I Sikh sulla strada di Rajiv di Aldo Rizzo

I Sikh sulla strada di Rajiv Un anno dopo la strage del Tempio d'Oro, il figlio di Indirà Gandhi cerca per l'Unione Indiana stabilità e consensi I Sikh sulla strada di Rajiv La comunità «ribelle» del Punjab è forse oggi il principale ostacolo alla soluzione pacifica dei problemi del Paese - L'asse preferenziale con Mosca non può escludere un riavvicinamento a Washington: superata la fase del sottosviluppo, il governo dei «computer boys» ha bisogno degli investimenti e della tecnologia americani - Dai giorni dell'odio alla legge anti-terrorismo , . Rajlv Gandhi è ncll'Urss, per 11 primo del suol viaggi all'estero da quando ha assunto il governo dell'India (a parte un viaggio nella stessa j Mosca, per i funerali di Cernenko). E già questo dice, più dello stesso tenore del colloqui, che 1 sovietici restano la •prima opzione* della politica ^estera indiana, sette mesi dopo l'assassinio di Indirà. Ma il prossimo 11 giugno Rajlv sarà anche a Washington (dopo tappe al Cairo, ad Algeri e a Parigi). E si è da poco conclusa, a New Delhi, una visita di sette giorni del sottosegretario alla Difesa americano, Fred Ikle, dal quale sono venute dichiarazioni piuttosto Impegnative sul futuri rapporti tra gli Stati Uniti e l'Unione Indiana. Ikle ha parlato di «un nuovo capitolo nelle relazioni indo-americane» e ha detto che l'India «è una potenza con la quale potremmo lavorare insieme entro t prossimi dieci o venti anni* e che essa •potrebbe contribuire alla stabilità mondiale come la vedono gli Stati Uniti: Può darsi che Ikle abbia esagerato nelle speranze. Ma sarebbe esagerato anche dire che nulla sia cambiato, o stia per cambiare, nella politica estera indiana. Il vero nodo è il Pakistan, Io Stato musulmano nato dalla divisione, per linee religiose, del vecchio impero britannico, e poi diventato uno stretto alleato degli Stati Uniti. E' soprattutto in odio al Pakistan filo-americano che l'India è diventata amica dell'Urss. Ora Rajlv è convinto che il Pakistan, dopo molti allarmi e segnali vari, abbia veramente fabbricato la prima bomba atomica (col Pakistan, bisogna ricordare, l'India ha combattuto guerre sanguinose per il Kashmir e per il Bengala). Di fronte a questa drammatica novità, l'India ha davanti a sé tre strade. Una è quella di procedere alla fabbricazione delle proprie bombe atomiche (dopo l'esplosione sotterranea sperimentale del 1974, che non avrebbe avuto finora seguiti pratici). Un'altra è quella d'Intensificare la cooperazlo- ne politico-strategica con l'Urss. La terza strada può consistere nel cercare nuovi e migliori rapporti col solo Paese in grado di frenare e di controllare le ambizioni di rivincita del Pakistan •nucleare», e cioè con gli Stati Uniti d'America. C'è un altro motivo, non meno importante, per il figlio e successore d'Indirà, per cercare un dialogo serio con la superpotenza occidentale (nonostante le calorose espressioni usate in questi giorni nel confronti dell'Urss): ed è il bisogno di tecnologia sofisticata e di cospicui capitali d'impresa, per portare avanti il disegno, il grande disegno, di una trasformazione radicale dell'economia indiana, lungo le direttrici-chiave della modernizzazione e della liberalizzazione. Un disegno che fu già in parte dell'ultima Indirà, dopo le illusioni del socialismo e dell'autarchia, e che, Rajlv vorrebbe sviluppare, ' anche se con grande pruden-j za tattica. C'è una cosa, che gli esperti sanno, ma che 11 grande pubblico Ignora, ed è che l'India. Il secondo Paese del mondo per popolazione, per tanto tempo simbolo di sottosviluppo e di povertà, asiatica, ha già subito una trasformazione profonda. Oli indiani per I quali, una generazione fa, si facevano le collette nel mondo occidentale, oggi hanno l'autosufficienza alimentare e una quasl-autonomla energetica. Dispongono di un'industria nucleare e spaziale da «primo mondo». Sono all'avanguardia nel campo della mlcroelettronica. il loro problema, ora, 6 che quanto potevano fare da soli lo hanno fatto (certo, conservando gravi e vistose contraddizioni interne, circa la partecipazione delle varie componenti sociali ed etniche allo sviluppo). Ora hanno bisogno di una collaborazione decisiva nel settori alti della tecnologia e dell'informatica, per portare a termine la modernizzazione, e di non meno importanti investimenti finanziari, per accelerare il decollo economico generale. E per un uomo giovane e pragmatico, come il quarantenne Rajlv Gandhi, e per 1 •computer boys*, come chiamano 1 tecnocrati altret- tanto giovani che egli ha portato con sé al potere, la massima potenza economica e tecnologica del mondo contemporaneo non può non essere un'attrattiva un po' più concreta dell'Urss (la cui amicizia, semmat, può essere fatta pesare tatticamente). Questo spiega, probabilmente, l'ottimismo del sottosegretario Ikle, in apparenza smentito dal colloqui di Mosca, mentre un colosso come l'Ibm prepara un ritorno in grande stile sulla scena indiana, dopo quel «Forelgn Exchange Regulation Act» del 1973 che, limitando al 40 per cento le partecipazioni straniere, aveva «disamorato» le multinazionali del capitale e della tecnologia. Tuttavia, parlando della realtà Immensa e multiforme' dell'Unione Indiana, fra le tensioni ancestrali delle caste, delle etnie e delle fedi religiose, e i contrasti politici e amministrativi quasi incontrollabili, ogni discorso sul futuro diventa fragile e contraddittorio. E infatti, mentre Rajiv è in Russia in attesa di recarsi in America, fra mille implicazioni diplomatiche, che possono comprendere un ritorno dell'India alla guida di un «non allineamento» effettivo, 11 problema più urgente non è se i grandi progetti del figlio di Indirà potranno avere successo, ma se la situazione interna indiana gli consentirà anche soltanto di perseguirli. Le date cruciali di New Delhi, e delle capitali del ventidue Stati indiani, non sono quelle degli incontri di Gandhi con Gorbaclov o con Reagan. La data che hanno in mente tutti gli indiani, e anche chi 11 osserva dall'esterno, è piuttosto quella del 5 giugno, quando sarà un anno dal giorno in cui i reparti speciali dell'esercito presero posizione, a Amritsar, nel Punjab, attorno al Tempio d'Oro del Sikh, per poi farvi irruzione nella notte, uccidendo 1200 discepoli estremisti del Ouru Nanak che, quattro secoli prima, aveva predicato una religione non tanto dissimile da quella degli Indù, e tuttavia drammaticamente 'diversa-, nel conflittuale contesto indiano. Una prima, storica vendetta si consumò il 31 ottobre, con l'assassinio di Indirà. Ne segui un'altra subito dopo, con la caccia al Sikh: stragi, incendi, esecuzioni somma¬ rie. E 1 Sikh di nuovo all'attacco, approssimandosi la viglila di Amritsar: 85 morti tra New Delhi, l'Uttar Pradesh, l'Haryana e 11 Rajastan, In modi particolarmente crudeli, radioline esplosive per Incuriosire 1 passanti, e 1 bambini, nel luoghi di maggiore traffico. Ohe cosa potrà accadere nel primi giorni di giugno? Rajlv, occorre dire, ha fatto' di tutto per spezzare la spirale dell'odio. Nel tentativo di incoraggiare l'ala moderata, o meno Intransigente, del Sikh, ha Istituito una commissione d'Inchiesta per gli eccessi degli Indù, dopo che 1 Sikh avevano ucciso sua madre. Ma è prevalsa comunque* l'ala estremista, 11 moderato Marchand Slngh Longowal si è dimesso dalla presidenza del partito Akall Dahl, 11 partito storico del Sikh, e il suo posto è stato preso, in pratica, da Joglnder Slngh, padre di quel Bhlndranwale (semplifico I nomi), che era stato indicato come 11 Khomelnl del Sikh e mori, ucciso dai soldati di Indirà, nel Tempio d'Oro. Ora sembra prevalere il programma massimalista: fuori tutti gli Indù dal Punjab, tutti I Sikh (13 milioni) dentro un Punjab indipendente. Rajlv, prima di partire per la sua delicata «tournée» tra l'Est e l'Ovest, ha fatto votare dal Parlamento una dura legge anti-terrorismo, che prevede anche la pena di morte, oltre a poteri speciali per la polizia. Nello stesso tempo, Insiste nella ricerca di una soluzione «politica». La domanda finale è se questo basterà. Se basterà per i Sikh, la cui capacità di reclutamento terroristico si è fatta tanto più inquietante, in quanto coinvolge giovani insospettabili un po' in tutta l'Unione (e anche fuori: l'Fbl ha sventato In tempo un macchinoso complotto per assassinare 11 primo ministro in America). Se basterà per le altre minoranze centrifughe e violente. Se basterà, infine, e soprattutto, per lo stesso Rajiv, per 1 suoi progetti generali, che Interessano l'India, l'Asia, gli equilibri del mondo. Aldo Rizzo Amrilsar. In un'immagine dell'aprile '84 un gruppo di sikh armati sorveglia l'ingresso di fedeli nel «tempio d'oro» {Telefoto II pi)

Persone citate: Akall Dahl, Cernenko, Fred Ikle, Gandhi, Marchand Slngh Longowal, Reagan