Forti contrasti tra i sindacati Poche speranze per De Michelis di Gian Carlo Fossi

Forti contrasti tra i sindacati Poche speranze per De Michelis Referendum; il ministro propone altri incontri Forti contrasti tra i sindacati Poche speranze per De Michelis Gli industriali disposti al confronto - Lucchini: «I decimali non sono e non possono essere ragione di contrasto, vanno risolti nel quadro generale» ROMA — Una nuova spaccatura tra i sindacati rende ancora più difficile l'ultimo tentativo avviato ieri sera dal ministro del Lavoro, De Michelis, per evitare il referendum comunista sulla scala mobile, ma non ha impedito l'avvio, a partire da questa mattina, di tre «tavoli negoziali» su fisco, orario e salario, con l'obiettivo di arrivare entro tre giorni ad una conclusione, positiva o negativa. Un intervento durissimo di Lama, durante la conferenza stampa tenuta dal pei in mattinata per annunciare la costituzione del «comitato nazionale per il si» («al di là dei quattro punti tagliati — ha affermato 11 leader della Cgll — occorre rimarginare con la trattativa o con 11 referendum la ferita causata dall'intesa del 14 febbraio»), ha provocato reazioni molto aspre di Camiti e Benvenuto, quasi al limite della rottura. Cosi, quando De Michelis ha cominciato alle 18,30 la riunione con folte delegazioni della Cgil. della Cisl e della UH, si è trovato a fronteggiare in un'atmosfera di forte tensione non solo gli strali del sindacati contro la Con1 industria, che aveva consultato poco prima, ma anche le ripercussioni sulla trattativa del contrasti esplosi improvvisamente fra le tre centrali del lavoratori. «Dalla conferenza stampa comunista — aveva dichiarato Camiti — appare evidente che Lama è deciso a fare 11 referendum. Vuol dire che andremo a votare». Benvenuto aveva incalzato: «E' stata una brutta conferenza stampa, perché si corre il rischio di deteriorare perfino i rapporti personali». Lama aveva laconicamente replicato: «Non posso certo impedire a Camiti di pensare che voglio il referendum, né a Benvenuto di fare le sue interpretazioni». Nonostante le frecciate polemiche fra i sindacati De Michelis è riuscito a portare avanti la sua ardua opera di conciliazione e a giungere ad una prima conclusione non trascurabile, date le circostanze. Ottenuto l'assenso di Lama, Camiti e Benvenuto (comunicato a tarda sera alla Confindustrla), il ministro ha aperto 1 tre tavoli negoziali che funzioneranno, da questa mattina, a ritmo serrato: Gorla e Visentinl tenteranno di definire con i sindacati 11 problema del recupero del fiscal drag; De Michelis tratterà con 1 sindacati, su due tavoli distinti, l'orarlo di lavoro e 11 salarlo ovviamente con riferimento alla scala mobile. Contemporaneamente il ministro si terrà a contatto con le delegazioni degli Industriali in vista dell'eventuale «round» decisivo. Entro sabato 11 governo dovrà valutare se ci saranno le condizioni o no per scongiurare il referendum; lo stesso faranno gli esecutivi della Cisl e della UH convocati per dome nlea, mentre quello della Cgil se ne occuperà oggi. Se il tentativo dovesse fallire (ed è tutt'altro che improbabile), lunedi partirà la campagna per 11 referendum sul due fronti contrapposti del «si» e del «no». Molto tiepide le reazioni dei sindacati. Benvenuto: «Siamo entrati con le divisioni e con le divisioni usciamo». Trentini «Non è partito niente. C'è 6olo l'obiettivo di far decollare il negoziato. La danza non potrà durare più di due o tre giorni. Ci sono diverse posizioni non solo tra sindacati e governo e fra sindacati e Confindustrla, ma anche fra le stesse organizzazioni sindacali». In realtà, le divergenze sono rimaste Intatte. Lasciando il suo ufficio alle 21, De Michelis si è recato a Palazzo Chigi per riferire al presidente Craxl, che In mattinata, partecipando al comitato centrale socialista aveva espresso la speranza che si arrivasse ad un'intesa «dato che ci sono alcuni elementi essenziali». Prima di Incontrare Cgll, Cisl e UH, il ministro del Lavoro si era intrattenuto per un'ora e un quarto con le delegazioni della Confindustrla, dell'Intersind. e dell'Asap, guidate rispettivamente da Lucchini, Paci e De Cesaris. Lucchini, al termine del colloquio, aveva dichiarato: «Il ministro ci ha chiesto se siamo disposti a confrontarci con il sindacato sul costo del lavoro suddiviso nelle diverse parti: indicizzazione, orario, fisco. Questa disponibilità l'ha ottenuta». E il nodo del decimali? Lucchini :«I decimali non sono e non possono essere ragione di contrasto perché sono sul tavolo della trattativa e vanno risolti nel quadro generale». Gian Carlo Fossi

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