La perdita del centro

Lia perdita del centro Lia perdita del centro Siamo lontani dal caso Carrillo o dal caso Marchais. Tuttavia, anche nella retrocessione del pei si. rispecchia la crisi dell'eurocomunismo. Il fenomeno si esprime più nella qualità che non nella quantità dei consensi perduti nell'ultima consultazione. Recuperando Magri e riconquistandosi le simpatie del Manifesto, Natta guadagna poco o nulla nel peso specifico, perde invece molto in respiro politico quando manca l'aggancio con gli strati cosiddetti intermedi. E' nella zona limitrofa, tra il centro e la sinistra, che si sono verificati tutti i determinanti travasi elettorali, è in quella zona che pure il pei ha mietuto i suoi inebrianti massimi storici. Nella stessa zona ora ha urtato contro uno sbarramento nell'irresistibile ascesa verso il potere. Dai tempi di Togliatti, e non solo nella fase eurocomunista, la strategia del pei pun-: tava all'alleanza e all'assorbimento della famosa classe media. La strategia non è cambiata nemmeno questa volta. Soltanto che gli strateghi comunisti non si sono resi conto che il possibile alleato era nel frattempo profondamente cambiato. Non si tratta più della «piccola borghesia» tradizionale, della quale Marx pronosticava la graduale pauperizzazione, c alla quale Togliatti aveva magnanimamente offerto l'alleanza e la tutela storica, nel quadro di uno schema integralista del «mondo del lavoro» in cui la classe operaia deteneva la centralità mentre al pei, sua punta di diamante e suo «intelletto», spettava il ruolo d'avanguardia. La rivoluzione tecnologica in corso produce differenziazioni che avvengono proprio nel mitico mondo del lavoro: nuovi strati sociali nascono dalla stessa classe lavoratrice, rimasta «monolitica» solo nei testi ideologici. Gli interessi del lavoro maFrane Barbieri (Continua a pagina 2 In prima colonna)

Persone citate: Barbieri, Carrillo, Marchais, Marx, Natta, Togliatti