L'accusa chiede severe condanne per il rapimento di Elena Luisi
L'accusa chiede severe condanne per il rapimento di Elena Luisi Lucca, è cominciato ieri il processo-bis: oggi forse la sentenza L'accusa chiede severe condanne per il rapimento di Elena Luisi LUCCA — E' cominciato ieri mattina 11 processo-bis contro Mariano Mazzeo e Giuseppe Iarrera, due degli otto rapitori della piccola Elena Luisi, la bimba sequestrata il 16 ottobre dell'83 a Lugliano e liberata In Sicilia 40 giorni dopo. «Elena che ora ha tre anni accusa ancora qualche problema col fegato e, ogni tanto, qualche difficoltà sul piano psicologico, ma nel complesso sta bene». Lo ha detto ieri la signora Isabella, madre della bimba. Con la signora Isabella c'erano 11 padre di Elena, Rino Luisi, e I nonni materni, Niccolò Cittì e Norma Morgana, che si sono costituiti parte civile. Il processo è cominciato con la discussione su alcune eccezioni preliminari avanza^ te dai difensori, che il tribunale ha comunque respinto nella tarda mattinata, dopo oltre due ore di camera di consiglio, rinviando 11 dibattimento al pomeriggio per l'interrogatorio dei due imputa ti. Mariano Mazzeo è accusato di essere stato uno degli organizzatori del sequestro e di aver rapito materialmente la piccola, alutato da Gaeta¬ no Fugazzotto e Salvatore Alacqua; Giuseppe Iarrera, di avere procurato I due appartamenti a Vulcano e Pace del Mela (Messina) dove Elena venne tenuta prigioniera. I due, allora latitanti, furono condannati nel processo di primo grado (13 gennaio 1984) rispettivamente a 28 e 16 anni di reclusione. La corte d'appello di Firenze il 25 gennaio scorso aveva però annullato la sentenza di primo grado nella parte che li riguardava, per un difetto nella citazione a giudizio, trasmettendo gli atti a Lucca I due Imputati, nel pome- rigglo, hanno confermato quanto avevano già dichiarato ai giudici della corte d'appello. Mariano Mazzeo, in sostanza, aveva ammesso la sua partecipazione al rapimento, cercando però di scrollarsi di dosso l'immagine di «cattivo», che in primo grado era stata delineata dagli altri imputati. Secondo l'accusa era stato lui, nel corso di una serie di telefonate all'avvocato Garlbotti, che teneva I contatti con i rapitori per conto della famiglia, a minacciare che avrebbe «fatto a pezzettini la piccola». L'imputato ha confermato di aver scritto lettere di estorsione e di aver fatto quelle telefonate, ma ha precisato: «Quelle cose cattwe non sarebbero mai state fatte». Giuseppe Iarrera ha invece insistito sulla sua linea difensiva: ha detto di essere assolutamente estraneo al sequestro e di essersi limitato a trovare l'appartamento di Vulcano, dove la piccola era stata tenuta prigioniera, senza conoscere però la destinazione. Dopo gli imputati e le parti civili (una brevissima appari¬ zione; si sono limitati a confermare quanto già detto), sono stati sentiti, in «interrogatorio libero», alcuni degli altri imputati, fra i quali Franco Chillè, forse il personaggio principale della vicenda. Anche Chillè, però, non ha aggiunto niente di rilevante. In serata 11 pubblico ministero, Gabriele Ferro, al termine di una breve requisitoria, ha chiesto la condanna di Mariano Mazzeo a 30 anni di reclusione e di Giuseppe Iarrera a 16 anni e 10 mesi. Sono le stesse richieste avanzate nel corso del processo di primo grado. Secondo il p.m. Ferro 11 primo aveva partecipato In maniera determinante alla decisione e alla realizzazione del sequestro e la sua fuga all' estero non era stata determinata da una volontà di dissociarsi dalla vicenda ma unicamente dal desiderio di sottrarsi alla cattura, che si prò-, filava imminente. Iarrera, Invece, sarebbe intervenuto nella parte finale del rapimento. La sentenza dovrebbe essere emessa nella tarda mattinata.
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