COMANDA IL CANNONE A BEIRUT NON SI GOVERNA

Un'altra notte, un'altra giornata di sangue tra missili e bombe Un'altra notte, un'altra giornata di sangue tra missili e bombe COMANDA IL CANNONE A BEIRUT NON SI GOVERNA Suo fratello è presidente della Repubblica islamica Iran: sonila di Khameney fuggila con / iinque figli 11 governo non è riuscito nemmeno a riunire il «Comitato per la sicurezza» per varare un cessate il fuoco - Smentita su un attentato contro Gemayel nel palazzo presidenziale - Jumblatt chiede un'alleanza chiara con la Siria - Le truppe di Damasco interverranno una volta completato il ritiro degli israeliani prietario, la moglie e due figli sono rimasti gravemente feriti. I mortai dei cristiani, a loro volta, si sono accaniti su Beirut Ovest e sui sobborghi. Il .Comitato di sicurezza», di cui i cristiani avevano chiesto la convocazione urgente per negoziare il cessate 11 fuoco, non si è ancora riunito. Tuttavia secondo il giornale di sinistra «Al Liwa. la proposta delle .Forze libanesi, è stata giudicata .interessante, dal capo del movimento armato sciita .Amai», Nabih Berrl. .Questa iniziativa è estremamente importante e merita il nostro rispetto-, ha dichiarato ad .Al Liwa. una fonte vicina a Berri. .Tuttavia — ha aggiunto — speravamo che venisse da parte di BEIRUT — Non ha fatto tacere il cannone in Libano la tregua offerta sabato a musulmani e drusi dàlie «Forze libanesi., le milizie cristiane che si sono dette disposte a chiudere il loro ufficio a Gerusalemme e a ritirare i combattenti dal Sud del Libano. Nella notte tra sabato e ieri, una battaglia di artiglierie ha provocalo almeno tre morti e oltre venti feriti. I musulmani hanno bombardato 11 settore Est della capitale e il litorale a Nord, fino alla località residenziale di Antelias. Verso l'alba una ventina di missili .Grad. hanno colpito i quartieri cristiani. Secondo la radio falangista una casa è stata distrutta dalle fiamme: il pro¬ qualcuno le cui mani non fossero macchiate del sangue di innocenti.. L'espressione si riferisce al nuovo comandante delle •Forze libanesi. Elie Hobeika, che ha proposto la tregua. 11 quale è stato indicato dal rapporto Kahane come il principale autore del massacro di Sabra e Chatila nel 1982. Il capo dei drusi Walid Jumblatt non ha risposto alla proposta di Hobeika, ma in un comizio tenuto ieri ha sostenuto .la necessità di continuare la lotta contro il regime dei privilegi e della corruzione.. Ha chiesto .una soluzione politica radicale, con 1' estirpazione del virus falangista e il processo dei responsabili di massacri in seno al regime, all'esercito e ai suoi maledetti servizi segreti». Jumblatt ha condannato •la collaborazione sospetta (dei cristiano-conservatori libanesi) con Israele e le forze atlantiche» e chiesto «una alleanza chiara con la Siria». A Damasco, l'iniziativa delle «Forze libanesi» non ha trovato replica, ma il giornale governativo «Tishrln» ha criticato duramente il progetto di neutralità del Libano attribuito al patriarca maronita Antonios Khoreish, che avrebbe chiesto l'appoggio del Papa. «Il Libano — scrive il giornale — non è mai stato e non può essere neutrale e la soluzione della crisi non può venire dall'esterno. Questa affermazione è necessaria per rispondere alle voci che si sono levate in Occidente per chiedere la neutralità del Libano e difendere non già 1 cristiani libanesi ma il progetto sionista di spartizione del Paese». La Sirla, secondo fonti concordanti, non intende intervenire per far cessare i combattimenti a Beirut prima che tutte le forze Israeliane siano uscite dal Libano e la milizia del generale Antoine Lahad se ne sia andata dalla città di Jezzin. Lahad si è riunito ieri con i notabili della città e sta trattando 11 ritiro. A proteggere 1 cristiani di Jezzin verrebbe mandata una pomparla dell'esercito libanese. L'aviazione Israeliana è tornata intanto a sorvolare i monti del Libano, dove la contraerea siriana ha aperto il fuoco. La presidenza della Repubblica libanese, inoltre, ha smentito le voci di un attentato contro il presidente Amin Gemayel riprese ieri mattina da Radio Beirut. L'emittente, riportando voci che circolavano nella capitale, aveva affermato che alcuni colpi di «Rpg», un lancia-razzi usato dai guerriglieri libanesi, erano stati sparati contro l'appartamento privato del presidente nel palazzo di Baabda. I! capo dello Stato — aveva aggiunto Radio Beirut — si trovava in un'altra ala del palazzo e l'attentato non ha provocato feriti. «La presidenza della Repubblica — dice un comunicato ufficiale — smentisce categoricamente che colpi di una qualunque arma da fuoco siano stati esplosi contro il palazzo di Baabda». Infine, un gruppo di guerriglieri ha circondato ieri mattina nell'aeroporto di Beirut un acreo che si apprestava a decollare alla volta di Parigi e ha rapito uno dei passeggeri, secondo quanto afferma la ■Voce del Libano libero», radio delle milizie cristiane. Secondo la radio, l'uomo rapito è Abu Mohammed Harem, un dirigente del movimento nasserlano dei «Morabitun» nel Sud del Libano. Da Damasco invece giunge notizia che le autorità israeliane oggi rimettono in libertà oltre mille prigionieri palestinesi e libanesi in cambio del rilascio di tre militari israeliani detenuti dai guerriglieri palestinesi del «Fplpcg». In sei giorni ha raggiunto il marito esiliato a Baghdad - La donna ha tenuto nascosta la dinamica della fuga - «Sino a due anni fa sostenevo la rivoluzione khomeinista, ma gli orrori del regime mi hanno fatto cambiare idea» LONDRA — Badrl Khameney, sorella del presidente iraniano Ali Khameney, ha dichiarato in una Intervista pubblicata sul •Sunday Times- nel numero di oggi che, sotto la direzione dell'ayatollah Khomeini, la rivoluzione islamica si sta trasformando nel suo Paese in uno spaventoso bagno di sangue per 1 contestatori del regime. Fuggita illegalmente dal suo Paese (con 1 cinque figli) per riunirsi con il marito, lo sceicco All Tehrani esiliato a Bagdad, Badri Khameney ha dichiarato all'intervistatore di essere stata una entusiasta sostenitrice della rivoluzione islamica fino a due anni fa, quando cioè gli orrori del regime le hanno fatto cambiare idea. «Hanno arrestato e giusti¬ Lo si è appreso da fonti dello stesso .Fronte popolare per la liberazione della Palestina - comando generale» che fa capo a Ahmed Jibrll. Lo scambio, che i guerriglieri hanno denominato «Operazione Galilea», è stato concordato indirettamente attraverso il comitato internazionale della Croce Rossa. «Operazione Galilea» verrà attuata In tre fasi distinte e in tre diverse località: Ginevra, Kuncitra sulle alture di Golan, e Israele. I tre soldati israeliani saranno rimessi in libertà nella città elvetica, dove è previsto anche il rilascio di circa 600 prigionieri palestinesi e libanesi che fino a poco tempo fa erano stati rinchiusi nel campo di detenzione di Ansar. ziato venti dei mei amici — ella ha detto — e hanno ucciso uno studente in una maniera particolarmente spaventosa, estraendogli prima tutto il sangue dal corpo e poi tagliandogli le gambe per poggiarle infine sul suo petto. Era stato accusato di essere coinvolto nell'assassinio di un candidato al parlamento ma non c'era alcuna prova contro di lui.. La sorella del presidente iraniano, che ora si trova a Bagdad, ha detto che nel suo Paese si fa sempre più vivo il dissenso della popolazione contro la guerra, nonostante la dura repressione della polizia. •Khomeini sta diffondendo la parola di Dio con la forza — ella ha detto — 7nipHaia di persone sono giustiziate nel nome dell'Islam ma ciò è contro la nostra religione-. Il marito della donna, Ali Tehrani, ha affermato da parte sua di sapere che l'ayatollah Khomeini starebbe ora agendo per eliminare tutti 1 suoi oppositori nell'ambito del clero anche nella stretta cerchia dei grandi ayatollah (quattro in tutto) del suo stesso rango. Dei suol cinque fratelli e sorelle, Badri Khameney era più vicina ad Ali, il quale le aveva insegnato a scrivere e l'aveva educata leggendole poesie. Quando suo marito espatriò Ali non accolse la sua richiesta di farle ottenere il passaporto per sè ed i figli. In seguito, attraverso un Intermediarlo, essa si mise in contatto con 11 figlio di Kho¬ meini, Ahmed, il quale le fece sapere di non essere in posizione di poterla aiutare. • Gli dissi che quando lo Scià era al potere, Renza Pahlevl gli diede il passaporto per recarsi a visitare il padre che viveva in esilio. Gli dissi che il suo regime era peggiore di quello dello Scià-, ha concluso la Khameney. Il viaggio della Khameney verso Bagdad per ricongiungersi al marito è durato sei giorni. Ma non è trapelata nessuna notizia sulle tappe e sul modo in cui s'è svolto. La donna ha paura di rivelarlo e anzi ha aggiunto: «Non potrò più tornare a Teheran finché l'ayatollah Khomeini resterà in vita-. Chi fugge dall'Iran è terrorizzato e la paura rimane anche all'estero.