A Teheran sotto le bombe

A Teheran sotto le bombe Il nostro inviato in Iran mentre riesplode la «guerra delle città» A Teheran sotto le bombe L'aereo iracheno arriva puntuale, alle due e un quarto del mattino - Vola altìssimo, per sottrarsi ai colpi della contraerea - Tutte le luci si spengono d'improvviso - Un lungo spazio di silenzio, poi le sirene delle ambulanze impazziscono - Molti dormono all'aperto BAGHDAD — Ventisette tra elicotteri e aerei iracheni hanno compiuto ieri mattina oltre duecento missioni su territori «a Est del fiume Tigri», distruggendo 22 motovedette Iraniane, depositi e altre Infrastrutture militari. Missili e bombe hanno colpito «diversi obiettivi a Teheran». Lo annuncia un comunicato dell'alto comando Iracheno. Secondo la stessa fonte, la contraerea di Baghdad ha abbattuto Inoltre un velivolo iraniano che era entrato nello spazio aereo iracheno. Secondo informazioni di fonte irachena, l'aeronautica di Baghdad ha compiuto Incursioni su Teheran anche nel pomeriggio. Colpite anche le città di Abadan, Itam, Gilan e Garb, e I campi militari di Khanen e Baneh. Non si conosce II numero delle vittime. Radio Teheran ha annunciato che truppe iraniane hanno lanciato missili terraterra contro la capitale Irachena DAL NOSTRO INVIATO TEHERAN — L'aereo iracheno arriva puntuale: alle due e un quarto del mattino. Vola altissimo per sottrarsi alla controaerea, sgancia le sue bombe senza mirare e così accade che piombino su di un quartiere-bene dove gli abitanti son quasi tutti contro il regime, oppure sulla periferia povera la cui gente crede sempre nell'Imam. Ho avuto l'impressione che l'allarme scatti solo dopo l'impatto della prima bomba. Tutte le luci di Teheran, che nel buio (sferruzzato dalle stelle e mitigato da una falce di luna) sfavillano slmili a gemme d'un diadema metafisico, vengono spente di colpo. Proiettili traccianti, bengala, qualche cannonata poco convinta contro il cielo dove l'aereo Iracheno sta oramai virando per tornare alla base. C'è, poi, un lungo spazio di pesante silenzio e, infine, prendono a lamentarsi le sirene delle ambulanze. Quando, col giorno, si va a vedere U palazzo tranciato o le casette spappolate, 1 bulldozer han pressoché sgomberato le macerie, la zona colpita è stata recintata con cura, e 1 superstiti alloggiati nella solita scuola. Qualcuno sostiene che 1 veri superstiti sono stati mandati chissà dove e che a mostrarsi al giornalisti e alla tv siano gli attivisti del cosiddetto partito di Dio, vale a dire gli Hezbollaht. Sarà, ma chi ha fatto guerre e rivoluzioni sa riconoscere la'paura, il suo tanfo inconfondibile fatto di sudore, lacrime, escrementi e calcinacci. Mentre i ragazzini saltellano davanti alle telecamere aprendo le dita a V e sgolandosi a gridare *Combattlamo - combattiamo - vìnceremo - vinceremo», gli uomini accettano volentieri una sigaretta e dicono che Saddam Hussein è una carogna poiché non si colpiscono gli Innocenti nel sonno. Ogni notte le donne vanno a letto vestite, avvolte nello chador perché se dovessero morire 1 loro corpi avranno cosi un aspetto conforme al precetti di modestia dell'Islam. Molti s'erano convinti che la tregua nella guerra delle città sarebbe continuata a lungo sicché ora appaiono sgomenti; è già cominciato, sia pure discretamente, un esodo verso la campagna e non poche famiglie dormono all'addiaccio o in automobile. Ora la domanda è questa: se lo stillicidio del bombardamenti sulle città dovesse protrarsi a lungo è possibile che il fronte interno crolli? Che non piti una dimostrazione popolare contro la guerra (sia pur fomentata dal fedayn) come' quella del 10 aprile nel quartiere povero 13-Aban, ma cento, mille accendano 11 fuoco della rivolta? Le risposte sono di segno opposto. C'é chi sostiene che se al diseredati saltano i nervi essi non esiteranno a scendere in piazza per reclamare la fine della guerra. E KhoIgor Man (Continua a pagina 2 In prima colonna)

Persone citate: Saddam Hussein

Luoghi citati: Baghdad, Iran, Teheran