Berlusconi invade la Francia vuole Antenne 1 e il satellite? di Enrico Singer

Berlusconi invade la Francia vuole Antenne 1 e il satellite? i Le «rivelazioni» pubblicate da un giornale di Parigi Berlusconi invade la Francia vuole Antenne 1 e il satellite? PARIGI — L'impero di Berlusconi vuole attraversare le Alpi? La notizia è che * punta al grande mercato delle televisioni private francesi che sta uscendo dalle nebbie delle promesse e dovrebbe, entro l'anno, diventare una realtà con due network nazionali e una sessantina di tv regionali. E" stato un giornale di Parigi, Le Matta, a rivelare ieri che Silvio Berlusconi è entrato nel gioco: un titolo in prima e una pagina intera con la foto del ^gigante dell'audiovisivo italiano» e tanti particolari su un'operazione che il quotidiano (molto vicino al partito di Mitterrand) mostra di prendere sul serio. L'uomo che sarebbe incaricato di sondare le possibilità di penetrazione è Angelo Codlgnoni, uno del dirigenti della Finlmvest, la holding che cura gli interessi di tutta la potenza televisiva di Berlusconi: Canale 5, Italia 1 e Rete Quattro. Codignoni e venuto molte volte a Parigi per prendere contatto con Jacques Pomonti, 11 responsabile della società che gestirà il satellite televisivo francese Tdf-1 che sarà lanciato nell'86 e coprirà una vasta area dell'Europa. Il satellite potrebbe essere utilizzato anche dalle tv di Berlusconi con un risparmio considerevole di spese per 1 ripetitori. Ma non è tutto: Codignoni, secondo Le Matln, ha incontrato in diverse occasioni anche Eric Fery, «pioniere» della televisione privata in Francia (fu il primo ad effettuare trasmissioni-pirata) ed ora aspirante a uno dei canali che saranno autorizzati dallo Stato, n progetto di Fery si chiama .Antenne 1»: per adesso, come le altre stazioni televisive, esiste soltanto sulla carta. E il suo non è nemmeno uno dei plani più solidi. Ma secondo 1 giornali francesi ci sono ben altri pretendenti ai futuri network: dal magnate della stampa Robert Hersant a Radio Europa 1. dal gruppo editoriale Hachette, alle tv di Lussemburgo e Montecarlo (che, tra l'altro, già raggiun¬ gono una parte del territorio francese). Ma con l'eventuale appoggio, tecnico e finanziario, di Berlusconi, anche Fery potrebbe entrare tra i «grandi». Quella delle tv private in Francia è un'avventura appena cominciata. Dopo anni di polemiche, Mitterrand annunciò all'inizio dell'anno che l'audiovisivo avrebbe avuto un nuovo «spazio di libertà». In quattro mesi, il dossier tv ha fatto passi da gigante: l'esperto incaricato di studiare tutti gli aspetti del problema (11 giurista Jean-Denis Bredin) ha consegnato il suo rapporto lunedi scorso e una legge è attesa entro luglio. Parigi non ha voluto seguire l'esempio italiano. Si è preoccupata di dettare le regole del gioco prima di affiancare del privati alle tre reti pubbliche (Tfl, Antenne 2 e Fr-3) e a Canal Plus, una tv a capitale misto autorizzata nell'autunno scorso. Tanta severità e tanta prudenza (l'opposizione parla di •regime di libertà condizionata*) dovrebbero servire ad evitare guerre commerciali, Ma, in realtà, la guerra è cominciata ed è ancora più violenta perché 1 network nazionali, il boccone più ghiotto, saranno soltanto due. La torta di miliardi da dividersi è grande (400 l'anno solo di pubblicità, secondo il rapporto Bredin). Enrico singer