Cl adesso presenta il conto alla dc «Meno invadenza degli enti locali» di Giuseppe Fedi

CI adesso presen ta il con to alla de «Meno invadenza degli enti locali» Intervista a Rocco Buttigliene dopo i successi elettorali CI adesso presen ta il con to alla de «Meno invadenza degli enti locali» ROMA — Che cosa si attende ora Comunione e Liberazione dalla de, dopo aver contribuito al suo recupero elettorale? .Che difenda la libertà di tutti — risponde il filosofo Rocco Buttigllone, uno dei leaders del movimento — anche all'interno degli enti locali; che abbia una concezione non statalistica, burocratica e monopolistica, ma concepisca gli enti locali come strumenti di servizio delle iniziative del stngoli e dei gruppi. Vogliamo, insomma, un ente locale che non pretenda di amministrare la nostra esistenza, ma voglia ampliare gli spazi di libertà di ciascuno e favorire i tentativi della società civile di amministrarsi, rispondendo autonomamente ai propri bisogni-. Rocco Buttigllone, 37 anni, docente di filosofia della politica all'Università di Urbino, è uno dei fondatori di CI e ne è tuttora «l'ideologo», secon do una definizione corrente. Il Movimento popolare, brac> ciò politico di CI, ha partecipato direttamente alle elezio ni e il suo leader, Roberto Formigoni, rivendica al Mo vlmento una buona fetta del successo de, con molti suoi uomini eletti, da Milano a Catania, passando per quasi tutte le principali città. — Prof. Buttigllone, quanto hanno influito le truppe di Comunione e Liberazione nella ripresa del voto cattolico? .Moltissimo e pochissimo con temporanea men te. Mot tisslmo nel creare un clima culturale, relatlvarnente poco dal punto di vista quantitativo, dovuto al fatto che questa volta una parte importante del mondo cattolico ha ritrovato un passaggio facile dalla sua fede all'impegno sociale e politico. Noi abbiamo il merito di aver indicato per primi Il passaggio, cioè la possibilità di essere presenti nella società con il coraggio della propria identità. Questa posizione culturale ha guadagnato terreno nel mondo cattolico e si è trovata provvidenzialmente in consonanza con il convegno di Loreto. Sareb¬ be invece sbagliato pensare che tutti quelli che sono passati attraverso quel varco che abbiamo indicato siano nostri-. — Secondo lei, la de ha superato la crisi? .Dobbiamo partire un po' da lontano, almeno dall'assemblea degli esterni dell'autunno 'SI. E' lì che viene lanciata l'idea di rinnovamento, perché il vecchio modello dt partito di occupazione del potere ei>identemente non regge alla perdita del potere. Subito emergono due ipotesi-, — Quali? .Una dice: in una società secolarizzata e parzialmente scristianizzata la de può sopravvivere solo attenuando o annacquarido la sua ispirazione cristiana. E' il modello di un partito repubblicano di massa, la de polo moderato dello schieramento politico italiano. Questo modello è stato inesso alla prova nelle elezioni politiche del 19S3 ed è fallito.. — E l'altra ipotesi? .Era legata non tanto al rinnovamento della de, quanto ad una ripresa di incidenza del cattolicesimo in Italia. Per questa Ipotesi la scristianizzazione non è un fenomeno irreversibile e II cristianesimo è ancora capace di ricostruire una identità nazionale. Si tratta di Incoraggiare un grande impegno che nasce dalla base e che ha bisogno per svolgersi soprattutto di libertà. Un simile impegno può e deve giungere fino alla sfera sociale e politica. Il rinnovamento della de diventa interessante come uno dei lati di questo nuovo impegno. Ora non direi che la de ha sposato recentemente questa tesi. Certo, le ha dato più spazio che nel passato e i risultati sono stati positivi.. — Lei pensa che un Papa italiano si sarebbe esposto cosi esplicitamente come ha fatto Giovanni Paolo II nel discorso a Loreto, che ha segnato un po' una svolta nell'atteggiamento della Chiesa? .11 progetto di Giovanni Paolo II nelle sue linee fondamentali è esattamente quello di Maritain e di Montini: proporre una nuova cristianità, in cui, nel rispetto della libertà di tutti, la concezione cristiana dell'uomo sia riproposta come termine di riferimento morale, sociale e anche politico. Non una nostalgia di una cristianità passata, ma la convinzione che la fede può far nascere oggi forme nuove di vita per l'uomo. Coloro che hanno abbandonato questa idea non possono reclamare per sé la figura di Paolo VI, né tanto meno opporla a quella di Giovanni Paolo II-. Giuseppe Fedi

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Maritain, Montini, Paolo Vi, Roberto Formigoni, Rocco Buttigliene, Rocco Buttigllone

Luoghi citati: Catania, Italia, Loreto, Milano, Roma