Dal processo contro Antonov nascerà una terza inchiesta? di Guido Rampoldi

Dal processo contro Antonov nascerà una terza inchiesta? Dovrebbe riguardare alcuni turchi legati all'organizzazione fascista dei «Lupi grigi» Dal processo contro Antonov nascerà una terza inchiesta? * — La sollecita il pubblico ministero dopo l'interrogatorio di Omer Bagci che custodì la pistola di Agca ROMA — Dal processo che deve confermare o smentire la «pista bulgara» potrebbe nascere la terza inchiesta sull'attentato al Papa: almeno in partenza riguarderebbe fascisti turchi legati all'organizzazione dei «Lupi grigi», in particolare quattro estremisti già lambiti dall'inchiesta del giudice Martella ma mal inquisiti. Li ha chiamati in causa, nell'interrogatorio di ieri, Omer Bagci, 39 anni, l'emigrato turco che ebbe In custodia la pistola di Agca e che gli restituì a Milano quattro giorni prima dell'attentato. Al termine dell'udienza 11 pubblico ministero Antonio Marini ha chiesto l'invio alla Procura della deposizione di Bagci, per valutare se aprire un nuovo procedimento. L'eventuale inchiesta offrirebbe alla magistratura italiana un trampolino per allargare la scena del «complotto», e un fondamento per interrogare altri estremisti turchi arrestati di recente in Europa e forse legati all'attentato di San Pietro. L'ipotetico versante per ora è solo turco, ma 1 giudici potrebbero cercare di approdare di nuovo, attraverso strade non percorse, alla tesi della «pista bulgara», finora sorretta unicamente dallo screditato Ali Agca. Anche l'attentato al Papa, come altre inchieste famose, si frammenterebbe cosi in inchieste sovrapposte, in verità mal definitive, momenti e sfaccettature di una giustizia in divenire. Omer Bagci è stato arrestato a Kulliken, in Svizzera, dove lavorava come operaio in una fabbrica di vetro. Estradato in Italia in base all'accusa di concorso nell'attentato al Papa, in principio ha negato tutto, per poi confessare. Ieri è tornato davanti alla Corte per raccontare di nuovo quella storia che può costargli l'ergastolo. La pistola, racconta, gli venne consegnata da Agca ad Olten, in Svizzera, dove Bagci lavorava. Una notte gli si presentarono in casa 1 conoscenti Mehmet Inan e Erden Eyup, accompagnati da uno sconosciuto: Agca. Bagci prese in consegna la pistola. Perché la tenne? «Per paura*. Paura di Agca che, realizzò alcuni giorni dopo, era l'assassino superrlcercato in Turchia. Nella storia di quelle settimane e della pistola entrano altri estremisti: Venal Erdal e Oezdemir Vahdettln. I quattro della confessione di Agca sarebbero «lupi grigi», su di loro potrebbe indagare la terza inchiesta. Bagci dice di aver intuito che 1 suol amici facevano parte di un plano, ma di esserne estraneo. Nel tentativo di barcamenarsi tra la giustizia italiana e quella più spiccia del «Lupi grigi», Bagci si è contraddetto più volte. Il suo interrogatorio ha dimostrato comunque che Agca, delirante in aula, è attendibile nel verbali, almeno quando racconta della pistola: la sua versione e quella di Bagci coincidono, entrambe avvalorano l'ipotesi del complotto. Queste tre udienze decretano per ora solo una sconfitta, quella dell'organizzazione del processo, naufragata Ieri in un comico balletto di interpreti. Quello seduto accanto a Bagci, per tradurre dall'italiano al turco e viceversa, viene strapazzato più volte dal presidente della Corte: Indeciso all'inizio, col tempo prende coraggio, ma entra con troppo zelo nella parte, e da l'impressione di interrogare lui Bagci. In una pausa del processo il giovane — si chiama Edmon Kucukkaragos, è armeno — rivendica, risentito, la propria competenza. Garantisce una laurea in legge e studi romani in •turcologia». «Non sono un cervello elettronico, come faccio a tradurre brano per brano se non so guai è il sogget¬ to, il verbo?: Il secondo interprete, una pensionata ultrasessanteiine, dovrebbe tradurre per Antonov: è seduta accanto al funzionario bulgaro, emozionata come una scolaretta. Ha passato una notte insonne, racconterà dopo, ed è arrivata tardi all'udienza, per questo sgridata dal presidente della Corte. «Sipnora, vuol tradurre?'. E la signora risponde con un gorgoglio che si perde: una volta non ha capito, un'altra era distratta, alla terza scena muta il presidente la boccia. E avverte: quattro giorni fa ho chièsto ai ministeri degli Esteri e della Giustizia due interpreti bulgari e due turchi, .lo dico perché si sappia pubblicamente*. Sospensione per sostituire la signora costretta al forfait. Vorrebbe provare come interprete Enrico Del Bello, 58 anni, di cui 1 primi 18 passati in Bulgaria, che non nasconde d'essere il presidente per l'Italia della Lega bulgara per i diritti dell'uomo, un'organizzazione che si batte contro il regime di Sofia. La difesa di Antonov non lo vuole. Alla fine, scartata un'ottuagenaria ed altri candidati per motivi d'opportunità, si trova 11 sostituto. Guido Rampoldi Roma. Il bulgaro Serghei Antonov parla con i suoi legali durante una pausa dell'udienza di ieri