Se non è comico, non lo vogliamo?

Se non è comico, non lo vogliamo? Quest'anno i film record italiani sono i più disimpegnati. Il fenomeno nel commento di 4 registi Se non è comico, non lo vogliamo? ROMA — Ma davvero solo comico è bello? O meglio: ma davvero se un film italiano non riesce a far sorridere perde immediatamente il consenso del pubblico? Stando alla classifica degli Incassi di questa ultima magra stagione cinematografica, ancora una volta si deve concludere che. sì. se non è comico non lo vogliamo. Fatti i debiti calcoli, stabilito che le cifre non sono assolute perché molti film sono ancora in programmazione, assodato che 1 risultati si riferiscono solo alle prime visioni delle dodici città capozona, guardando il listino pubblicato dal Giornate delio spettacolo, bisogna convincersi che i film Italiani che hanno incassato di più. anche quest'anno, sono quelli interpretati da attori comici. A partire da Non ci resta che piangere della coppia Benigni Troisi, record d'incassi della stagione nonostante la critica, passando via via per I due carabinieri con Verdone e Montesano. Il ragazzo di campagna con Renato Pozzetto. Cosi parlò Bellavista di e con De Crescenzo. Casablanca Casablanca con Nuti e Giuliana De Sio, per finire con Lui è peggio di me diretto da Enrico Oldolni e interpretato dal duo Celentano-Pozzetto. La cinematografia italiana ha dimenticato che si può fare un buon film anche senza strappare incontenibili risate, o invece è il pubblico che lia dimenticato che il divertimento è fatto anche di emozioni, di curiosità, di interesse? Abbiamo provato a rivolgere la domanda a quattro registi di età tra i trenta e I quaranta, appartenenti cioè a quella generazione che si dice sappia comunicare con i giovanissimi che affollano le sale. Due di loro. Carlo Verdone ed Enrico Oldoinl, sono autori di film comici e. in quanto tali, sono entrali nelle classifiche del film più visti; gli altri due, Giuseppe Bertolucci e Salvatore Piscicelli, autori di film che comici non sono e. in quanto tali, non entrati in classifica. Curioso, ma nessuno di loro considera un titolo di inerito della cinematografia italiana questo suo essere tenacemente ancorata al genere comico. Curioso, ma nessuno di loro mostra di stupirsi perché quando il film è straniero piace, o può piacere, a prescindere dalla comicità: è il caso di Paris. Texas di Wenders, di Amadeus di Formati, di Prénom Carnieri di Godard. Tutti, comici e no. parlano invece della crisi di mercato. Se prima l'Italia produceva dueccntocìnquanta film, oggi ne fa un centinaio. Se prima la vita media di un film era di due anni, adesso é scesa a sei mesi, salvo complicazioni. Se prima i produttori guadagnavano abbastanza con 1 film facili per poter rischiare con i film difficili, adesso la levitazione dei costi e la contrazione del pubblico inducono a fare film che, sulla carta, non hanno margini di rischio. Ma c'è dell'altro. Carlo Verdone, autore-attore ma anche regista del film di Natale / due carabinieri, ha una sua lesi mollo personale. -A me pare — dice — che mentre i film comici non parto7io da una premessa ideologica, o filosofica o politica, gli altri finiscono sempre con il contenere un messaggio. Ma il periodo delle masturbazioni intellettuali è finito. Non a caso il miglior momento del cinema italiano è stato quello del 7ieorealismo quando i registi si limitavano a descrlitere quello clic l'edel'ano. Perché non proviamo tutti, autori comici e autori che comici non sono, a guardare daccapo a quello che succede nel Paese per tentare di descriverlo così come ci ap¬ pare?-. La risposta alla domanda di Verdone sembra darla Salvatore Piscicelli approdato al suo terzo film, Blues metropolitano, dopo un lungo e infruttuoso tentativo di girare un film sul terrorismo. -Come mai lio fatto Blues metropolitano e non ho fatto invece quest'altro film? Perché Blues metropolitano, pur non essendo comico, è un film musicale: non turba e non disturba, anzi, grazie alla musica, potrebbe anche diventare un prodotto di successo. Un film sul terrorismo, invece, finisce inevitabilmente per esser considerato un'opera pericolosa, difficile, non commerciale. E dal momento che a produrre film non commerciali è rimasta solo la Rai. una istituzione che per sua natura è assai vigile e prudente su tutti i progetti che passano al suo vaglio, ecco che il film sul terrorismo non sono riuscito a farlo-. La malattia di cui soffre il film serio però non può essere solo la censura di mercato. Se a Piscicelli non e stato concesso di fare il suo film sul terrorismo, a Giuseppe Bertolucci è stato infatti permesso di fare il suo Segreti segreti, anche qui racconto di un caso di eversione politica. Dice Giuseppe Bertolucci: „E' vero, ho fatto Segreti segreti ma, per farlo, ci ho messo quattro anni. Inoltre se non avessi avuto dalla mia il denaro pubblico, dell'Istituto Luce più quello privato di Gianni Minervlni. probabilmente non l'avrei fatto mai. Non ci resta clic piangere, invece, film di cui sono uno dei tre autori insieme a Troisi e Benigni, ha trovato i finanziamenti ancora prima di esser stato scritto. La mia impressione è che è cambiato II modo di andare al cinema. La televisione ha abituato la gente a consumare il prodotto cinematografico in casa, togliendo al film ogni mitologia, ogni fascinaeione, ogni sacralità. E quale film è meno mitico, fascinoso sacro del film comico? Dirò di più. Cosa c'è di più frammentario, slegato, occasionale, simile nel linguaggio al prodotto televisivo, di uno dei tanti film comici allitaliana?: Colpa della televisione quindi se 11 comico vince tutto? Enrico Oldoini, sceneggiatore passato alla regia, nonché record d'Incassi con Lui è peggio di me, nella sua analisi trascura completamente l'elemento televisivo. Spiega: «Un film, per avere successo, deve contare su un richiamo. E il richiamo migliore per il grande pubblico sono gli attori. Ma quali sono i gioimni attori italiani capaci di una recitazione drammatica? Il mercato italiano, che pure ha avuto i suoi Mastrolanni, i suol Giannini i suoi Volontà, oggi sembra impedire a un attore giovane che non sia comico di diventare un divo. E siamo al serpente che si morde la coda. Senza divi i film non si fanno ma i divi di oggi sono solo i comici-. Via col comico allora? Nicnt'affatto. Tutti e quattro, Verdone, Piscicelli, Bertolucci e Oldoini, giurano di non avere nessuna voglia di trasformarsi in forzati della risata. Tutt'altro. Verdone promette che il suo prossimo film non sarà un altro film di Natale. Pisciceli!, sia pure sconfortato, assicura di non volersi arrendere. Oldoinl dichiara che a girare un film su una coppia di comici non c'è sfizio e giura che Invece lui 11 cinema lo fa soltanto per provarci gusto. Giuseppe Bertolucci sostiene che, visto e considerato che tanto se fa un film comico quanto se fa un film serio è ugualmente difficile per lui trovare 1 finanziamenti, farà quello che più gli place. Simonetta Robiony «Non ci resta che piangere» «I due carabinieri» sono i campioni della stagione. Che cosa impedisce ad un film non comico il successo del botteghino? Rispondono Verdone, Oldoini Piscicelli e Giuseppe Bertolucci. Troisi e Benigni in «Non ci resta che piangere», Francesco Nuli e Giuliana De Sio protagonisti di «Casablanca, Casablanca»: i due film sono stali campioni d'incasso

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