L'Italia del cinema è americana al 50 per cento

L'Italia del cinema è americana al 50 per cento Benigni-Troisi campioni d'incasso, ma nella «hit parade» dei 20 film più visti, solo sei sono nazionali L'Italia del cinema è americana al 50 per cento Anche quest'anno non si realizzerà il «progetto-estate»: occorre tempo per ammodernare le sale - Bene le pellicole straniere di qualità, come «Paris Texas» o «Urla del silenzio» ROMA — Neanche quest'anno, In Italia, si potrà vedere un buon film tra giugno e agosto. Il progetto, Ipotizzato dalle majors d'oltre oceano, di anticipare nei mesi estivi, come avviene In altri Paesi, l'uscita di un certo numero di film-spettacolo americani è stato rinviato di un anno. •Riportare d'estate il pubblico al cinema — dice Paolo Ferrari della Columbia Pictures — è un'operazione che richiede tempo e comporta un lavoro promozionale che non si può improvvisare. Sema contare, poi, che per l'estate imminente non c'era neppure la certezza di avere a disposieione un numero sufficiente di sale con l'impianto d'aria condizionata in buone condizioni. E sema la garanzia delle sale confortevoli è inutile tentare l'esperimento, poiché si finirebbe soltanto con il bruciare lo sfruttamento futuro dei film-. mLa recente approvazione della "legge madre" per il finanziamento delle attività dello spettacolo — continua Ferrari — dovrebbe consentire, attraverso agevolazioni fiscali, anche all'esercizio cinematografico di ammodernare le sue strutture, per cui nel 1986 si potrà finalmente partire con l'operazione "al cinema d'estate" sema i rischi che avremmo corso quest'anno'. Nel frattempo, però, i distributori americani stanno già tastando il mercato estivo avendo deciso di sfruttare Immediatamente l'eco del Festival di Cannes anticipando l'uscita di alcuni film presentati nella kermesse francese: Witness dell'australiano Peter Weir, Blrdy dell'inglese Alan Parker, La rosa purpurea del Cairo dell'americano Woody Alien. E tra qualche settimana entrerà In circolazione anche la riedizione stereo del film di Anthony Mann, Glenn Miller story, che James Stewart e June Allyson hanno pubblicizzato còri'la loro presenza a Cannes. Con queste uscite anticipa- te, che al botteghino sono state premiate dall'Incertezza meteorologica, il cinema americano si è anche quest'anno garantito sul mercato italiano oltre 11 cinquanta per cento degli incassi e degli spettatori della stagione, '84-'85 (al prodotto nazionale è rimasto soltanto 11 34 per cento). Una stagione, quella che sta per concludersi, che per 11 nostro cinema si è chiusa ad aprile, da quando la produzione Italiana ha ritenuto esaurite le sue scorte di novità. D'altra parte quest'anno, stando alla «borsa film» dell'Agls, sono circolate nelle trecento sale di prima visione delle principali città soltanto settanta pellicole italiane contro le 123 americane (nell'84 11 rapporto era di 92 contro 120 e nell'83 di 94 contro 99). Nonostante la flessione produttiva, l'accoppiata Benlgnl-Trolsl, con Non ci resta che piangere, è riuscita egualmente ad assicurarsi il titolo di campione d'incasso, titolo che nelle ultime stagioni era stato appannaggio degli americani con E.T. l'extraterrestre (1983) e Flashdance (1984). L'exploit del duo tosco-partenopeo, esploso durante il periodo natalizio, non deve però trarre in inganno. Per la produzione italiana, il bilancio della stagione '84-'8S si chiude comunque in rosso e 1 risultati di Cannes lo confermano. Bono poche infatti le opere italiane rientrate dei costi con 11 solo sfruttamento delle sale. Per fortuna adesso lo sfruttamento televisivo consente a qualche produttore di pareggiare i conti. Ma è una magra consolazione. Il cinema italiano continua, di anno in anno, a perdere spettatori Italiani. Nel maggio dell'83 nella Hit Parade del venti film più visti c'erano dicci titoli Italiani (da Grand Hotel Excelslor a II conte Tacchla), lo scorso anno scesero ad otto (da La chiave a Fantozzl subisce ancorar e " adèsso "he figurano soltanto sei: Non ci resta che piangere di Benigni e Trolsl, I due carabinieri di Carlo Verdone, Lui è peggio di me di Oldolnl, Phenomena di Argento, Cosi parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo (opera prima) e II ragazzo di campagna del duo Castellano-Pipolo. Stando dunque al verdetto del botteghino 11 genere comico-brillante ha retto ancora, ma non si può certamente parlare di produzione prestigiosa ed esportabile. Anzi, la nostra produzione continua a reggersi su vecchie alchimie imprenditoriali e leggi di mercato superate. Una nota positiva dell'attuale stagione riguarda 1 film di qualità stranieri che finalmente, attraverso le Iniziative di un gruppo di distributori Indipendenti, hanno trovato nuovi spazi. E questa poli¬ tica ha consentito, tra l'altro, che nella Hit Parade del film più visti si inserissero, accanto al Ghostbusters e agli Indiana Jones, opere come Amadeus, Cotton Club e Urla del silenzio. •Quest'anno — sottolinea Manfredi Traxler dell'Academy — c'è stato il caso di Paris, Texas che ha superato al botteghino i due miliardi. E' il primo film di Win Wenders che ha fatto soldi, i precedenti incassavano in Italia due lire e mezzo-. Le scelte coraggiose del distributori Indipendenti o pubblici sono risultate vincenti, tant'è vero che parecchie «opere difficili» sono rientrate del costi: Femme publique di Zulawskl, Le notti della luna piena di Rohmer, Una domenica In campagna di Tavernler, Another Country di Kanlewska, Il quarto uomo di Verhoeven. • Oggi — spiega Manfredi Traxler — si può dire che non ci sono più "opere difficili" perché c'è spazio per tutti e il pubblico giovane riesce a recepire qualsiasi bel film anche di autore sconosciuto. Non bisogna però sbagliare la scelta del locale d'uscita. Con la produzione di qualità abbiamo riconquistato centri in cui dominava la programmazione "a luce rossa" e ricuperato città, come Cagliari, che sembravano perse per il cinema». • C'è ancora tanto da fare soprattutto in provincia — aggiunge Traxler (che nella prossima stagione distribuirà 11 film Jugoslavo vincitore del Cannes '85; —. Ci vuole, però, la collaborazione degli esercenti e sale con le poltrone non sfondate. Ernesto Baldo Daria Nicolodi e Jennifer Connelly in una scena di «Phenomena» • A destra Richard Cere con Diane Lane in «Corion Club»: i due film sono tra 1 venti più visti della stagione