Ma è un «vero» Giro o una presa in giro?

Ma è un «vero» Giro o una presa in giro? Ma è un «vero» Giro o una presa in giro? McEnroe a Parigi per Pen plein nelPunico torneo che gli manca dal nostro Inviato GIAN PAOLO ORMEZZANO CROTONE — Oggi il 68° Giro d'Italia attraversa la Calabria, si sposta dallo Ionio al Tirreno, comincia la risalita della penisola. La fila propone, anzi impone, tre salite ufficiali, da Gran Premio della Montagna, e tutto un su e giù «clandestino^ per oltre 200 chilometri. Ieri poi è uscito il gran sole. C'è tutto per un bell'arrosto di corridori, oggi fra Crotone] e Paola. Poi magari non sue-, cede niente. E si rafforza il sospetto che in questo Giro —' che ha toccato il fondo non' solo in senso geografico — non succeda mai niente, la classifica sia fatta •all'indletro», cioè da errori, debolezze, cadute, non da strategie, imprese, ardimenti. Ripensiamo il Giro dal 16 maggio a ieri: una sola vera1 fuga lunga, pastosa, classica, quella di sei 'nessuni- verso\ Jesi, primo Maini; la selezione normale, fisiologica della salita verso Selva di Val Gardena, p'rlmo Selz su un quar-\ tetto; la scappatina di Vitto-' rio Veneto, tre avanti per una' ventina di chilometri, primo. Bombini su Pagnin declassato. E basta, come sostanza di tappe. Soltanto cronometro e sprint. Ieri Rosola tu Bon- Hinault senza problemi al Giro tempi, evviva Rosola già due volte secondo in fotofinish dietro a Freuler e Hoste, coraggio Bontempi. E Visentini sempre in maglia rosa, bravo Visentini. Ma vien da pensare a cosa avremmo scritto, anzi non avremmo scritto, anzi avremmo non scritto, se non ci fosse,o state le cadute di tanti corridori, la caduta di gusto di Moser e del suo clan, patron compreso, sul tema Giro d'Italia-Tour de France, la caduta della pioggia. Ormai i giornalisti di ciclismo sono diventati grandi maestri, qui al Giro, nell'interpretazione dei sospiri unioni, dei fruscii meccanici. Ma a tutto c'è un limite. La corsa-corsa non esiste, Hinault se ne sta andando verso le salite e il cronometro in santa pace, anzi ieri proprio lui e il suo collega LeMond hanno fatto del movimento, tanto per non crepare di noia, agitando subito la tappa che cosi è andata avanti, sul lungomare ionico, a quasi 41 l'ora. Moser sembra tutto impegnato dal Tour, dal problema di come non fare il Tour senza fare una brutta figura. Saronni spreme la squadra per le volate, ma siccome poi lui non vola c'è il sospetto che la sprema per essere comunque, alla fine del Giro, il migliore •interno', e cosi ottenere ancora il capitanato. La cosa più importante registrata ieri riguarda i fiori: fiori sui marciapiedi dei paesi, fiori giù dai balconi, fiori lanciati dalla gente anche durante la volata. Gente buona, calda, presa dal Giro e un po' anche — ma non lo sa — presa in giro. prio campionato del mondo su campi in terra, al successo finale non aspirano solo McEnroe e Lendl: ci puntano anche Yannlck Noah (Il francese, galvanizzato dal successo romano, cercherà di bissare la vittoria del 1983), o gli svedesi emuli di Borg, capitanati da Mate Wilander, vincitore a Parigi nel 1982. Nella foto (da sinistra a destra) : Wilander, Noah e Lendl. John McEnroe, Il campione del mondo, torna all'assalto di Parigi e del campi In terra rossa del Roland Garros, la sola prova che non è riuscito ancora a conquistare. Lo scorso anno l'americano è arrivato ad un passo dal successo, ma in vantaggio di due set ha permesso la rimonta del cecoslovacco Ivan Lendl. Una sconfitta cocente che McEnroe cercherà di riscattare quest'anno, ma II suo compito non sarà agevole. Lendl, con la sua nuova dieta (tanti spaghetti e niente cerne rossa e alcol), la stessa di Martina Navratllova, appare In grande forma e Ieri ha nuovamente battuto l'americano a Dusseldorf nella finale della Coppa del Mondo (6-7, 7-6, 6-3). Ma al Roland Garros, un vero e pro¬

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