Un progetto scuola-lavoro per ragazzi sotto i 18 anni
La Gioventù operaia cristiana propone resperimento francese La Gioventù operaia cristiana propone resperimento francese Un progetto scuola-lavoro per ragazzi sotto 118 anni E' un sistema per creadisoccupati) - A Tori Oioc vuol dire Gioventù operaia cristiana. Nasce nel 1925 in Belgio, due anni dopo in Francia. E' un movimento che viene da lontano, presente ormai In gran parte dell'Europa Occidentale. E' piccolo e povero, ma dall'impegno straordinario. In anni di caduta verticale dell'occupazione giovanile, 11 lavoro come risorsa contro l'emarginazione è diventato il manifesto della aloe. Carte di diritti e rivendicazioni sono state presentate in quasi tutti i Paesi Cee, in Italia con altre forze giovanili. «Ma netto stesso tempo si vuole cominciare a ragionare in termini più ampi: il problema è comune e comune deve essere la volontà di affrontarlo-, spiega Tommy Panerò, presidente nazionale della Oioc, al termine del convegno di Torino (svoltosi ieri nel teatro della parrocchia di Santa Maria Coretti), una delle occasioni per riflettere e preparare la manifestazione del prossimo primo L'Usi ha predispo are sbocchi di occupazione ai giovani (che sono la maggioranza dei rino la Gioc ha organizzato 5 centri d'informazione e di incontro giugno a Strasburgo, indetta per richiamare l'attenzione sulla piattaforma rlvendicatlva europea dei «jeunes travailleurs sans emploi». Si calcola che i giovani disoccupati con meno di 25 anni di età rappresentino ormai più del 40 per cento dei 19 milioni di senza lavoro in Europa. Nei Paesi Cee solo la Creda e la Danimarca contengono il fenomeno al di sotto della soglia del 30 per cento. In Italia quasi una persona su due alla ricerca di un'occupazione è un giovane (l'altra è una donna). Il primato negativo spetta alla Spagna. Noi però veniamo subito dopo. Sotto accusa le politiche nazionali per il lavoro giovanile: nascono attorno alla metà degli Anni Settanta e si traducono in programmi, strutture, iniziative di diverso spessore e dai conseguenti differenti risultati. A Torino si è parlato positivamente del progetto francese di alternanza scuola-lavoro per i ra¬ sto un rafforzamento gazzi tra i 16 e i 18 anni, 500 mila giovanissimi coinvolti tra il 1982 e l'84, in particolare tra 1 figli degli immigrati, un quinto dei quali è riuscito poi ad avere un contratto di lavoro. -Il bilancio è stato più confortante sotto un altro aspetto — ha ricordato nel suo intervento la dott. Giovine, ricercatrice dell'Isfol —, quello di aver creato oltre 3 mila punti aggiuntivi di riferimento, dove accogliere adolescenti sema lavoro né scuola e, in base ai bisogni di ciascuno, pensare del percorsi individuali di formazione alternati a stages presso aziende. Si sono offerte delle attività. Già questo è importante». La Cloe presta una speciale attenzione al tempo della ricerca del lavoro e al contenuti con cui riempire la noia di giornate sempre troppo uguali. Non a caso il movimento è da sempre impegnato a lavorare nelle periferie, per l'emancipazione dei giovani «più deboli» sul mercato to delle misure d'igie del lavoro: i pluribocciati e privi di qualificazione, usciti dalle famiglie dell'area del disagio, la società dei «condannati all'emarginazione», destinati ad infoltire l'esercito del 4-5 milioni di disoccupati previsti per lo scenarlo italiano di metà degli Anni Novanta. I centri di informazione per i giovani disoccupati, sorti dove la Gloc è presente, inseguono questo obiettivo. Torino è la città d'Italia che ne conta di più: cinque, organizzati con il concorso della Circoscrizione, come a San Donato, o presso una parrocchia, è il caso di Lucento. «Oltre che per informare sulle offerte di lavoro — precisa Panerò — servono per far incontrare i giovani dagli stessi problemi, per preparare ad un concorso o ad insegnare un mestiere di artigiano. Siamo li anche per chi voglia lezioni di chitarra: tutto è importante contro il disagio, la solitudine, il vuoto di idee». Alberto Gaino ne negli ospedali
Persone citate: Alberto Gaino, Giovine, Tommy Panerò
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