Nuove accuse a Tortora

Nuove accuse a Tortora Al processo di Napoli di scena altri camorristi pentiti Nuove accuse a Tortora Catapano spiega: «Non l'ho mai fatto in istruttoria, lo faccio qui in aula» - Racconta: «Il figlio di Cutolo mi confermò che l'ex presentatore era nell'organizzazione» - Altre dichiarazioni dell'imputato Esposito - Venerdì confronto tra Gianni il Bello e l'eurodeputato NAPOLI — Gianni Melluso vuole 11 confronto con Enzo Tortora. E Tortora vuole il confronto con Melluso. Per Diego Marmo, 11 pubblico ministero, sarebbe inutile: •■Già c'è stato in istruttoria, e ai dibattimento le loro posizioni non sono mutate'. Anche il tribunale è orientato cosi. Ma Tortora e Melluso insistono, e allora confronto sia: venerdì prossimo. Un confronto-spettacolo, mentre dal processo arrivano altre voci contro Tortora. Il tema lo inizia Guido Catapano, lo prosegue Vincenzo Esposito. Tortora ascolta, e non commenta. «La parola "pentito" non mi piace. La mia è stata una scelta di vita: ormai nella Nuova Camorra Organizzata si parlava di uccidere gente come se si trattasse di fumare una sigaretta Guido Catapano, 31 anni, di Reggio Emilia, è un ex camorrista molto pacato. Niente a che vedere con Giovanni Pandico e le sue minuziose descrizioni di vizi e vizietti. E nemmeno con la baldanza di Melluso, da ieri protetto dai poliziotti perfino nella gabbia. «Catapano sa quel che dice e sa quel che vuole», riconosce l'avvocato Pisone. Catapano spiega la sua ..scelta di vita», chiarisce come mai non ha parlato durante l'istruttoria: •Io mi sono dissociato otto mesi dopo gli arresti del giugno '83. Poi ho aspettato che i miei familiari fossero al sicuro». E di Enzo Tortora cosa può dire? -Qui, tra gli imputati, pochi hanno capito che le accuse a Tortora in istruttoria non le ho mai fatte. Le faccio qui, adesso, in aula. In istruttoria, se uno accusava Tortora, il giorno dopo tutti i giornali riferivano... E io volevo restarne fuori. Allora, Tortora, non l'ho mai scagionato né accusato». In aula, invece, Catapano si che accusa. Può raccontare, dall'interno della Nco, cosa è accaduto tra quei «cumparlelll» che ignoravano — dice — i contatti tra la camorra di Raffaele Cutolo e l'allora presentatore di Portobello. Cosi, da Alfredo Guarniero Catapano apprende che Tortora non aveva pagato una partita di cocaina: cinquanta milioni, o giù di 11. Cosi, da Roberto Cutolo, il figlio di Raffaele, nel carcere di Pianosa viene a sapere che rapporti c'erano stati; -Roberto mi confermò che il Tortora era stato in contatto con l'Organiszazione». Conferma, poi, quanto già aveva anticipato in una dichiarazione. Dopo gli arresti del 17 giugno '83, la Nco tentò di screditare il grande accusatore Giovanni Pandico. Proprio Catapano ebbe incarico, da Roberto Cutolo, di contattare Raffaele Della Valle, uno dei difensori di Tortora. «Capisce presidente — spiega Catapano —, io sono di Reggio Emilia, la causa è a Napoli, Della Valle è di Monza: che senso aveva, per me, nominare un avvocato che nemmeno conoscevo?». In questo senso: mettere a disposizione di Tortora un maldicente «dossier» su Pandico, I confronti, tra Catapano e altri nove imputati. Ha accusato Bruno Nello, Salvatore Ghisu e un Renato Vallanzasca indomabile nel respingere l'etichetta di «camorrista»: «Per me Cutolo era quello della televisione, il professor Cutolo. Non ho mai avuto a che fare con degli sporcaccioni come voi». Quindi Armando Saccone, Sandro Fusco, Franco Matrone, Mario Astorlna e Tonino D'Anna. Ha dato una mano a Luigi Pediclnl: -E' più che altro una vittima della camorra». Per tutti: 'Nel carcere di Ascoli Piceno entravano detenuti comuni e uscivano camorristi cutolianU. Dopo Catapano, Vincenzo Esposito. Confronti che si concludono con un'uscita a sorpresa. 'Preside, ma perché nessuno mi fa mai parlare n'eopp' a Tortora?». Esposito ha facoltà di parlare. E racconta: 'Già ne avevo riferito nell'83 al giudice istruttore. Quando in carcere si guardava "Portobello" alla televisione, da parecchi ho saputo che Tortora aveva avuto contatti con noi: uno era Pasquale D'Amico. E Roberto Cutolo mi scrisse quand'ero nel carcere di San Severo»; Tortora avrebbe trafficato cocaina, •faceva la spola tra Napoli e il Nord». La lettera di Roberto Cutolo, conclude Esposito, secondo le regole della camorra è andata distrutta. Manca dunque la prova: resta la parola di Vincenzo Esposito, che cosi si somma ad altre di altri. Per Tortora, presente in aula quando Esposito ha chiesto di poter parlare di lui, non è stata una sorpresa piacevole. Si riprende martedì, con altri confronti. E si attende l'udienza di venerdì prossimo, quando 11 confronto sarà tra Tortora e Melluso. Poi 1 testimoni che hanno accusato l'ex presentatore di «Portobello». Da Andrea Villa al pittore Marguttl. Giovanni Cerniti Napoli. Il pentito Gianni Melluso (al centro), che (cine per la sua incolumità, al maxiprocesso contro l;i camorra si è presentato nella gabbia fra due agenti della Digos (Iclcfoto Alfa Press)

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Monza, Napoli, Reggio Emilia, San Severo