Si dimettono i presidi bocciati «Un'offesa alla nostra dignità» di Clemente Granata

Si dimettono i presidi bocciati « Un'offesa alla nostra dignità » La protesta degli incaricati giudicati inidonei alla prova scritta Si dimettono i presidi bocciati « Un'offesa alla nostra dignità » «L'esame è una lotterìa, non accerta le effettive capacità» - Il ministero avverte: le dimissioni saranno respinte, chi insiste dovrà risponderne anche in sede penale ROMA — I moduli sono già pronti e recitano: -Il sottoscritto, preside incaricato, rassegna le dimissioni per protestare contro le chiusure mentali verso i problemi della categoria ed a tutela della propria dignità umana e professionale-. In provincia di Milano centocinquanta interessati già hanno sottoscritto la dichiarazione e sono decisi a inviarla -al signor Provveditore agli studi-, in provincia di Torino un centinaio di presidi Incaricati sono disposti a imitare i colleghi lombardi. Dalla Liguria e dalla Toscana, dall'Emilia e dal Lazio, dal Veneto e dalia Puglia giungono analoghi segnali d'Inquietudine dovuti al fatto che, in una recente sessione di concorso per preside ordinarlo, una quota rilevante d'incaricati è stata dichiarata Inidonea dopo la prova scritta. Il ministero della Pubblica Istruzione ha lanciato un avvertimento: le dimissioni saranno respinte dai Provveditorati; se, ciò nonostante, i presidi «ribelli» lasciassero il posto potrebbero essere chiamati a rispondere sia in sede amministrativa, sia, eventualmente, in sede penale (abbandono di pubblico servizio). In ogni caso, si osserva, la protesta risulterebbe steri¬ le: le Bostituzloni sarebbero immediate, con l «vicari» pronti a prendere il posto del dimissionari, e gli esami si svolgerebbero ovunque in modo regolare. Ma se la macchina burocratica è pronta a mettersi in moto per evitare che la «rivolta» degli incaricati produca conseguenze negative, rimangono le ragioni di un profondo malessere che attraversa l'intera categoria: circa duemila persone in tutt'Italla, milleduecento dirigenti delle medie inferiori, ottocento delle medie superiori, un quinto circa dei capi d'istituto operanti nel nostro Paese. Che cosa succede? E chi è, innanzi tutto, il preside incaricato? I provveditori all'inizio di ogni anno formano una graduatoria di docenti provvisti di qualificati titoli culturali (per esempio una laurea conseguita con buoni voti o una doppia laurea) e che abbiano anche svolto attività negli organismi collegiali. Dall'elenco si ricavano 1 nomi delle persone destinate a guidare le sedi scolastiche prive di dirigenti ordinari. L'incaricato, che nell'ultimo triennio non abbia conseguito la qualifica di «ottimo», non può essere riconfermato. Sino a qualche tempo fa 1 presidi incaricati potevano diventare ordinari per mezzo di un concorso loro riservato, consistente in una prova orale. Ma il ministero ha deciso di mutare radicalmente indirizzo: sia per l'insegnamento, sia per la dirigenza è abolito ogni tipo di prova riservata. Cosi, per diventare preside occorre superare un concorso (esame scritto e orale) aperto sia ai docenti sia agli incaricati. E ciò nell'intento, espresso più volte dall'amministrazione, di ridare vitalità e prestigio alla scuola. Ora. nella prima prova scritta di questo tipo, si è registrata una falcidia dei candidati: mille ammessi agli orali su cinquemila partecipanti e, di quel mille, solo duecento sono presidi incaricati. Di qui 1 primi sintomi della «ribellione» e la minaccia di abbandonare il posto. Dicono gl'interessati: «Old le sentiamo le battute ironiche: "Eccoli questi bocciati protestare perché non hanno saputo superare una prova severa". Ma questo è il punto: un esame come quello che abbiamo dovuto affrontare è una sorta di lotteria, non una test rigoroso. Il tema era generico e per messo di esso non si poteva accertare l'effettiva idoneità E precisano: -Noi chiediamo criteri di reclutamento seri ed efficienti per la dirigenza scolastica: una formazione pre-servizio, una prova d'esame in cui si tenga conto globalmente dello scritto, dell'orale e del titoli. In tal modo potremmo far valere la professionalità acquisita in anni d'esperienza. Non sono parole retoriche. Dopo tutto, per la conferma dell'incarico, occorre la qualifica di ottimo. Non sono richieste stravaganti: in Europa, compresa quella orientale, e in America i presidi si nomfnono proprio come chiediamo noi. La nostra speranza è che ci siano parlamentari disposti ad ascoltarci-. Clemente Granata