Superperito per passione

Superperito per passione Alla scoperta di professioni ancora avvolte da un alone di mistero Superperito per passione Aurelio Ghio, 9 mila perìzie alle spalle sulle vicende giudiziarie più avvincenti - Dalle difficoltà dell'inizio alle attuali amarezze In 35 anni di professione ha eseguito, per conto della magistratura o di privati, non meno di 9 mila perizie grafiche, foniche, balistiche. Le conclusioni compaiono nei fascicoli giudiziari più avvincenti degli ultimi decenni, dagli omicidi dell'ing. Codegà (1952), di Maria Teresa Novara (1968), di Martine Bauregard (1969), di Fulvio Magliacani (caso Ballerini-Pan, 1972), agli attentati terroristici, alle disgrazie (cinema Statuto). Tanti anelli di una collana tenuti insieme dal filo dipanato da Aurelio Ghio, 60 anni, moglie e 4 figli, mancato dottore in Agraria, divenuto uno del più noti periti non solo a Torino. Alla soglia della pensione, con l'entusiasmo venuto meno da un «ambiente deteriorato, ma con una passione per il suo lavoro mal incrinatasi, il «superperlto» torinese ripercorre le tappe più significative della professione. Come si diventa periti di Tribunale? .Io sono figlio d'arte. Mio padre, professore di calligrafia, si fece un nome durante II processo BrunerìCanella. Fu chiamato lui ad eseguire la perizia sugli scrìt- ti di Bruneri. Fino a 25 anni non pensavo di continuare la tradizione paterna, volevo laurearmi In Agraria. Tanta passione per quel inondo ma scarse prospettive di lavoro agli inizi degli Anni SO.. Allora? .Volevo emigrare, rinunciai perché mia madre ne avrebbe sofferto troppo. Allora papà mi fece un discorso chiaro: deciditi ragazzo, scegli un lavoro. Se vuol continuare Il mio, ti aiuterò. Accettai.. Da quel giorno la vita di Aurelio Ghio cambia radicalmente. Prima difficoltà: in Italia non esistono corsi per preparare le figure professionali destinate a diventare collaboratori insostituibili dei giudici. Supera l'handicap scegliendo di andare a scuola all'estero, dai grandi maestri europei. Conosce il più prestigioso, Max Frey, di Zurigo. Per 15 anni, Ghio fa la spola Torino-Zurigo, partenza prima dell'alba (in borsa pa¬ nini e tè) per essere dal grande maestro alle 8. Da lui e da altri specialisti (Mally, Werner, Habensbru'ier) scopre il fascino della te.enza grafica, balistica, fonica. Studia e lavora, minimo 12 ore il giorno, sabato e domenica compresi. Per diventare un perfezionista? •No, per sbagliare il meno possibile. Un perito serio deve talora avere il coraggio di dire al magistrata "non posso rispondere al quesito". Non dimentichiamo che dall'esito di una perìzia può dipendere l'assoluzione o la condanna, la libertà o l'ergastolo di un cittadino'. Ricorda casi recenti. Attentato allo stabilimento Fiat Mirafiorl (1978). Dopo 11 rogo, il dubbio: sabotaggio o no? Ghiò e Frey scoprono 11 timer servito per l'attentato. Caso, Orlga (1983). Chi uccise la fotomodella? Fu arrestato un suo amico, Domenico Quinzio, con l'accusa di averle sparato 4 colpi di una pistola, ritrovata. Dopo la perizia. sull'arma, la sorpresa. I 4 proiettili non potevano essere stati sparati da quella pistola fle righe della canna e del bossoli ritrovati non corrispondevano). L'accusato fu rimesso in libertà. Come Ghio giudica la sua categoria? 'Non voglio giudicare, constato. Lo Stato paga un perito 32 mila lire il gior¬ no, per una trasferta 35 mila di rimborso spese. In Italia si diventa periti di Tribunale dopo un esame sommarlo e una volta superato, si può lavorare e per la magistratura e per i privati. C'è da meravigliarsi se taluni si dedicano alle perizie "pubbliche" nel ritagli di tempo o peggio, se subaffittano ti lavoro o se copiano perizie altrui? Siamo seri, meglio creare un albo professionale: i periti del Tribunale lavorino soltanto per la magistratura e vengano pagati adeguatamente.. ' Infine un rammarico: 'Ho rapporti con magistrati di tutta Italia da 30 anni. Ne ho conosciuti e conosco di validissimi, alcuni hanno pagato con la vita la dedizione e ti rispetto per la toga. Ma se è vero che le pecore nere esistono in tutte le categorie, ho l'Impressione che la percentuale di magistrati "strani", poco seri, abbia superato negli ultimi tempi il limite fisiologico. Lo dico con amarezza ma con responsabilità. Non amo i moralisti né le crociate, ma i miei 60 anni mi hanno insegnato che talora btsogna avere il coraggio di pensare a voce alta-. Guido J. Paglia

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