Crolla una casa 8 morti a Napoli di Ruggero Conteduca

rolla una casa, 8 morti g Napoli La tragedia forse provocata dall'esplosione di un compressore rolla una casa, 8 morti g Napoli Distrutto un intero nucleo familiare: nonni, genitori, nipotini - Racconta uno dei superstiti: «Ho cercato di trovare un varco tra le macerie, gridavo ma nessuno mi sentiva...» - La palazzina a tre piani da poco ristrutturata - Aperta un'inchiesta: il giudice esamina il rapporto elaborato dai vigili del fuoco - Il sindaco ha proclamato una giornata di lutto cittadino DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Un forte boato, una spaventosa esplosione e la palazzina di tre piani si è aperta e accartocciata su se stessa come un malfermo castello di carte. Lo scoppio, gli abitanti del quartiere lo hanno udito distintamente: era circa l'una e un quarto di notte. I più vicini a via Abate Gioacchino, dove è avvenuto il crollo, si sono buttati giù dal letto e sono corsi in strada per portare i primi soccorsi. Ma c'è stato poco da fare: un intero nucleo familiare, nonni, genitori e nipotini, otto persone in tutto erano rimaste intrappolate sotto le macerie dalle quali poche ore più tardi sono state liberate ormai senza vita. Quasi illesi, invece, altri tre componenti la famiglia: 11 solalo di una delle stanze da letto aveva miracolosamente tenuto e cosi se la sono cavata con poche scalfitture. Per tutta la notte il quartiere di Miano, una zona po- polata all'estrema periferia a Nord della citta, è stato un brulicare di gente. Vigili del fuoco, funzionari della Protezione civile, ambulanze e semplici cittadini che volontariamente erano venuti a dare una mano. Fra urla e lamenti si è lavorato tutta la notte alla luce delle fotoelettriche. «Lo spettacolo — racconterà più tardi uno dei vicini — era raccapricciante. Non sapevamo che fare. Qualcuno ha tentato di scavare tra le macerie. Subito dopo però sono arrft'ari i vigili e ci hanno fatto allontanare». Mariano Carpio, 42 anni, è uno dei tre superstiti. «Potevo muovere soltanto il braccio destro — racconterà in ospedale — ho cercato di scavare, di aprire un varco tra le macerie. Sentiiw fuori la gente che urlava i nostri nomi. Ho gridato anch 'io, ma nessuno mi rispondeva». E' il sesto crollo, a Napoli, negli ultimi anni. Ma questa volta pare proprio che i postumi del terremoto di quattro anni fa non c'entrino affatto. Secondo una prima ricostruzione sulle cause della sciagura fatto dai vigili del fuoco — accorsi in meno di mezz'ora grazie anche alla prontezza di un radioamatore — il crollo sarebbe stato la conseguenza di una forte esplosione. Oltre alle testimonianze quasi unanimi degli abitanti del quartiere ci sarebbero diverse tracce evidenti: le vetrine incassate verso l'interno di un negozio che sorge quasi di fronte e le serrande degli appartamenti vicini «gonfiate» o addirittura uscite dal cardini. Una bombola di gas o qualcosa di più potente? Una donna del quartiere dice di avere udito distintamente l'esplosione, di aver pensato ad un attentato di camorra, la solita auto fatta saltare per avvertimento. I vigili del fuoco e i funzionari della Protezione civile sostengono invece che la causa della potente deflagrazione possa essere stato lo scoppio di uno dei compressori che erano custoditi nell'officina del piano terra. Titolare della bottega è proprio Mariano Carpio, uno dei superstiti, il quale ha però escluso questa possibilità. L'ultima parola spetta ora al magistrato il quale ha già aperto un'inchiesta sui motivi della disgrazia sulla base di un primo rapporto consegnatogli dal vigili del fuoco dal quale risulta fra l'altro che nessuna traccia di bruciature è stata riscontrata fra le macerie. La palazzina era stata da poco ristrutturata: a dirigere i lavori il capostipite, Carmi¬ ne Valllfuoco, un ex muratore di 7.0 anni, che nel '58 l'aveva costruita con le proprie mani proprio per raccogliere in vecchiaia attorno a sé tutti i figli al quali era molto legato. L'anziano muratore, ormal in pensione, occupava insieme alla moglie Maria Di Salvatore, di 65 anni, 11 terzo piano. Al secondo abitava la figlia Giuseppina, di 28 anni, con 11 marito Antonio Martino, 40 anni, e 1 figli Morena e Mirko, di 5 e 3 anni. Domenica sera, ospite in casa Martino era rimasto 11 nipotino Carmine, figlio di Vincenzo Valllfuoco. Gli unici superstiti della, tragedia Antonina Valllfuoco, 39 anni, il marito Mariano Carpio, titolare appunto dell'officina che si trova al plano terra, e 11 figlio quattordicenne Ivo. Una parte del soffitto e del pavimento della stanza In cui dormivano marito e moglie ha retto al crollo e si è trasformata in un provvidenziale angolo di salvataggio. Il figlio Ivo, non appena udito lo scoppio si è precipitato tra le braccia dei genitori, salvandosi; la più piccola Dula, di 11 anni, non è stata invece altrettanto pronta ed è precipitata nel gorgo delle macerie. L'una di notte era passata da pochi minuti. I vigili e le ambulanze sono giunte a tempo di record tanto che poco prima delle due Mariano Carpio, la moglie Antonina ed 11 figlio Ivo venivano ricoverati all'ospedale Nuovo Pellegrino. Il corpiclno di Dula, completamente stra ziato e irriconoscibile è stato l'ultimo ad essere recupera to: erano ormai le 7,45 del mattino. I funerali avranno luogo oggi pomeriggio alle 16. Ieri la giunta, convocata dal sindaco Carlo D'Amato in seduta straordinaria, ha proclamato 11 lutto cittadino. In mattinata 11 sindaco si era recato in via Abate Gioacchino per rendersi conto dell'accaduto e per provvedere, so prattutto, agli abitanti delle due palazzine che sorgono proprio a ridosso di quella crollata. I vigili le avevano fatte sgombrare per precauzione e 28 persone erano rimaste senza tetto. Sono state ospitate provvisoriamente nel campo containers di Mia nella. Ruggero Conteduca ini ' ■■iiiiiiii in ini—Milli < • **/ "mm.%.,wmm&i&'mmim-mm l l ll A) Napoli. 1 vigili del fuoco al lavoro per recuperare i corpi delle vittime nel palazzo crollato (Ansa)

Persone citate: Antonio Martino, Carlo D'amato, Carmi, Maria Di Salvatore, Mariano Carpio, Miano, Milli, Vincenzo Valllfuoco

Luoghi citati: Napoli