QUando Lucullo mangiava le lingue dei pavoni

Tutti i piaceri dell'antica Roma Tutti i piaceri dell'antica Roma Quando Lucullo mangiava l li d gle lingue dei pavoni prattutto sulla romanità Imperiale e sulla romanità di Roma. La provincia fu quasi sempre e quasi tutta ben diversa e ben più normale, legata ad un'economia agricola e ristretta, a inferiori disponibilità di mezzi, di sussidi, di occasioni e di tempo libero. E cosi la Repubblica, almeno fino al dilagare delle prede belliche e dei contatti con l'Oriente, ebbe più da sfacchinare che da godere, e qualche ritegno in più, che poi la filosofia e il tenessero fecero in fretta a spazzar via per dar luogo a un paio di secoli veramente Indimenticabili nella storia del godimenti mondani. Si prenda dunque la mensa, e si paragonino fra loro, insieme al Robert nel suo quinto capitolo, due ricette di cucina: una di Catone il Censore, II secolo avanti Cristo, e una di Aplclo, primo secolo dopo Cristo. Ecco cosa consiglia 11 primo per un buon pasto a base di polenta: «Mettete tre etti di semola in acqua pura e lasciate che s'imbeva ben bene, poi versatela in un recipiente adeguato, aggiungete un chilogrammo di formaggio pubblicana, e sia pure per la mensa festiva dei sacerdoti, notoriamente abili ed abbondanti gustatori della tavola, reca: entrée a base di frutti di mare, tordi, gallina grassa all'asparago, terrine di ostriche e muscoli, beccafichi, filetto di capriolo e cinghiale, paté di volatile, gusci di mare; pietanze: poppe di scrofa, testa di cinghiale, pesce, anatre, arzavole bollite, lepre, arrosti d'uccelli; per dessert, crema alla farina e biscotti. Certo mancavano allora alcuni degli Ingredienti essenziali della nostra cucina, dalle patate al burro. Ma 1 vini esotici e lavorati, la varietà infinita delle erbe aromatiche, l'abbondanza della selvaggina, la profusione di mezzi e di personale nelle case altolocate, un'estetica che non privilegiava la linea snella, l'assenza di ritegni e riguardi favorivano la squisitezza e l'abbandono a 'questi come ad altri placeri da parte del romano che avesse avuto la fortuna di nascere al momento e al posto giusto. Crasso ebbe un patrimonio di 400 milioni di sesterzi e Cicerone di 120 quando un litro di fresco, un etto e mezzo di miele, un uovo, e mescolate bene: ■ Ed ecco come ti confeziona una porchetta 11 cuoco jaugusteo: «Per la "porchetta alla giardiniera" si disossi il porcellino attraverso la gola fino a trasformarlo in un otre. Lo si riempta allora con polpettine di pollo tritato, tordi, beccafichi, le sue stesse interiora tritate, salsicce lucane, datteri (senza nocciolo), cipolle abbrustolite su una pietra calda, lumache (tolte dal guscio), malva, bietole, porri, sedani, broccoli bolliti, coriandolo, pepe (in grani), pinoli. Aggiungete quindici uova sbattute e un po' di salamola di pesce pepato, quindi ricucite il porcellino, sagomatelo e arrostitelo al forno: Cosi preparata, la porchetta à la jardinlère poteva decentemente entrare in un normale banchetto romano, che inevitabilmente doveva incominciare nel tardo pomeriggio e protrarsi fin ben addentro nella notte, con intermezzi di musica, danza, giochi e spettacoli, per non dir altro. Un menu trasmesso da Macrobio già per l'età re¬ siero. Carlo Carena Jean-Noei Robert, «I piaceri di Roma». Traduzione di Clelia Guagnellinl. Rizzoli. 328 pagine,' 25.000 lire. Hans Blumenberg Naufragio con spettatore

Persone citate: Carlo Carena Jean, Catone, Clelia Guagnellinl, Hans Blumenberg, Imperiale

Luoghi citati: Roma