Nell'azienda droga dei fratelli Miano finanzieri corrotti e 300 appartamenti di Beppe Minello
Nell'azienda droga dei fratelli Miano finanzieri corrotti e 300 appartamenti In 33 a giudizio: hanno spacciato 15 chili di eroina ogni mese per sei anni Nell'azienda droga dei fratelli Miano finanzieri corrotti e 300 appartamenti L'inchiesta conclusa grazie alle rivelazioni di quattordici pentiti che hanno anche svelato gli investimenti dell'organizzazione e le protezioni di cui godeva - Scoperto un conto corrente da cui il clan attingeva per pagare gli avvocati Avevano a disposizione 300 alloggi per spostare celermente, in caso di pericolo, armi ed eroina. Stipendiavano agenti della Guardia di Finanza i quali, in cambio, dovevano chiedere il loro permesso prima di arrestare qualcuno. Ogni 20 giorni si dividevano i proventi della vendita della droga (parecchie continaia di milioni) con stipendi (versati anche ai «dipendenti» finiti in carcere) che andavano dai 6 milioni per i gregari ai 20 milioni per ì capi. Da oculati amministratori, destinavano una quota fissa degli introiti a uno speciale fondo da cui attingere per pagare gli avvocati. In questo modo, l'azienda droga che faceva capo ai fratelli Miano, dalla fine degli Anni 70 all'inizio dell'84, ha potuto riversare sul mercato torinese qualcosa come 15 chilogrammi di eroina il mese. Per questo crimine, sintetizzato in «associazione armata per lo spaccio della droga», il giudice istruttore Marilinda Mineccia ha rinviato a giudizio 33 persone. Il magistrato è riuscito a tracciare una mappa dell'or¬ ganizzazione grazie al contributo fornito dalle indagini dei carabinieri del maggiore Lotti e dalle rivelazioni di 14 pentiti. Questi ultimi non si sono limitati a raccontare tutto ciò clie sapevano sul traffico della droga, ma hanno anche messo a nudo 1 crimini di cui si è macchiato il clan del catanesl a Torino e, per questo motivo, la posizione di molti di loro è stata stralciata. I rifornimenti di eroina avvenivano a Milano dove con¬ fluiva' la dròga pirdvìérìicSiter dalla Turchia. I picciotti dei fratelli Miano avevano imparato proprio nel capoluogo lombardo a truccare l'eroina turca, clic, mischiata con acqua e sostanza da taglio, essiccata in forno c triturata in comuni frullatori, assume le caratteristiche (cristalli di colore bruno) della broum sugar, la qualità di droga più apprezzata dai tossicomani Le protezioni erano insospettabili. Un pentito, Pietro Dimo (quello che ha accusato l'ori. Frolò, òsi, di avèr^córiiimlsslonato l'omicidio di Adriano Zampini), ha spiegato come, nell'81, aveva versato 30 milioni al 3 militari della Guardia di Finanza (Antimo Di Lorenzo, Domenico Maiello e Bruno Rettore) che l'avevano sorpreso con 7 etti di droga affinché facessero un rapporto addomesticato. I tre finanzieri, tutti in carcere (la loro posizione è stata stralciata), erano stati poi •assunti» dall'organizzazione in pianta stabile e. da quel momento, avevano ricevuto regolare stipendio per chiedere al Miano chi potevano arrestare - e consigliare le zone di Torino più sicure per spacciare. Un altro pentito ha rivelato l'esistenza di un agente della polizia stradale 11 quale, dietro compenso, forniva al Miano 1 nominativi di persone incensurate e con determinate . caratteristiche fisiche per compilare documenti d'identità falsi. I guadagni, enormi, erano stati investiti, per fare solo alcuni esempi, in una società di pulizie, nell'acquisto di due alberghi, di un mobilificio di Druento, di numerosi alloggi e nella ristrutturazione, pare attraverso una società di comodo, del teatro Colosseo di via Madama Cristina. Innumerevoli poi 1 locali notturni (Jamaica e Le crocodile, ad esemplo) e 1 bar acquistati per essere utilizzati come punto-vendita della droga. I Miano avevano poi piena disponibilità della società Alvini, di Antonino Tommaselli, anche lui rinviato a giudizio, che affittava, per conto di privati ad altri privati, circa 300 appartamenti.' Beppe Minello ' lllll'lltltlllllllllllllllllllllltl<ll MIN ll>!l I IIOM'MIIIII
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