Shultz e Gromyko preparano il vertice Reagan-Gorbaciov

Nella capitale austriaca riprende domani il dialogo iniziato a Ginevra Nella capitale austriaca riprende domani il dialogo iniziato a Ginevra A Vienna si aprì Falba della distensione Shultz e Gromyko preparano il vertice Reagqn-Gorbaciov L'occasione sarà la cerimonia per il trentesimo anniversario del trattato che restituì la sovranità all'Austria - Discuteranno anche dei rapporti Est-Ovest e del disarmo dreottl, che ha In programma incontri con Shultz, Gromyko, col ministro degli Esteri Jugoslavo Dlzdarevlc e con l'ex segretario generale delle. Nazioni Unite, Kurt Waldhelm. Alla cerimonia di mercoledì mattina nel Castello del Belvedere sono attesi anche 11 segretario generale del Consiglio d'Europa, Marcelino Oreja, il presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Karl Ahrens e 11 presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, Paul Lusaka. La contemporanea presenza a Vienna di un cosi alto numero di personalità politiche ha fatto scattare un gigantesco piano di misure di sicurezza in tutta la città. Oltre 1500 poliziotti in abiti civili e in divisa vigileranno notte e giorno sull'Incolumità degli ospiti. VIENNA — Rapporti EstOvest, disarmo, preparazione di un prossimo vertice Reagan-Oorbaclov saranno con ogni probabilità I temi principali dell'incontro di domani a Vienna tra 1 ministri degli Esteri americano e sovietico George Shultz e Andrej Gromyko. I capi della diplomazia delle due superpotenze, che si erano incontrati l'ultima volta ai primi di gennaio a Ginevra, avranno, come previsto, due colloqui martedì pomeriggio nelle sedi delle rispettive ambasciate. Che non si tratterà di un Incontro formale ed esclusivamente protocollare lo dimostra 11 fatto che della delegazione americana — che avrà il suo quartier generale all'Hotel Hilton, dove ha riservato 126 camere — faranno parte anche esperti quali Paul Nitze e l'ambasciatore designato a Bonn, Richard Burt. vietica, Gromyko, giungerà invece nella capitale austriaca domani mattina e si tratterrà anche giovedì per ripartire venerdì mattina. Sia Shultz che Gromyko avranno una serie di incontri bilaterali con gli altri ministri degli Esteri che saranno' a Vienna per l'occasione. Saranno presenti I quattro ministri degli Esteri delle potenze firmatarie del trattato (oltre a Shultz e Gromyko, il britannico sir Geoffrey Howe e il francese Roland Dumas) c i ministri degli Esteri del Paesi confinanti con l'Austria: Ralf Dlzdarevlc (Jugoslavia), Pierre Aubert (Svizzera), Peter Varkonyi (Ungheria), Bohoulav Chnoupek (Cecoslovacchia). Hans Dietrich Genscher (Rfg), óltre al primo ministro del Liechtenstein, Hans Brunhart. Per 1' Italia sarà presente il ministro degli Esteri Giulio An- di ALDO RIZZO Gromyko, che alloggerà nella sede della rappresentanza diplomatica sovietica, avrà al suo fianco, con ogni probabilità, il capo della sezione europea del ministero degli Esteri sovietico, Bondarenko, ma la composizione della delegazione sovietica non è stata ancora resa nota. Shultz giungerà a Vienna oggi proveniente dal Medio Oriente ed assisterà al teatro dell'Opera alla rappresentazione del «Cavaliere della rosa» di Richard Strauss, ospite del ministro degli Esteri austriaco Leopold Gratz. Egli ripartirà mercoledì pomeriggio subito dopo le solenni cerimonie al Castello del Belvedere per il trentesimo anniversario della firma del «trattato di Stato» che restituì la sovranità all'Austria. . Il capo della diplomazia so¬ Quattro mesi dopo l'incontro di Ginevra, clic riapri ufficialmente il dialogo tra le superpotenze. George Shultz c Andrej Gromyko si ritrovano domani a Vienna, per festeggiare il trentesimo anniversario del trattato di pace austriaco, ma soprattutto, per quel che li riguarda, per fare il punto su questa nuova fase, ancora interlocutoria, del «rapporto speciale» tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Il trattato di pace austriaco fu firmato il 15 inaggio 1955 e fu il primo segnale concreto che qualcosa stava cambiando nei rapporti list-Ovest dopo la morte di Stalin. Per la prima c unica volta, c sia pure al prezzo della neutralizzazione dell'Austria, l'Armata Rossa si ritirò da un territorio occupato. Qualcuno sperò clic fosse un precedente per la Germania, ma neutralizzare la Germania non era come neutralizzare l'Austria, erano troppo forti gli interessi contrapposti. S'instaurò tuttavia un nuovo clima, che portò di lì a poco al primo vertice dei quattro Grandi. L'alba della distensione. Che non fu seguila da una giornata serena (in senso slorico), ma da un alternarsi di temporali e di schiarite, fino alla lunga tempesta tra l'Afghanistan e gli euromissili, alla quale, appuntò, Shultz e Gromyko hanno posto fine all'inizio di quest'anno. Ora siamo a un primo bilancio, in quel contesto viennese che fu positivo trent'anni fa. Si dice che il principale compito dei due ministri degli Ksteri sia quello di preparare il vertice» tra Reagan e Gorbaciov>(cósl>'come trent'anni fa, in un mondo non ancora radicalmente «polarizzato') tra le due massime potenze, si preparò quello a quattro, con Francia e Gran Bretagna). Ma, nella nuova situazione, il vertice Usa-Urss appare condizionato, più clic da questioni di clima, o di buona volontà, da specifici e gravi problemi strategici. Dopo l'incontro di gennaio, nella stessa Ginevra, si c aperto e chiuso il primo «round» di quel supcrnegoziato, la cui posta in gioco sono gli equilibri militari, e quindi politici, a cavallo di due millenni. Questo primo «round» non ha prodotto alcun risultato. Tuttavia si può dire che sia stato comunque importante che si tenesse. Però il secondo dovrà produrre, o prefigurare, dei risultati, perché nel frattempo le tecnologie e le loro aggregazioni politico-industriali fanno il loro corso, c si possono creare fatti compiuti, che sarà arduo catalogare in una trattativa diplomatica. La prospettiva, a quel punto, potrebbe essere quella di una reciproca rincorsa senza freni. Il previsto O'supposto vertice autunnale tra Reagan e Gorbaciov avrà un reale senso politico solo se si sarà sbloccata nel frattempo l'«impasse» sulle nuove armi difensive e spaziali: vale a dire se l'Urss avrà accettato lo sviluppo delle ricerche, senza per questo paralizzare il negoziata sulle armi offensive, e se gli Usa avranno reso definitivamente manifesta la volontà di «versare» i risultati di quelle ricerche nel negoziato complessivo, annullando il sospetto di una svolta unilaterale. Shultz e Gromyko non potranno sciogliere in poche ore un nodo tanto complesso, 1119 potranno confermare alcuni segnali positivi, anche fe ancora generici. E c'e anche il Medio Oriente, altro problema storico, di cui ormai si scorge il «nucleo duro», e ci sono altre crisi «regionali» gravi, come il Centro America. Sotto il ciclo della strategia globale e magari stcl'lare, ci sono i territori del confronto politico diretto, i potenziali detonatori della crisi grande. Che Vienna porti fortuna, nel ricordo di trent'anni fa.