Sindaco fa gola di Luca Giurato
Ministri e parlamentari lascerebbero gli incarichi Ministri e parlamentari lascerebbero gli incarichi Sindaco, fa gola Tra i nomi più prestigiosi quelli di Visenrini, Biondi, Degan, Romita, Mammì, Spadolini - L'ultima candidatura è di ieri: anche il vice segretario de, Guido Bodrato, è in corsa per guidare l'amministrazione di Torino - La «Roma politica» non è più un miraggio? ROMA — A sei giorni dalle elezioni, l'elenco dei leader politici che si dichiarano «disponibili» alla poltrona di sindaco si infittisce. A Torino, ieri il vice segretario de Bodrato si è detto pronto ad assumere l'impegno. Il nome dell'autorevole dirigente democristiano si aggiunge a quelli, altrettanto autorevoli, dei ministri Visentlni (prl). Biondi (pli) Degan (de) per Venezia, del ministro Romita (psdi) per Torino, del ministro Mamml (pri), del senatore Signorello (de) e del senatore Berlinguer (pei) per Roma, del vicesegretario del pri Del Pennino per Milano, dove scendono in campo anche Spadolini, Mazzotta, Quercioli. Anche altri due ministri (quello della giustizia Martinazzoli e quello del commercio con l'estero Caprla) sono in lizza per la poltrona di Comuni minori, assieme a una valanga di eurodeputati, senatori e deputati. Che tanti illustri personaggi si dichiarino pronti ad assumere la guida di citta grandi e piccole è anche un segno dei tempi: la gente è sempre più interessata ai problemi amministrativi dei luoghi dove vive e lavora che,] non alle vicende dei «palazzi» romani, che sente estranee Con il passare degli anni, il potere reale, quel decisionismo che Craxi invocava all'inizio della sua esperienza di governo, si è poi lentamente trasferito dalla capitale alla periferia. Non v'è dubbio che. oggi, per molte questioni vitali, conta assai più il sindaco di una grande città che non un parlamentare o un sottosegretario. (E questa osservazione potrebbe estendersi anche a più della metà dei ministri in carica). A Roma, poi, da molto tempo, gli uomini politici vengono poco e assai malvolentieri; tutti, non solo loro, si sono accorti che nella capitale non si vive più bene, e si lavora peggio. Se queste sono realtà sulle quali non ci piove, è pur vero che la stragrande maggioranza dei parlamentari le ha prese troppo alla lettera: alla Camera, le giornate di lavoro effettivo sono ormai Nel psi a Messina concentrate tra il mercoledì e il venerdì mattina, mentre lo stipendio è rimasto uguale oppure è aumentato. Da qui le polemiche sull'assenteismo, sui registri delle presenze e sulle multe. Roma e Montecitorio, dunque, non sono più quel grande traguardo che tutti i politici, dai cavalli di razza al «peones», si proponevano sino a qualche anno fa. Almeno, non sono più traguardi esclusivi. C'è un «ritorno alle origini» più o meno interessato e talvolta la volontà di tenere il piede (anzi, il posto) in due staffe: nel governo e al Comune, a Montecitorio e alla Provincia. Nulla di male: bene, anzi,' se veramente, come ha assicurato Spadolini in tv, a «Tribuna politica», l'esperienza romana del governo e Roma, lunghe co della cosa pubblica verrà portata in Consiglio comunale «dove avrò sempre qualcosa da imparare». Assicurando che tutti i lunedi egli sarà presente in Comune malgrado gli impegni di governo e di partito. Spadolini si è assunto in pubblico un impegno che, se imitato, seguito o addirittura accentuato da molti suoi colleghi, non potrà che essere salutare per tutti. Chi ha alte responsabilità nel governo e in Parlamento, fa bene a creare un saldo cordone con le realtà e le esigenze locali. L'osmosi', se veramente ci sarà, non potrà che essere proficua. Il discorso cambia, e di 180 gradi, se. anziché a un proficuo scambio di esperienze assisteremo, nei prossimi mesi, ad una trasfusione di vizi (tanti) e di virtù (poche) dal de al botteghino del «palazzo» alle varie amministrazioni locali. Di tali «vizi» si sono avute avvisaglie preoccupanti proprio in questa campagna elettorale cosi politicizzata, tanto lontana dai problemi concreti, dalle esigenze reali dei cittadini. Molti leader hanno detto che questa politicizzazione è stata un errore. Altri sostengono invece che era inevitabile. Tra pochi giorni, anche questo dibattito si chiude e vedremo, dai voti e dalle preferenze, chi ha avuto ragione e chi torto. Dal 13 maggio, si dovrebbe comunque tornare con i piedi per terra, alle crude esigenze della amministrazione quotidiana. E' bene che chiunque sia eletto — ministro, segretario, parlamentare — si butti veramente a capofitto nei problemi locali Luca Giurato cinema dove si proie
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