L'Ascoli può ancora sperare

Battendo con fatica la Cremonese i marchigiani difendono l'ultima possibilità di salvezza Battendo con fatica la Cremonese i marchigiani difendono l'ultima possibilità di salvezza L'Ascoli può ancora sperare Avellino ipnotizzato dal Como In svantaggio per 1-2 al 69% la squadra di Boskov ha ribaltato il risultato portandosi a due punti dal Como - Per restare in A deve vincere domenica a San. Siro sperando in una sconfitta dei lari ani Ascoli-Cremonese ASCOLI (all. Colauttl): Corti 7; Schiavi 5, Nicollni 6; Menlchlnl 5, Bogonl Sfi, (ÌV Sabadinl s.v.), Iachlni 5,5, (46' Cltterio 5) ; Agostini 5,5, Marchetti 6, Cantaruttt 6, Dirceu 5,5, Hernandez 6. CREMONESE (all. Mondonlco): Rigamonti 6,5; Montorfano 5,5, Galvani 6,5; Mazzoni 5,5, (58* Pancherl 5), Galbaglnt 5,5, Garzllll 6; Vigano 6, Bonoml 6, Meluso 6, (62' Juary 6), Benclna 6, Finardl 5,5. Arbitro: Casarln 7. Reti: 12' Cantaruttl, 26' Meluso, 69' Juary, 72' Hernandez, 82' Nicollni. dal nostro Inviato ANGELO CA In tal caso, la differenza reti (e naturalmente di punti) risulterebbe azzerata e, anche in virtù delle vittorie ottenute negli scontri diretti (una ciascuno), sarebbe necessario ricorrere a quella specie di roulette russa che è lo spareggio. E poiché slamo nel terreno del fantacalcio, non è prudente pensare che l'Ascoli riesca addirittura a vincere con più di una rete di differenza a Milano; sempre che il Como cada In casa. Ma siccome la logica dei tifosi spesso sa soffocare la fiamma della speranza, il loro commiato dallo stadio è triste e si trasforma in una silenziosa processione. ASCOLI — Soltanto un miracolo può salvare l'Ascoli dalla retrocessione. Lo stesso presidente Rozzi si esprime in termini di rassegnazione, pur accarezzando gli ultimi spiccioli di speranza. Raccontiamo perciò un pomeriggio di vittoria, che quasi certamente non servirà alla squadra di Boskov per restare in serie A. Leggendo, infatti, le voci specifiche della classifica, balza evidente che ai marchigiani non resta altro che aggrapparsi disperatamente ad un'ipotesi: vincere per 1 a 0 a San Siro contro l'Inter e sperare che il Milan batta il Como almeno con analogo punteggio. I tifosi, dal più pacati a quelli più turbolenti, trovano comunque un modo comune per confessare il loro rammarico: la sconfitta subita in casa dall'Udinese, due settimane fa, è l'ultima causa specifica della retrocessione. Senza quell'incredibile caduta, al di là dei meriti dei friulani, oggi le aspirazioni ascolane non sarebbero ridotte ad un piccolo cumulo di cenere. II comportamento del pubblico, lungo 90 minuti pieni di chiaroscuri, è passato dall'indifferenza (soltanto apparente, sia chiaro, dal momento che nel cuore dei fans non è possibile leggere) all'amore che torna improvviso, ad ondate irregolari e secondo i risvolti,, a volte drammatici, della partita. Al 69', per esempio, quando l'ex ascolano Juary mette a segno in contropiede il gol del 2-1 che porta in vantaggio la Cremonese, lo stadio applaude subito 11 brasiliano e poi piomba in un agghiacciante silenzio. Il destino, a quel punto, sembra consumarsi definitivamente. 3-2 ROLI Poi l'uno-due di Hernandez e di Nicollni, con la gente che riprende animo e fiducia. Ma raccontiamo dall'inizio' l'altalena di vicende che hanno fabbricato questo 3-2 pieno di suspense. Innanzitutto, diclamo che l'Ascoli dà spesso la sensazione di essere più portato al.fioretto che alla sciabola (stesso destino sembra aver frenato quest'anno la Cremonese), un'arma che nel calcio non paga troppo quando si respira l'aria pesante della bassa classifica. Ci sono, infatti, uomini che non reggono due tempi (Dirceu) a fianco di elementi che hanno dato tutto per la maglia che indossano (Nicollni); altri si prodigano con- alacre generosità (Hernandez) in ogni zona del campo, in evidente contrasto con chi, come Cantaruttl, appena passato 11 pallone ad un compagno pensa più a fare «'narciso per la bella giocata eseguita che ad occuparsi dello sviluppo dello schema. Al secondo minuto c'è subito un palo colpito da Dirceu. Si prevede una goleada. In effetti, dopo un brivido corso per salvataggio di Corti su Bonoml (8'), l'Ascoli passa al 12' con una deviazione di Cantaruttl su traversone dalla destra di Dirceu. La curva 8ud, solo per un attimo, rinuncia allo sciopero e applaude, anche se tiene riposti tamburi e bandiere. La Cremonese gioca meglio, è più organica attraverso schemi corali. Via etere giunge intanto la notizia del gol del Como all'Avellino. L'Ascoli va allora avanti a singhiozzi, è quasi senz'anima e sbaglia con Hernandez (17', bello però l'intervento di Rigamonti), e con Iachini (21'). E la Cremonese lo punisce di rapina con Meluso, svelto fra tante statue marchigiane. Capita al 26', proprio quando I transistor annunciano che l'Avellino ha pareggiato con II Como. C'è da disperarsi. Ma la gente, che fischia e applaude a seconda degli eventi, non si scoraggia. Sbaglia Agostini (27') ed è bravo Corti a salvare la porta da azione profonde di Bonoml e di Meluso (35' e 37'). L'I a 1 è indigesto assai. Il pallone finisce nella curva Nord e si assiste a una disputa fra supporters locali: c'è, chi non vorrebbe rimandarlo in campo e chi si oppone, amorevolmente, a quell'idea assurda. Al 50' Cantaruttl fallisce 'un'occasione incredibile non optando per la soluzione immediata. Rigamonti gli toglie la palla. Fischi arrivano da ogni settore. Come detto in precedenza, Juary, entrato da sette minuti, porta in vantaggio al 69' la Cremonese. I giochi sono Irreparabili per l'Ascoli. La gente più che sconfortata sembra incapace di fronte a quello spettacolo di passività. Una strana paresi sembra attanagliarli. Ma al 72' Hernandez; fra, 1 piùrvivi in campbptroya: ìò spunto del 2-2: un gol segnato con un bel sinistro rasoterra. La squadra ha come un sussulto e, dieci minuti dopo, raccoglie con Nicolini (che realizza con la pianta del piede destro, e di rapina, in mischia) il sospirato 3-2. Il pubblico ci accende e torna a sperare. Ma basterà la speranza? La matematica dice di si, ma non la logica, che in questo frangente è un giudice molto più attendibile. Il pareggio, voluto dagli ospiti e gradito agli irpini, è stato condotto in «addormentata» a centro campo - Dai gol-prodezza di due terzini l Avellino-Como complicità di Lanese, mai troppo fiscale, si è arrivati alla fine. Con il caldo per la prima volta soffocante, fosse stata una partita vera ne avremmo viste delle belle. L'Avellino non è più la squadra abbastanza brillante, senz'altro reattiva, del girone d'andata, quando costruì la sua bancapunti. Questa, del calo progressivo, oggi è una delle accuse che i dirigenti muovono a Valentin Angelino, che pure ha messo insieme una stagione senza troppi patemi d'animo, malgrado un parco giocatori sicuramente non eccezionale. Questo ed altri addebiti fanno pensare ad un avvicendamento nella conduzione tecnica. Angelillo non ha fortuna nemmeno quando i risultati gli danno pienamente ragione, ed è difficile capire che cosa frulli per la testa di certi responsabili di società. L'Avellino perderà fra breve anche il direttore sportivo Marino, che ha condotto le ultime campagne acquisti, Barbadillo (infortunato, ma comunque bloccato dall'editto Sordillo) resterà sicuramente, mentre potrebbe partire Diaz, abbastanza richiesto, anche se ieri, privo della sua spalla naturale, è stato praticamente dimenticato dai 1-1 AVELLINO (all. Angelino): Paradisi 6; Garutl 6, (48' Lucarelli 6), Vullo 6; Ferronl C, Amodio 6, Zandona 6; Pecoraro 6, (20' De Napoli 6), Tagliaferri 6, Diaz 6, Colomba 6, Colombo 6. COMO (all. Bianchi): Giuliani 6; Tempestili! 6, Gùerrlni 6; Centi 6, Alblero 6, Bruno 6; Muller 6, (46' Gobbo 6), Todesco 6, Cornellusson 6, (65' Morblduccl 6), Matteoll 6, Fusi 6. Abi L 6 Arbitro: Lanese 6. Reti: 16' Guerrlnl, 26' Vullo. dal nostro Inviato GIORGIO VIGLINO AVELLINO — I grandi problemi di sopravvivenza di due diseredati in odor di retrocessione dall'avvio di stagione sembrano essersi risolti ieri, con una giornata di anticipo sulla fine del campionato; poteva essere uno scontro drammatico tra Avellino e Como, ed è stato invece un giocar di fioretto per tener lontana la palla dalle due aree, nel tacito consenso del pareggio. Doveva essere 0-0 ed è stato invece 1-1, per l'eccessivo eelo di due terzini, prima il ruvido Querrlni (lS'f capace di un pallonetto vincente su un taglia-fuori di Corneliusson, poi l'altrettanto atletico Vullo (26') autore di un destraccio al volo su un corner allungato. Tutto qui, nell'arco di SO' giocati rigorosamente in coppia da 18 giocatori su 22, secondo un'arcaica marcatura a uomo, alla quale si è adattato persino un ex fuoriclasse come Hansl Mueller. Un orecchio al risultato di Ascoli, uno sguardo sempre più preoccupato ai tifosi che piovevano in campo alla spicciolata per un'invasione compietata all'80', e con la buona Angelillo cambia squadra? n porto con una gara le uniche emozioni n o a l i a compagni e annullato da Tempestali. Sarà ceduto De. Napoli, troppo appetito dal mercato, e sarà partenza importante. Angelillo ieri voleva risparmiare il suo ragazzo, d'oro, ma ha dovuto metterlo in campo in tutta fretta dopo' 20' a sostituire l'incerto Pecoraro per cambiare l'andazzo della partita e poter rimontare il gol, casuale fin che volete ma importante, di Guerrini. E' finita una stagione e già si comincia a soffrire per: quella che verrà, non meno, difficile, non meno risicata,' malgrado l'appoggio schietto e totale di un pubblico che vive fin troppo da vicino i problemi della propria squadra. n Como ha ancora qualche rischio teorico, ma con l'ultima partita in casa e con l'Ascoli impegnato in una trasferta difficilissima a San Siro, è ormai certo di aver disputato il primo e pia difficile anno, quello successivo alla promozione. Bianchi ha fatto] giocare al suoi, anche ad Avellino, un calcio controlla-' ttssimo, disponendo a centrocampo la rete fitta dei suoi uomini, tutti bravi, qualcuno eccellente come Matteoll, e tanto è bastato per mantenere il controllo della partita, al di là di maliziose interpretazioni di accordo, che era san-cito, senza parole, dall'identità dell'obiettivo. Anche la squadra larlana si appresta ad un largo rinnovamento. Bianchi va via, ma è sua la scelta, e l'approdo dovrebbe essere proprio in Campania, nella grande Napoli.Per lidi diversi- partiranno Matteoll, Fusi, il portiere Giuliani e probabilmente anche il tedesco Mueller. Tutto da rifare, quindi, con la con-' ; sapevolezza però di poter af- ■ frontare il massimo campionato senea complessi d'inferiorità nel confronti di alcuno. Una partita atipica, senza' toni drammatici ma con un annuncio rosa o celeste al 77'; ■ «Il signor Scognamllio torni subito a casa, a Torre Annunziata. Nessun problema,, adesso è padre». Auguri! Ma non era forse meglio restare in cllnica, a vivere da vicino un evento un poco più importante?