Lungo viaggio dall'Oriente ai Pirenei

Lungo viaggio dall'Oriente ai Pirenei Lungo viaggio dall'Oriente ai Pirenei . ER quel che ne // w~ sappiamo, l'univer- ^ so avrebbe 15 miliardi di anni, il nostro sistema solare quattro e mezzo circa, mentre la vita è apparsa intorno ai tre miliardi e duecento milioni di anni fa. E intorno ai due milioni e mezzo di anni fa un primate bipede scheggia una pietra in mezzo alla savana africana e diventa un uomo. Nella vita appare il pensiero concettuale, l'intelligenza». A parlare è Henry de Lumley. direttore dell'Istituto di Paleontologia umana e del Musée de l'Homme di Parigi, l'antropologo che più di ogni altro ha legato il proprio nome ai primi abitanti d'Europa. Il protagonista della diffusione dell'umanità dell'Africa in Eurasia è l'Homo ereetus, apparso verso un milione e ottocentomila anni fa. Non si deve pensare che ci sia un Impulso migratorio alla base della sua colonizzazione di nuove terre disabitate. Il modo di sopravvivenza, caccia e raccolta, implicava il nomadismo: spostamenti inconsapevoli, anche limitati a una ventina di chilometri per generazione, sarebbero stati sufficienti a coprire in soli 20.000 anni i 14.000 Km che separano la Rift Valley LA ricostruzione dell'aspetto fisico dell'uomo di Tautavel, effettuata dallo scultore André Bordes, come nel caso di altre opere di questo tipo, pone il problema di quanto vi sia di reale o di fantastico nel tentativo di dare un volto all'uomo fossile. La componente fantastica era certo dominante nelle ricostruzioni tentate verso la fine del secolo scorso: idee preconcette e scarsità di resti fossili umani influenzavano e limitavano fortemente la realizzazione di ricostruzioni corrette. All'inizio di questo secolo ci si rese conto del fatto che era possibile ottenere una base scientifica che garantisse una maggiore credibilità, sfruttando le conoscenze dell'architettura scheletrica e modellando su di essa le masse muscolari. L'attenzione è da sempre rivolta essenzialmente alla testa, in quanto è proprio il cranio la parte scheletrica che ha subito i maggiori cambiamenti nel corso dell'evoluzione umana. Il lavoro ha inizio quindi con il calco del cranio fossile. Su di esso è possibile rimodellare le masse muscolari: infatti, dall'aspetto delle loro zone di inserzione è possibile risalire alla forma e alle dimensioni die muscoli stessi, poiché quanto più un muscolo è potente, tanto più marcata ed estesa sarà la sua area di inserzione sull'osso. Si ottiene cosi un modello in cui la forma generale del. Qvipcia epttimn na FISICA: Nasce in Germania una «pista» dove si scontreranno protoni ed elettroni, di Daniele Cattani, dell'Università di Bologna / ETOLOGIA: Quando gli animali fanfqpUUava BCWiliiaAla no uso ^ droghe, dell'etologa Isabella Lattes Coifmann / ECOLOGIA: Sempre più minacciate le zone umide, di Marco Lambertini, della Lega per la protezione degli uccelli / BOTANICA: Gli olivi dopo il grande freddo, di Elena Accati, consulente Fao / MEDICINA: Zucchero ed eccesso di peso, dell'alimentarista David Hume e di Vittorio Wyss, dell'Università di Torino' • Contrariamente alle altre specie», interviene de Lumely, «quando l'uomo è passato dalla propria nicchia naturale, la savana, a un'altra, non si è trasformato. Per gli evoluzionanisti, quando una specie si espande in nicchie molto differenti, si adatta; quindi si diversifica in più tipi molto specializzati in funzione dell'ambiente. L'uomo, invece, si è rapidamente diffuso su tutto 11 continente africano, per poi passare in Eurasia intorno al milione e mezzo di anni fa. Ha attraversato savane, deserti, foreste tropicali e umide, macchie mediterranee e decine di ambienti e climi Intermedi, senza specializzarsi. E' stata la nicchia ecologica dell'uomo a subire la pressione e, di conseguenza, a ingrandirsi fino a coprire il mondo intero». L'anello di retroazione (feedback) tra ambiente, tecnologia e intelligenza. alti del Roussillon, dove si sono finora scoperti più di 100 siti; a Soleilhac, vicino a Puy, un accampamento di cacciatori di pachidermi era costituito da allineamenti di blocchi di basalto. In tutti questi siti sono numerosissimi i resti di pietre scheggiate, di tipologia arcaica rispetto ai contemporanei africani, quasi a sottolineare che gli «emigran-' ti» europei erano dei marginali a tecnologia Inferiore. quello che tutti noi chiamiamo cultura, è stato dunque 11 protagonista dell'innovazione che ha portato Yerectus in Europa. Le tracce più antiche della presenza dell'uomo nel nostro sub continente hanno un'età compresa tra un milione e un milione e mezzo di anni, ma le testimonianze, pochi rozzi utensili associati a faune fossili, sono incerte e richiedono ulteriori verifiche di stratigrafia e datazione. Non si conosce la via di penetrazione In Europa; de Lumley tende a escludere l'ipotesi «mediterranea»: «E' vero che il livello del. mare è stato anche di cento metri inferiore rispetto a oggi, ma ciò non sarebbe stato sufficiente per aprire «ponti» tra la Tunisia e la Sicilia. La navigazione era sconosciuta aWerectus e, al punto attuale delle ricerche, si può affermare che l'uomo è arrivato via terra dall'oriente». A differenza degli animali, l'uomo «organizza» lo spazio in cui vive. In Europa, fin dal Pleistocene Inferiore (tra 1,5 milioni e 700.000 anni), l'abitato può essere in grotta, con organizzazione molto sommaria (grotta del Vallonet, nelle Alpi Marittime); oppure all'aperto, accanto a un corso d'acqua, come nei terrazzi da Pechino. Ma per far questo bisogna essere equipaggiati in funzione di una straordinaria novità nel pigro orizzonte evolutivo: la variazione della propria nicchia ecologica, cioè il rovesciamento del rapporto animale / ambiente. di 300.000 utensili e 150.000 reperti faunistici». La grotta era un luogo Ideale: dall'alto degli 80 metri di scarpata, i cacciatori potevano sorvegliare le mandrie di cavalli, bisonti, rinoceronti e, talvolta, elefanti che pascolavano nella pianura. «Nello strato G dell'Arago, si ha un lastricato di pietre e ossa spesso un metro, fatto dall'erectus per proteggersi dall'umidità, come nel siti italiani di Venosa e Isernla. In effetti i siti francesi, Italiani o altri sono molto slmili;. Yerectus non aveva frontÌera,.Tecnor. logia e modo di vita erano identici: le vere frontiere, sono solo quelle culturali». De Lumley conclude: «Una cosa sola mancava all'uomo di Tautavel: il fuoco. Il fuoco rappresenta una fondamentale linea di demarcazione nell'evoluzione umana. Il primo focolare costruito noto è stato trovato a Terra Amata, nell'abi-. tato di Nizza, ed è datato a circa 380.000 anni fa. In tutta l'Eurasia, col fuoco 11 giorno si allunga, 11 freddo si mitiga, l'alimentazione migliora. Ma, soprattutto, gli uomini Intórno al fuoco scoprono la nuova dimensione del gruppo e della tradizione culturale». Vari tipi Gran freddo «Per 4/5 del Quaternario», precisa de Lumley. «l'uomo ha dovuto affrontare un clima molto più rigido di quello attuale. Quindi siti particolarmente favorevoli venivano scelti e abitati in modo ricorrente per lunghissimi periodi. E' il caso della grotta dell'Arago, vicino a Tautavel, nei Pirenei orientali. A partire dal 1967 abbiamo portato alla luce una ventina di suoli di abitati preistorici in uno spessore di 11 metri di sedimento. L'uomo ha occupato la caverna a partire da 700.000 anni fa e. in uno strato datato a 455.000 anni fa. abbiamo trovato 11 più antico cranio di ereetus europeo. In totale la grotta ha. fornito finora una sessantina di resti ossei umani, più Come si ricostruisce l'aspetto dei più lontani antenati Alberto Salza Polemich