Galli: «Voglio vincere qualcosa»
Nel ritiro della Nazionale intervista con il portiere della Fiorentina: speranze e programmi Nel ritiro della Nazionale intervista con il portiere della Fiorentina: speranze e programmi Galli: «Voglio vincere qualcosa» «Ho 27 anni, ho giocato 230 gare in serie A e finora non ho raccolto nulla nel mio albo d'oro» - «Il nostro guaio è stata la malattia di De Sisti: i problemi di spogliatoio hanno condizionato la stagione» - «Andrei via da Firenze piangendo, ma direi sì alla Juventus» però deve fare una squadra competitiva a tirar fuori molti quattrini con la prospettiva niente affatto sicura di poter operare con successo sul mercato; oppure mi cede alla Juventus ottenendo una soddisfacente contropartita. Secondo me, questa è la strada più interessante. Anche perché sono convinto che il problema della Fiorentina sia solo di mentalità». Vale a dire? «Sono sicuro che la stessa squadra dello scorso anno, con una mentalità diversa, potrebbe arrivare terza. Proprio cosi. Prendiamo questa squadra, portiamola in una clinica e facciamole il lavaggio del cervello: poi vedrete di che cosa è capace». Addirittura il lavaggio del cervello: cosa è mai successo alla Fiorentina l'anno scorso? «Problemi di spogliatoio, lo, L'intervista parte così, con un appello del portiere alla società che l'ha allevato e cresciuto. Parole insieme di dolore e di rabbia, da amante tradito e disposto a trovare altrove la sua felicità. E continua, l'intervista, con un invito alla Fiorentina. «Non credo servano i soldi, servono i giocatori. Che se ne fa la Fiorentina dei quattrini, se poi non ha la possibilità di spenderli bene sul mercato? Tutte si rinforzano, Juventus, Inter, Napoli, Milan, e i pezzi migliori sono richiestissimi. Se invece la società decidesse di cedermi, allora...». Allora? «Potrebbe avere in cambio Tacconi e Vignola, stando a quanto leggo sui giornali. Oppure chiedere una punta oltre al portiere qualora non arrivasse Iorio. Voglio dire che i casi sono due: o la Fiorentina mi tiene, dal nostro Inviato CARLO COSCIA PUEBLA — Azzurri a Puebla, aria di Mundial. Ma si pensa sempre all'Italia, al campionato. Alla parola Juventus, ad esempio, Giovanni Galli si confessa. «Penso che le due società siano già d'accordo, penso non sia questione di soldi ma di contropartita. Io ho detto chiaramente il mio punto di vista, ora tutto dipende da Fiorentina e Juventus». // suo punto di vista? E qua! è? «Sono disposto a restare in viola, purché la società faccia le cose per bene. Come giocatore, e non come leader, pretendo mi sia data la possibilità di vincere qualcosa. Ho 27 anni, ho giocato 230 partite in serie A, non voglio chiudere la carriera con la voce "nulla" nel mio albo d'oro». Galli, addio alla Fiorentina per la Juventus: è quasi sicuro vanza tranquillo sanno tutti. Il vera guaio è 'stata la malattia di De Sisti, che è stato costretto a ritornare troppo presto in panchina per chiudere le polemiche interne. La squadra era in difficoltà di gioco e risultati, c'erano stati problemi fra Socrates e Onesti, e allora De Sisti è tornato. Ma noi ci accorgevamo che non stava bene. Era pieno di pasticche, a volte alla lavagna ripeteva tre volte la stessa cosa. Ma lui è tornato per amore della squadra, e noi l'abbiamo ripagato con opposta moneta». Ci spieghi meglio, Galli, ci dica il tipo di moneta. «De Sisti è l'allenatore che ho amato di più nella mia carriera, mi dispiace profondamente che sia stato trattato in quel, modo. La Fiorentina era una squadra difficile da gestire, nello spogliatolo intendo. Anche Valcareggi ha avuto gli stessi problemi. Troppi giocatori di personalità, troppi leader a parole e non in campo. ■ L'unico vero leader è stato Àntognoni ». E lei, in questa specie di guerra fra Guelfi e Ghibellini, da che parte stava? «In mezzo, non ho mai amato le fazioni. Ascoltavo le due campane e stavo male: perché è brutto vedere in una squadra due gruppi che si fanno la guerra. Io poi non avrei mai potuto dire all'allenatore che doveva far giocare quello o tener fuori quell'altro. La formazione deve farla l'allenatore, anche perché a ben vedere è sempre lui a pagare. Questa era la Fiorentina dello scorso anno, e questo spiega parte del discorso fatto alla società. Lascerei Firenze piangendo, ma se qualcuno mi chiedesse di scegliere, direi s) alla Juve».
Luoghi citati: Fiorentina, Firenze, Italia, Napoli
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