Addio enigmi gialli di Oreste Del Buono

Addio, enigmi gialli SCREDITATO IL GUANTO DI PARAFFINA Addio, enigmi gialli La notizia è gii stata opportunamente data, ma forse merita qualche riga di commento. Il guanto di paraffina non è più considerato una prova di colpevolezza dalla Cassazione. Non. era una delle prove inconfutabili nell'accertamento di chi avesse potuto sparare a qualcuno? Mi pareva, non lo so di sicuro. Per fortuna, sino a ora non sono stato un frequentatore fisso di aule giudiziarie. Sono semplicemente un lettore appassionalo di gialli, anche se mi domando se ormai non dovrei definirmi un ex lettore appassionato. Il giallo, infatti, è in crisi nella fiction. Agatha Chrìstic, d'accordo, va sempre bene anche in memoriam. Ma tutto il resto? Il Giallo Mondadori non ha più quel bel posto vistoso di piatto in edicola come se fosse una rivista di gran diffusione tipo Panorama. Se c'è una copertina gialla che domina di piatto in edicola è quella del Sion-' do che, occupandosi di fatti reali economici e finanziari, tratta crimini forse peggiori di quelli inventati. Gli autori nuovi non sfondano o addirittura latitano. Prevalgono le riproposte di venerabili nomi, si segnalano i superstiti ragazzi del '99, quelli che credevano ancora nella giusta punizione del delitto e nella differenza incolmabile tra bene e male. Ebbene, in fondo non dovrei essere troppo sorpreso per la contestazione del guanto di paraffina. La ricerca delie impronte digitali sul luogo del delitto ha smesso di contare da un bel pezzo anche nella fiction dei ragazzi del '99. Evidentemente, perché non funziona più nella realtà. O i criminali hanno imparato a non lasciare più impronte o i poliziotti hanno disimparato a prenderle sul serio. 11 risultato è lo stesso. Quando mai si apprende che qualcuno e stato arrestato a causa delle sue impronte digitali? La fiction si è dovuta adeguare. Ma l'importanza del guanto di paraffina resisteva. Aveva un che di misterioso e inesorabile, fatale. Riconfermava l'esistenza del marchio di Caino. E, invece, contrordine: tutto da rifare. Esiste solo, a malapena, il marchio di Abele, ovvero il certificato di decesso per il morto ammazzato. Per forza, con una realtà simile, il giallo £ in crisi nella fiction. Nella realtà il delitto non solo paga, ma strapaga e risulta sempre meno punibile. Certo che ne è 'passato del tempo da quando si credeva addirittura possibile che l'immagine dell'assassino restasse nell'occhio della vittima. Pare incredibile, ma molti omicidi, compresi alcuni immortalati nel Black Museum di Scotland Yard, si prendevano diligentemente la briga di sparare negli occhi delle vittime, temendo che potessero denunciarli. Gli esperti di medicina legale guardavano, guardavano, e guardavano inutilmente in quegli occhi morti. Non hanno mai rintracciato un'immagine impressa nella retina. Oggi il guanto di paraffina esce ugualmente di scena, quasi fosse una superstizione del genere. E quelli che sono stati arrestati e condannati proprio per la prova del guanto di paraffina? Comunque, ormai, una qualche abitudine ai contrordini ce l'abbiamo. Io, almeno, ce l'ho. E si tratta di contrordini di ogni tipo. A esempio, ho saputo che l'acqua borica con cui mi venivan fatti lavare gli occhi da bambino poteva far più male che bene. Che far la spia accusando gli amici non era una cosa vergognosa, come invece mi avevan fatto capire i primi compagni di scuola, ma un'attività sociale e remunerante. Che non è vero che l'alcol serva da disinfettante sicuro, brucia soltanto, £ appena una punizione per chi s'è fatto un graffio malaccorto. Che il partito comunista può non ispirarsi a Marx come la psicoanalisi può non ispirarsi a Freud; e via dicendo. Oreste del Buono La Christie vista da Levine (Copyright »N Y. Rrvicw-Opcri Mundi*)

Persone citate: Agatha Chrìstic, Freud, Levine, Marx