Fantasma all'ultimo piano

Fantasma all'ultimo piano All'Infantile un reparto finito tre anni fa e mai aperto Fantasma all'ultimo piano I locali dovrebbero ospitare il Dipartimento di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica, ma per ora raccolgono polvere - Si fanno operazioni di alto livello, ma si attende un'emodinamica nuova - Ostacoli da superare: difficoltà della burocrazia e scarsa informazione All'ultimo plano dell'ospe-J dale Infantile Regina Margherita c'è un reparto finito, In tutte le strutture murarle; da tre anni e mai aperto: è 11 'a prendere polvere, con qual-. che stanza trasformata in magazzino. Deve ospitare 11' : Dipartimento di cardiologia pediatrica e cardiochirurgia Infantile come 11 Piano sociosanitario della Regione, 1985'1987 definisce l'unione del, due reparti che adesso sono ospiti, per quanto riguarda la .degenza, della Divisione di pediatria. Anzi: la cardiologia non è nemmeno una Divisione, ma,' per ora, un servizio aggregato alla pediatria e 11 suo responsabile, dott. Giovanni Clrlottl, ha il titolo di «aluto». Cosi un bimbo appena operato, magari con un difficile intervento in circolazione extracorporea, dopo la degenza nella rianimazione finisce nel reparto di medicina generale, sia pure sottoposto a tutte le attenzioni e le cure clic il suo caso richiede. Ma operazioni ne fate molte? 'Il prof. Franco Margaglia .— dice Clrlottl — ne fa una sessantina l'anno; la richiesta del Piemonte è di 150-160 e noi siamo in grado di rispondere a questa esigenza». Il Dipartimento è «Centro di riferimento regionale-, vale a dire, quello a cui debbono o dovrebbero far capo tutti i casi gravi che si verificano in Piemonte. 'Difatti stamattina abbiamo operato una bambina di un mese e messo giunta da Asti che oltre al dotto di Botallo aperto (e che abbiamo chiuso) aveva un difetto interventricolare multiplo (sanato temporaneamente con un bendaggio dell'arteria polmonare per ridurre il flusso di sangue al polmone, in un secondo tempo si procederà con l'intervento definitivo)» dicono all'ospedale. Ma questo è un Intervento non grave: più difficili sono ad esemplo quelli per la trasposizione del grossi vasi, cioè per restituire la norma¬ lità circolatoria a bambini nati con l'aorta e la vena polmonari invertite. Un caso non rarissimo «che in genere si opera nel secondo semestre di Vito» dicono all'ospedale. Il «Centro di riferimento» non è però conosciuto come dovrebbe essere, tanto che più di una volta neonati venuti al mondo in maternità anche torinesi, con malformazioni, vengono dirottati presso altri ospedali e passano giorni che talvolta potrebbero anche rivelarsi fatali, prima che trovino lo sbocco giusto. DI chi la colpa di que¬ sta situazione? Reparto pronto da tre anni e mai aperto; lungaggini burocratiche per cui la moderna emodinamica finanziata (1 miliardo e mezzo) nel settembre scorso è ancora di la da venire («£ stiamo ancora aspettante lo strumento per l'ecocardiografia bidimensionale che ormai hanno tutti» dice il dott. Clrlottl); scarsa informazione «fuori» di quel che si fa e si è In grado di fare. La prossima giunta regionale e la prossima Usi avranno un primo campo in cut clmentar- El< Domenico Garbarino

Persone citate: Botallo, Domenico Garbarino, Franco Margaglia, Giovanni Clrlottl

Luoghi citati: Piemonte