Il complotto di Alì Agca e dei suoi «fratelli bulgari»

Il complotto di Ali Agca e del suoi «fratelli bulgari» Il complotto di Ali Agca e del suoi «fratelli bulgari» Comincia oggi a Roma il processo contro del 1981, sono altri quattro turchi e tre bulgari: di questi uno soltanto, stamane, siederà sul banco degli Imputati, l'ex impiegato della Balkan Air, Serghei Antonov, arrestato il 25 novembre 1982 ed attualmente agli arresti domiciliari per motivi di salute. Accanto ad Antonov e Agca, prenderanno posto Musa Cerdar Celebi, 33 anni, ingegnere e presidente della «Federazione delle associazioni democratiche idealiste turche in Europa», estradato dalla Germania, ed un altro turco Omer Bagci, 39 anni, arrestato in Svizzera e consegnato alle autorità italiane. In contumacia saranno ROMA — Alle nove e trenta di stamane, nell'orma! più che collaudata aula-bunker del Poro Italico, avrà Inizio quello che da molti ormai e forse senza esagerazione vie-' ne definito 11 «processo del secolo». Un dibattimento importante e delicato non solo per la celebrità della persona del Pontefice che 1113 maggio di quattro anni fa rimase ferito nell'attentato di piazza San Pietro, ma anche per le conseguenze che la sua conclusione potrebbe portare sul piano internazionale e diplomatico. Accusati Infatti di aver armato la mano di AU Agca, in quel pomeriggio di maggio ro gli uomini dell'attengiudicato Jelio Kolev Vasslliev, un colonnello dell'esercito bulgaro, ex segretario dell'addetto militare in Italia, e Teodor Ayvazov ex cassiere dell'ambasciata bulgara a Roma, tornati entrambi per. tempo in patria dopo l'attentato al papa. Assente anche Orai Celik, un turco di ventisei anni anch'egli presente, secondo l'accusa, in piazza San Pietro quel 13 maggio ed ora latitante, e Bekir Celenk, 50 anni, boss della mafia turca, in stato di fermo a Sofia. Un processo atteso, dunque, dal quale ci si aspetta la conferma o la smentita ai numerosi indizi raccolti dai giudici italiani in tre anni di tato a Papa Wojtyla dindagini e che hanno condotto alla pista bulgara, alla famosa «bulgarian connection», subito dopo le prime clamorose ammissioni del .killer pentito di Giovanni Paolo II, 11 turco All Agca, già condannato in primo grado all'ergastolo. Una pista che ha già sollevato polemiche su polemiche In campo internazionale con violenti scambi di accuse specie da parte dei Paesi dell'Est nei confronti della magistratura italiana. Proprio in questi giorni 1 giornali sovietici hanno dato il via ad una martellante campagna di stampa definendo quello che avrà inizio al Foro Italico «un el 13 maggio 1981 in processo politico» che si inserisce nella «lotta ideologica e propagandistica contemporanea» tesa a dimostrare «l'appoggio di Mosca al terrorismo internazionale». Per la Corte d'assise, presieduta dal giudice Severino Santlaplchl e per 11 pubblico ministero Antonio Marini, il compito non si presenta dunque dei più facili, anzi. A rendere più complesso un più sereno svolgimento del giudizio, alle polemiche si è aggiunto un inevitabile interesse da parte dell'opinione pubblica internazionale. Attraverso la presenza nell'aula del Poro Italico di circa cinquecento giornalisti e ope¬ pia/za San Pietro ratori Tv, provenienti da di-, versi Paesi, gli occhi di tutto il mondo saranno puntati nelle prossime settimane sul processo di Roma. Per là prima volta in un'aula di giustizia italiana funzionerà un servizio di traduzione simultanea in turco, bulgaro e inglese. Il servizio d'ordine — è stato assicurato — sarà ancora più accurato di quelli allestiti nei passati mega-processi di terrorismo, proprio per evitare spiacevoli sorprese o malaugurate provocazioni. DI sorprese, però, c'è chi dice se ne avranno nel corso del dibattimento: non tutte le carte sarebbero già state scoperte, specie da parte della, difesa. r. c.

Luoghi citati: Europa, Germania, Italia, Mosca, Roma, Sofia, Svizzera