Nei guai Comunità montana ha investito 6 miliardi in Bot di Remo Lugli

Nei guai Comunità montana ha investito 6 miliardi in Bot Piacenza, il tribunale giudicherà l'insolita forma di risparmio Nei guai Comunità montana ha investito 6 miliardi in Bot I consiglieri rinviati a giudizio -1 buoni fruttarono 420 milioni utilizzati per attività sociali Un decreto impone a questi enti di depositare alla Banca d'Italia il denaro a interesse zero dal nostro inviato PIACENZA — Una quarantina di consiglieri della Comunità montana dell'Appennino piacentino hanno ricevuto una comunicazione giudiziaria per l'ipotesi di peculato per distrazione di denaro. Nell'83, in attesa di potere spendere il liquido che era In cassa, il Consiglio deliberò di acquistare del Bot per far fruttare la somma più di quanto essa potesse rendere in banca. Gli interessi furono in parte investiti a vantaggio della Comunità, in parte sono ancora da spendere, ma già con destinazione assegnata. Nessuno ha personalmente inta¬ scato un soldo, ma 11 magistrato ha intravisto nell'operazione un'irregolarità e ha aperto un'inchiesta. Le Comunità montane sono state istituite per legge nel '71. Hanno la finalità di concorrere all'eliminazione degli squilibri di natura sociale ed economica tra le zone montane e il territorio nazionale, di difendere il suolo e di proteggere la natura mediante una serie di interventi. Ricevono sovvenzioni dalle Regioni, dallo Stato e dalla Cee. Gli organi sono il Consiglio, 11 presidente e 11 Comitato esecutivo. Il Consiglio è composto da 80 consiglieri nominati dal Comuni; del Comitato esecutivo, che corrisponde alla giunta, fa parte sia la maggioranza che la minoranza. Nella Comunità montana piacentina la maggioranza è rappresentata da de e psdl, il presidente è Agostino Covati, de. «Quando siamo stati eletti, nell'81 — racconta Covati — c'erano in cassa oltre 6 miliardi di lire, affidati alla tesoreria di una banca locale, a scarso interesse. La precedente amministrazione aveva presentato alla Regione una serie di programmi per interventi in agricoltura. Noi dovevamo istruire queste pratiche, ma prima dt poter arrivare all'attuazione della spesa sarebbero passati molti mesi. Così decidemmo, prima il Comitato esecutivo (8 favorevoli e uno contrarlo), poi il Consiglio (26 favorevoli e 15 contrari) di comperare del Bot». Quel denaro ha fruttato 420 milioni dei quali 60 sono serviti ad integrare i contributi per il trasporto del latte e i rimanenti 360 sono destinati alle forme associative, alla vitivinicoltura e al fondo di solidarietà per la mortalità bovina. Dal settembre '84 un decreto governativo impone che i fondi di tutti questi organismi siano depositati alla Banca d'Italia a interesse zero. Per il passato la legge sulla finanza locale stabiliva di destinare le maggiori entrate, anche dovute ad Interessi, al bilancio normale per 11 60 per cento e al personale per il 40 per cento. «Ritengo — dice 11 presidente —che fosse doveroso compiere questa operazione a favore della Comunità, operazione che, come si può constatare, è stata fatta alla luce del sole. Tra l'altro l'inchiesta è nata in seguito ad una mia presa di posizione. Nel febbraio '84 avevo chiesto al prefetto un'indagine sul nostro economato perché certi conti spiccioli mi sembrava non fossero chiari. Venne un funzionario, controllò^ fece delle considerazioni affermando che sarebbe stato opportuno approfondire l'esame della situazione. Quel testo dell'ispettore fu pubblicato dal giornali locali e il msi lo mandò alla procura della Repubblica che inviò un suo incaricato a rilevare la documentazione relativa al movimento dei Bot. Ora ci sono le comunicazioni giudiziarie indirizzate a tutti l presenti alla riunione del Consiglio che deliberò l'acquisto. Una sorpresa. Ma ho fiducia che si possa riconoscere che abbiamo agito nell'interesse dell'ente che rappresentiamo». Remo Lugli

Persone citate: Agostino Covati, Covati

Luoghi citati: Interessi, Piacenza