Liberty italiano di Giorgio Martinat

Liberty I italiano Liberty I italiano Nelle «Guide all'architettura moderna» dell'editrice Laterza è uscito il volume dedicato a -Il Liberty in Italia; scritto da Eleonora Bairati e Daniele Riva (pp. 220, L. 40.000). E' un testo molto circostanziato (ampio spazio è lasciato ad esempio all'Esposizione internazionale delle arti decorative di Torino del 1902) che fa il punto sugli sviluppi del movimento modernista in Italia con scritti sui protagonisti, i comprimari, i concorsi, le tipologie, le forme dello stile. Particolarmente utili appaiono le schede critico-biografiche sulla produzione architettonica e gli artisti pia rappresentativi, da Basile a Sommaruga, da Fenoglio a D'Aronco. Completano il volume un itinerario attraverso le più importanti città del modernismo italiano e un'antologia di testi critici coevi fra cui figurano Botto, Bistolfi, Calandra, Thovez. E' la guerra vera, che traspare da queste pagine. Fatta soprattutto di lunghe ore perdute, di cimici e pidocchi invincibili, di freddo fango fame e fatica, di sparatorie insensate nella notte contro fantasmi. Tragedia, ma più spesso grottesca che sublime, fatta non di esaltazione retorica ma dt prosaica paura: «Il mio battaglione è proprio In uno di questi cerchi che io chiamo magici. Da qualunque parte ci si volti, c'è una sentinella greca che ci scruta dall'alto. Almeno questa è la sensazione che si prova. I greci qui non attaccano, non calano a precipizio dalle loro cime per metterci a prova di battaglia. Ma dal loro posti sicuri tirano su noi, continuamente, di giorno e di notte.' Sembriamo dei bersagli da esercitazione». Una condizione di frustrante impotenza, riassunta nella lapidaria risposta, che il p^i'one sottotenente annota, del \ generale Gambara aMv colini, giunto sulla linea del fronte per ordinare di vincere: «Eccellenza, come stanno le cose 1 soldati italiani non possono vincere. Possono soltanto morire». Mezzo secolo dopo, nella primavera dell'anno scorso, Granzotto tornerà sul monte Gotico a specchio nella Vojussa, nella stessa casa che aveva ospitato il tenentino in guerra. E ne incontrerà il proprietario, allora fuggtto sui monti, come ricorda a conclusione del suo libro: «"Sei stato a casa mia" esclamò trasognato. Lo diceva come si può dirlo a un ospite ritrovato dopo lunghi anni. Io ero stato a casa sua. Guerra o non guerra, mi guardava come si guarda un fratello. Rincorreva con me la giovinezza. Mi gettò le braccia al collo e io lo serrai sul mio petto. Eravamo troppo antichi per piangere». E' anche, quella di Granzotto, una guerra senz'odio. ' Giorgio Martinat Gianni Granzotto: «Vojussa mia cara», Mondadori - 136 pagine, lire 16.000. (m. d. c.)

Luoghi citati: Italia, Torino