Brìtish Leyland ma come finirà? di Piero Casucci

Brìtish Leyland ma come finirà? Problemi in Gran Bretagna Brìtish Leyland ma come finirà? Dopo il salvataggio operato dal governo a suo tempo e costato molto caro al contribuente britannico, e dopo aver ottenuto un utile sia pure modesto (due milioni di sterline nel 1983), la British Leyland è tornata a far parlare di sé in questi ultimi tempi suscitando preoccupazioni sul suo futuro. Il tproblema BL* è cominciato a riemergere con {'annuncio di un passivo di 76 milioni di sterline nell'anno fiscale 1984 e con la difficolti da parte dell'azienda che, come è noto, raggruppa le marche Austin e Rover, di riconquistare una buona posizione sul mercato interno (oggi è del 18-19 per cento). Dominate dalla Ford britannica le vendite di vetture nuove in Gran Bretagna hanno visto la prepotente ascesa della General Motors (Vauxhall) che punta ormai al secondo posto assoluto, un obiettivo non lontano. La BL ha una capacità produttiva di circa 750 mila autovetture l'anno fortemente sottoutilizzata (l'anno scorso ne ha venduto 423 mila) nonostante abbia radicalmente rinnovato la gamma dei modelli in questi ultimi tempi. Il management del gruppo ritiene che per uscire da questa situazione esista un solo modo: continuare a rafforzare le strutture produttive e proseguire sul piano di rinnovamento e a questo scopo ha sottoposto al governo che è di gran lunga il suo maggiore azionista un nuovo piano di potenziamento (prevede un finanziamento di 1800 milioni di sterline) senza del quale il futuro di 40 mila dipendenti sarebbe in pericolo. Politicamente sarebbe itnpossibile abbandonare la British Leyland al suo destino ma è anche molto difficile individuare quale tipo di aiuto accordarle e in che misura. Dei 1800 milioni dUsterlin« richiesti il governo sarebbe propenso a concederne 1550 con un taglio di 250 milioni, cifra corrispondente circa a quella che la BL ritiene necessaria per sviluppare e produrre un nuovo motore e un nuovo cambio da destinarsi ad un profondo rinnovamento della «Metro, previsto per la fine degli Anni Ottanta. La BL respinge l'ipotesi di acquistare motore e cambio dalla Honda perette ritiene essemiale progettarli e costruirli autonomamente. Dicono gli inglesi' che si tratta di una condizione indispensabile «se si vuole clie l'industria inglese continui a mantenere la sua indipendenza». L'impossibilità di raggiungere lo scorso anno gli obiettivi prefissati è stata giustificata con la serie di scioperi che hanno colpito l'azienda in autunno ma i risultati raggiunti nel primo trimestre di quest'anno (18.04 per cento del mercato, vendite per poco più di 90 mila unità) sono addirittura inferiori a quelli del corrispondente periodo dello scorso anno. Quanto alla possibilità di un legame sempre più profondo con la Honda (per ora si prevede lo sviluppo e la produzione in comune di ■ una vettura di prestigio), è significativo die la cerimonia della posa della prima pietra dello stabilimento di Swindon, ove la marca giapponese produrrà motori per proprio conto, sia stata all'ultimo momento ridimensionata. E' anche significativo che parlando in quella circostanza il presidente dell'Austin-Rover abbia detto: •Lavoriamo assieme ma manteniamo la nostra indipendenza, integrità e identità». Un modo per smentire le voci secondo le quali un più profondo coinvolgimento con la Honda si risolverebbe, in pratica, in un inevitabile assorbimento col tempo della Austin, Rover. _. „ Piero Casucci

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