Drammatica missione di Andreotti a Beirut squassata dalla battaglia

Drammatica missione di Andreotti a Beirut squassata dalla battaglia Bombe sull'aeroporto: il ministro atterra a Cipro e prosegue in elicottero Drammatica missione di Andreotti a Beirut squassata dalla battaglia Gemayel apprezza la proposta dei Dieci per una nuova Conferenza di conciliazione, ma dice: prima bisogna disarmare tutti - In serata trasferimento a Damasco e primi colloqui BEIRUT — Il ministro degli Esteri Andreotti è giunto ieri a Beirut per incontrare 11 presidente Oemayel. una missione decisa dopo l'appello a una 'autentica» riconciliazione nazionale in Libano rivolto lunedi dai Dieci (l'Italia è presidente di turno della Comunità). Il DC-9 dell'Aeronautica Militare è decollato poco prima delle 9.30 da Clamplno. L'aeroporto della capitale libanese è stato chiuso dopo che. per 11 secondo giorno consecutivo, proiettili d'artiglieria si sono abbattuti sulla pista; l'aereo è sceso a Cipro, e di qui un elicottero dell'esercito libanese ha portato Andreotti al palazzo di Baabda, mentre a pochi chilometri infuriava la sanguinosa battaglia dei campi palestinesi. 'Il denso fumo che si levava dal campi di Sabra e Chatyla — ha commentato 11 ministro degli Esteri — e il rombo frequente del cannone davano una cornice drammatica' al colloquio. Nel tardo pomeriggio, sempre via Cipro, il ministro degli Esteri è partito per Damasco, dove incontrerà anche il capo dello Stato Assad. Oemayel ha spiegato a Andreotti che la nuova Conferenza di riconciliazione nazionale proposta dall'Europa non sarà possibile se prima non si riuscirà a fare tacere i cannoni e a disarmare le milizie in lotta. Il nostro ministro degli Esteri ha escluso la possibilità di un invio di truppe da parte europea — 'il ruolo della Cee è soltanto politico, non può essere militare' — ma ha sottolineato che i Dieci sono disposti a dare un contributo politico perché le parti in lotta possano riprendere il dialogo. .17 Presidente — ha dichiarato Andreotti dopo due ore di colloquio — mi ha illustrato la si^tuazione. Ora abbiamo le idee più chiare. Bisogna trovare il modo di fermare i fucili. Questa sera stessa andrò a Damasco per completare le consultazioni-. Il programma originario prevedeva una sosta a Cipro per la notte. «L'opinione del Presidente — ha proseguito 11 ministro degli Esteri — è che sema un disarmo preventivo non sarà possibile riunire una Conferenza di conciliazione'. A un giornalista che gli ricordava come l'ipotesi di una nuova Conferenza sia stata esclusa anche dal ministro degli Esteri siriano Faruq alSharaa, Andreotti ha replicato: 'Veramente, al-Sharaa ha affermato die la Conferenza non è necessaria, in quanto ve ne è già stata una a Losanna (nel 1984), e adesso si tratta di applicarne le decisioni. Ma nel momento in cui il governo libanese di unità nazionale formato dopo le trattative di Losanna non riesce a riunirsi, bisogna ammettere che rimane molto lavoro da fare*. Sull'aereo che lo portava, in serata, a Damasco, Andreotti ha commentato: 'Un rastrellamento delle armi e delle munizioni come condizione preliminare per la ripresa del dialogo politico mi sembra essere per il presidente Gemayel il problema più urgente, e non è certo la Comunità Europea a poterlo risolvere... Il presidente Gema¬ yel ha apprezzato molto l'interesse che il Consiglio dei ministri della Cee porta al problema del Libano. Egli però ritiene che il popolo libanese e anche gli esponenti politici non avrebbero difficoltà a riconciliarsi, se non vi fossero tante grandi e piccole interferenze esterne, e specialmente se non vi fossero tante armi disseminate un po' dappertutto». Nella capitale siriana. 11 nostro ministro degli Esteri ha subito avuto un colloquio con il collega al-Sharaa, che gli ha consentito di avere «lisi guarirò più completo: la Siria infatti fu chiamata dal porerno di Beirut ad occupare una parte cospicua del Libano, e mi sembra goda di un discreto prestigio qui. Autorevoli esponenti cristiani si sono espressi con me in tal senso-. La visita dovrebbe concludersi oggi.