Nel brodo primordiale di quelli della notte Totò Rinascita e i Karamazov
C'è una biblioteca dietro la trasmissione di Arbore C'è una biblioteca dietro la trasmissione di Arbore Nel brodo primordiale di quelli della notte Totò, Rinascita e i Karamazov Amo The brave new world di Aldous Huxley. Io mi identifico naturalmente con il "brodo primordiale" che diventerà presto libro e che tratterà esclusivamente temi escatologici, di quella scienza cioè, per chi non l'avesse ancora capito, che prevede il futuro dei destini umani e non la. scatologia che spia i suoi umori, le sue deiezioni-. Frate Frassica è d'accordo? «Le mie letture private si dividono tra Fiatano e Longanesi. Ma qui leggo i libri di Sani Gesualdi, che sono 640.000, raccolti in un cofanetto intitolato I miei megli scritti. Sani Gesualdi scriveva dalle 800 alle 900 poesie al giorno, tanto che non aveva neanche il tempo di leggerle. La prima, che si intitola Compottatl bene, la scrisse all'età di 3 anni, lui che nacque il 8-9-10 agosto del 1111 e morse cinque anni fa. Alla fine della sua vita scriveva solo i titoli delle poesie. In futuro come microstorico mi dedicherò a usi, costumi e abiti di Scasazza, provincia di Agrigento e TranU. Ma allora non sarà che «Quelli della notte» si sentono più scrittori che lettori? Ferrini scuote il capo, dice: »Io mi sento più lettore di riviste, e questo lo 'dice la parola stessa: la rivista passa in rivista il presente, di cui bisogna tener conto per andare verso il futuro, che è il grande problema. Gli editori devono pensare di più al futuro del libro. E anche al formato del libro. Per il Sud dovrebbero farli più grandi. Perché sparisce la roba al Sud. Questo è il problema. Le parole possono continuare a metterle in fila come per i libri del Nord, e anche la tinta, l'inchiostro: a piacere, non ci sono re-, gole. Siamo in democrazia: Catalano, lei, fra una banalità e l'altra, legge? -Io sto scrivendo questo: La vita è una tromba, raccolta di banalità immortali. Io leggo le recensioni ai libri, vado a vedere i film tratti dai romanzi, non sempre vedo tutto il film sul libro. Ma Via col vento e Zivago li ho letti al cinema. Io in questo salotto culturale sono un 'imbucato"». Interviene Pazzaglla: «7/ quoziente in¬ Nico Orengo TORINO — «Felicità è... 11 colore di una ciocca di capelli». Non è un 'bacio Perugina-, nemmeno un fumetto di Linus. E' un frammento da L'ultimo paradosso, il nuovo libro di Alberto Asor Rosa che sta per uscire da Einaudi fpp. 196, L. 12.000). Ma che paradosso è mai questo? Lo storico marxista della letteratura, il teorico comunista di » Contropiano» e •Laboratorio politico» sulla stessa lunghezza d'onda di un Alberoni, o di un Watzlatuicfc, anche lui con ti suo breviario, la sua vita: istruzioni per l'uso? Asor Rosa, sorriso e baffi da soriano, risponde con sereno disincanto: «La mia è una forma di scrittura completamente diversa. Non ho fatto un discorso programmatico sulla vita. Ho registrato solo pensieri nati in maniera scoordinata tra loro. Nessuna ambizione di interpretazione sistematica; solo alcune impressioni e sensazioni profonde che nascono da un certo rapporto con 11 mondo». L'ultimo paradosso vuote 'affondare la psiche nell'interiorità»: parla di nascere e morire, eros e amore, piacere e dolore, solitudine e ascesi. Ma anche di intellettuali e potere, estetica e filosofia della conoscenza. Un quaderno d'appunti, raccolti tra il '79 e V83; riflessioni brevi, jino all'aforisma. Perché questa diversa forma di scrittura? «Mentre continuavo a dedicare buona parte del Incontro con lo storico della letteratura ratura sganciata dall'ideologia, allora rappresentata dal populismo. L'Impianto della "Letteratura Einaudi" sostituisce a un disegno unitario determinato da un modello Ideologico (ad esemplo quello desanctislano) un insieme di sistemi interpretativi, ognuno del quali può rispondere anche a logiche sue proprie, differenziate. Mi sono sempre sforzato di indicare la centralità del testo come oggetto specifico della critica e storiografia letteraria. Certo non sono un semlologo. Penso che, prima ancora di leggere e Interpretare un testo, il problema sia circoscrivere e definire l'opera 'letteraria, rispetto ad altre forme di comunicazione, dentro un sistema di relazioni». Ma per Asor Rosa questo non significa un ritorno al materialismo storico: «Il testo come prodotto determinato dalla società, o 11 testo considerato un dato acquisito una volta per tutte, come fa una semiologia esasperata, sono entrambi versioni astratte e dogmatiche». Oggi L'ultimo paradosso di Asor Rosa preferisce cercare e accontentarsi di conoscenze 'Imprecise e approssimative». Perché l'uomo «é vecchio, quando ' ha solo convinzioni» e •funziona di più una mediocre geografia di una buona metafisica»: l'unico 'Zoccolo duro» che rimane è la 'Sopravvivenza biologica».
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