Come l'Italia ha scritto la nuova Carta d'Europa di Renato Proni

Come l'Italia ha scrìtto la nuova Carta d'Europa Diritto di veto, poteri del Parlamento, monete Come l'Italia ha scrìtto la nuova Carta d'Europa p , Il documento sarà presentato al Consiglio dei Dieci di Milano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Il 'Progetto di mandato per la conferenza intergovernativa» al fine di rinnovare e potenziare le istituzioni della Cee, del cui testo abbiamo preso visione, non chiede l'immediata abolizione del veto per i governi europei, ma solo «11 miglioramento del processo decisionale del Consiglio e del suol organi e la progressiva estensione del voto a maggioranza». Questa cautela è stata giudicata necessaria dal ministro degli Esteri Giulio Andreotti per evitare di suscitare l'opposizione netta di Paesi come il Regno Unito e la Danimarca, die sono decisi a preservare il diritto di veto per proteggere i loro «interessi vitali» nazionali. Il documento di tre cartelle elaborato dal ministero degli Esteri è stato consegnato la settimana scorsa ai governi della Cee e propone, al Consiglio europeo di Milano, il 28 e il 29 giugno, una decisione sulla convocazione di una conferenza intergovernativa «per negoziare un trattato che realizzi compiutamente nel tempo l'unione europea». Alla conferenza, precisa il documento della presidenza italiana della Cee, parteciperanno gli Stati membri, il Portogallo e la Spagna, e ai suoi lavori saranno associati il Parlamento e la Commissione esecutiva. Le delegazioni dei dodici Paesi saranno vresledute dai rispettivi milistri degli Esteri. La conferemo, infine, presenterà le sue conclusioni entro il 30 novembre 1985, in modo da permettere ai capi di Stato e di governo, in occasione del Consiglio europeo del 3 e 4 dicembre, di adottare le necessarie conclusioni. Il documento propone anche «l'attribuzione al Parla¬ mento europeo di un effettivo potere di co-decisione, nelle materie espressamente definite di natura legislativa, una rldefinizione del suol poteri in materia di bilancio e 11 conferimento del diritto di votare l'investitura della Commissione». Sul piano istituzionale, dunque, la riforma proposta dal governo di Roma non è minimalista né massimalista, ma appare realistica e, anche in questa forma, non sarà facile che venga approvata in tempi brevi, per non parlare di quelli necessari per la sua realizzazione. Il preambolo del documento afferma che si deve arrivare a «una nuova tappa decisiva sulla strada della costruzione europea, con l'obiettivo di realizzare una vera entità politica, vale a dire l'Unione europea». A tal fine, si propone la creazione di uno spazio economico omogeneo mediante «il completamento del mercato interno», il rafforzamento della competitività delle economie europee, la promozione delle convergenze economiche per superare gli squilibri strutturali esistenti tra le regioni della Comunità, la creazione di «una comunità tecnologica mediante un crescente sforzo di cooperazlone tecnica e finanziarla». Il documento propone anche «il potenziamento del sistema monetarlo europeo con l'obiettivo finale di giungere alla sua completa realizzazione» e, naturalmente, la mobilitazione delle risorse necessarie al conseguimento degli obiettivi indicati. L'Italia, in questo documento di lavoro che ha' certamente un plano di obiettivi per l'Europa del Duemila, sollecita inoltre «il perseguimento di una politica estera comune» e la promozione dei valori comuni di civiltà nella tutela dell'ambiente. Le sue politiche già in atto, come quelle dell'agricoltura, delle regioni, dei trasporti, dovranno pure essere rafforzate e allo stesso tempo si dovranno creare nuove aree di collaborazione: la cultura, la sanità, le nuove tecnologie, i giovani, la lotta contro la droga. Non c'é dubbio die questo documento apparirà a taluni come un 'libro dei sogni», di programmazione economica e politica, ma è altrettanto vero che alcuni Paesi, primi fra tutti quelli del Benelux e l'Italia, credono sia giunto il momento di fare compiere all'Europa un salto di qualità per evitare che faccia un balzo all'indietro politicamente ed economi¬ camente. Renato Proni

Persone citate: Giulio Andreotti