremila orsi polari. Si è potuto assodare cosi che 11 grosso carnivoro è straordinariamente fedele alle stesse località dove ritorna anno dopo anno. Questo accade nell'isola di Wrangel. ' dove ' gli zoologi sovietici hanno contalo circa 150 tane, e nella regione a sud di Churchill, nel Canada," dove Malcolm Ramsay dell'Università di Alberai J^cgpf rto e$e,?n(emen.J&,.o$tant8ii.tflpet Uk, cu! Je nall quali il Club di Roma. Quella che possiamo definire «cultura ambientalista» si è andata cosi formando in decenni di idee, pubblicazioni, dibattiti, azioni concrete, Iniziative locali e globali, attività di gruppi, organizzazioni. Questa cultura ha affiancato la profonda elaborazione di alcune consapevolezze che oggi sono abbondantemente riconosciute dalla comunità scientifica internazionale. La consapevolezza che la Terra, unico luogo dell'universo dove è possibile vivere per la specie umana, ha chiari limiti, costituisce la principale riflessione del delle Cesine, lungo il Basso Adriatico nei press/di Otranto

Persone citate: Churchill, Edmund Burke, Laszlo, Lester R. Brown, Malcolm Ramsay, Norman Myers, Wrangel

Luoghi citati: Artico, Canada, Otranto, Roma, Washington