Fisco più fatti meno parole di T0 Mario DeaglioStefano Lepri

Fisco, più fatti meno parole Fisco, più fatti meno parole Quando i Parlamenti votano leggi di spesa senza votare le corrispondenti leggi di entrata — ha scritto recentemente Milton Friedman, premio Nobel dell'economia — di fatto comprano voti dei cittadini a spese dei cittadini stessi. E' questo il male peggiore dei deficit pubblici: essi incoraggiano l'irresponsabilità politica e il Paese, in fin dei conti, si ritrova più povero. Se applichiamo questo schema alla realtà italiana ci rendiamo agevolmente conto che il nostro mondo politico ha dato prova di grande irresponsabilità negli ultimi mesi, approvando' leggi c leggine di vario genere che hanno aperto un «buco» aggiuntivo di circa 10 mila miliardi nei conti pubblici, «buco» che rischia di ingigantirsi nel 1986 impedendo di fatto qualsiasi controllo sulla spesa pubblica. Di fronte ad una simile situazione, il ministro del Tesoro, Giovanni Goria, ha invocato una «costituzione fiscale», ossia una severa regolamenta- zione giuridica di quanto già prevede la Costituzione italiana ossia l'obbligo del Parlamento di indicare la copertura di ogni nuova spesa. C'è il rischio che, nell'attuale momento economico e politico, questa iniziativa, di per sé ragionevole e addirittura lodevole, abbia effetti contrari alle intenzioni del proponente: si riveli, cioè, un espediente per evitare discorsi più concreti e quindi più spinosi su questioni economiche ammantandoli di concetti giuridici. Parlare oggi di costituzione fiscale implica infatti il rìschio di perder tempo e di impostare in termini giurìdici un problema essenzialmente politico e cioè se esiste o non esiste nel Paese il consenso a continuare sulla strada del rientro dall'inflazione e quindi, per conseguenza, a sottoporsi alle necessarie e dolorose cure relative. Questo consenso è esistito nei fatti negli ultimi due anni ed ha portato l'inflazione italiana sotto il tetto del 10 per cento medio annuo; occorre però verificare se gli italiani, a questo punto, sono disposti ad accettare un'ulteriore, scomodissima, politica, che implica specifici e vistosi tagli alle spese e forse specifici e altrettanto vistosi aumenti delle entrate. E' indispensabile, per garantire la stabilità anche internazionale dell'economia italiana, dare una risposta nei fatti prima delle ferie, ossia nelle prossime 8-9 settimane, che già si profilano dense di avvenimenti quali l'eventuale referendum e l'elezione del Presidente della Repubblica. I tempi tradizionali del dibattito di politica economica, che vogliono che la discussione sulla finanza pubblica si apra solo a vacanze terminate, debbono quest'anno essere nettamente spostati in avanti. Se le risposte saranno positive, il discorso sulla costituzione fiscale potrà sancire un risultato politico di grande rilievo; se la risposta politica non sarà positiva, un eventuale dibattito sulla costituzione fiscale non rappresenterà altro che una perdita di tempo. Occorre rendersi conto che la vera costituzione fiscale deriva dai comportamenti dei politici e dell'opinione pubblica che li elegge. La Gran Bretagna ha vissuto per secoli senza una costituzione scrìtta, ma con una efficacissima tradizione costituzionale. Non è possibile sostituire la norma, sarebbe una pericolosa illusione il ritenere che una costituzione formale possa prendere il posto di comportamenti di fa,t0 Mario Deaglio (A pagina 12 servizio di Stefano Lepri)

Persone citate: Giovanni Goria, Milton Friedman

Luoghi citati: Gran Bretagna