Una festa assurda, non si doveva fare
Una festa assurda, non si doveva fare Tutto il centro invaso da tifosi forsennati che hanno dimenticato troppo presto i morti Una festa assurda, non si doveva fare Coro di clacson e sventolio di bandiere da Porta Nuova a piazza Castello - Via Roma e il centro bloccati dalle forze dell'ordine - Mobilitati quattro mezzi blindati dei carabinieri per, Jfrgfe frpn|e s<a. eventuali disordini Nella Torino' del dolore, nella Torino percossa dal lutto s'è Inserita, ieri sera, la Torino della festa: gioia gridata da migliaia di bocche, sparata in migliaia di mortaretti e razzi e petardi. Dopo la partita, dopo le scene di panico e di morte che la televisione ha gettato in ogni casa, un corteo di almeno 10 mila persone è sclamato da ogni punto della città verso 11 centro. Corso Vittorio, piazza Carlo Felice, via Roma, piazza San Carlo, piazza Castello sono diventate pista d'un carosello forsennato di auto, camion stracarichi di gente, uomini e donne e ragazzi felici nonostante tutto. Il centro s'era preparato allo sfruttamento commerciale d'una possibile vittoria bianconera: sin dalle 19 bancarelle di bandiere, chioschi di bibite e di panini, televisori accesi agli angoli. Un crescendo di folla senza pause con via Roma rosso fuoco sotto 1 bengala. Tutti storditi da una vittoria attesa da anni, tutti accesi da una gioia che, incredibilmente, ha cancellato anche quel doveroso senso di rispetto e di pudore che occorrerebbe avere di fronte alla morte. E mentre una parte della città ribolliva in urla e slogans antl-Liverpool, in strombazzare di clacson e trombette (in piazza S. Carlo ne sono state vendute centinaia) 11 giornale sentiva il polso di quell'altra' parte di Torino: quella che consumava la sua angoscia davanti al televisori frugando tra le facce e 1 corpi travolti dal crollo nello stadio maledetto sperando di non riconoscere nessuno; quella che, con disperazione, tentava di telefonare In Belgio o al ministero degli Esteri; quella che riversava ai nostri telefoni la propria ansia chiedendo se un nome caro fosse negli elenchi delle vittime o dei feriti. Abbiamo pensato soprattutto a questa parte di città quando, dall'altra parte del filo, ci giungeva, oltre alle lacrime di chi implorava noti- zie, 11 frastuono di una festa profana e profanante. In piazza Castello, intanto, arrivavano polizia e carabinieri, mezzi blindati pronti a fronteggiare eventuali disordini. Si bloccavano le vie d'accesso al centro, ma mare di auto e di persone era incontenibile e sembrava d'essere a Rio durante 11 Carnevale. Abbiamo domandato a qualcuno del festeggiami perché questa felicità in un momento cosi buio per Torino. Ecco qualche risposta: 'Mica siamo stati noi a fare quel disastro; «51, va bene, ci sono stati dei morti. Ma adesso c'è la Coppa, mi lasci essere contento.. E via con un tripudio da arena. Di questa sera, fra le tante, ricorderemo una fotografia Quella della sala-tv del Juventus club di via Boglno piena di gente che è scattata in piedi gridando al gol di Platini. In un angolo, lontani mille chilometri con il pensiero, quattro persone pallide come cera accanto a un telefono: a Bruxelles avevano marito e figli partiti con in tasca 1 biglietti per il settore *eeta< dello stadio Heysel. Uno dei molti, chiassosi cortei che hanno attraversato il centro, paralizzando a lungo, nella notte, le strade e le piazze
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