Forte terremoto all'Aquila Torna la paura, strade chiuse di Giuseppe Zaccaria
Forte terremoto all'Aquila Torna la paura, strade chiuse Violente scosse anche nei paesi vicini, oggi niente lezioni Forte terremoto all'Aquila Torna la paura, strade chiuse DAL NOSTRO INVIATO L'AQUILA — Era mezzogiorno e un minuto. In un bar di piazza del Duomo una ragazza coi capelli rossi stava dando il resto a una signora: adesso ricorda solo delle urla, e un cliente che per scappare fuori le ha versato addosso la tazzina del caffè. Un improvviso silenzio, un sordo ruminare di terra, la scossa di terremoto: la gente, in città, l'aspettava, la temeva da giorni. Sesto grado della scala Mercalli: tre, quattro secondi in tutto. Ma già nelle scuole i bidelli si attaccavano alle campanelle, all'ospedale «San Salvatore» gli ammalati saltavano giù 'dai letti, case ed uffici si svuotavano. Tutti fuori, nelle piazze, ad aspettar di capire cosa fosse successo. Da quei momenti di incubo, L'Aquila è uscita solo dopo' un paio d'ore, quando le prime ispezioni hanno cominciato a fornire dati rassicuranti, e le voci che si spargevano sono state ridimensionate. Nessuna vittima, nessun serio danno: qualche cornicione caduto, qualche lesione a vecchi palazzotti che avrebbero dovuto essere abbattuti già da tempo, nessun danno ai monumenti. Ma nonostante le assicurazioni e gli inviti alla tranquillità, molti a sera hanno fatto a meno di rientrare in casa. -E'comprensibile — spiegano in prefettura —. Da giorni, qui, si viveva tutti in una continua tensione. Gli esperti ci avevano rassicurati, pariavario di "sciame sismico" in normale evoluzione, ma la gente aveva già vissuto ofornate di forte tensione, momenti di panico. Sembrava quasi che tutti stessero aspettando una nuova scossa, la più forte. Qualunque cosa, pur di uscire da quella cappa di angoscia...». L'altro ieri, domenica, la terra aveva tremato sei volte in poche ore. Tutti svegli alle 8,37 per la prima «botta» (avvertita anche a Rieti ed Avezzano), poi poco più tardi una scossa sussultorla, brevissima. Ed ancora cosi, col trascorrere delle ore, nella stessa esasperante alternanza: uno scrollone, un movimento sussultorio, poi ancora una scossa da far tremare i muri. La più violenta era stata del quinto grado Mercalli. All'Aquila, e nei paesini che la circondano, continuava a crescere una sorda, logorante attesa. Ma se questo può spiegare la furia, il terrore con cui ieri a mezzogiorno la gente si è riversata ner le strade, tutti ancora da chiarire restano i meccanismi che hanno innescato poi per l'intera giornata un rincorrersi di voci sempre più allarmistiche, e sempre più assurde. «Hanno chiuso al traffico finterò centro storico: dicono che è pericolante»; per smentire questa diceria, ieri pomeriggio 11 prefetto Antonio Bardasso si è visto costretto a interrompere una lunga riunione di esperti e a diffondere un comunicato ufficiale. Il centro storico, all'Aquila, è chiuso da tempo al traffico automobilistico. Solo alcune strade, spiega il comunicato, sono state transennate per il tempo necessario a compiere i sopralluoghi. Le scuole oggi rimarranno chiuse (anche nel paesi vicini al capoluogo). La prefettura si è preoccupata anche di invitare i cittadini «a diffidare di ogni infor- inazione allarmistica diffusa da elementi irresponsabili». All'Aquila, ieri sera, c'è stato chi ha girato la città armato di megafono, gridando alla gente: -Stanotte non dormite a casa, ci saranno altre scosse...». Gli esperti invece invitano alla calma: il peggio, assicurano, è passato, la scossa di ieri ha ormai liberato gran parte dell'energia sismica. Al ministero della Protezione civile, ieri i sismologi della «commissione grandi rischi» hanno esaminato lungamente l'evolversi della situazione. L'epicentro della scossa è stato localizzato ad una ventina di chilometri dal capoluogo, tra le frazioni di San Nicola di Tornimparte e di Oorvara, a brevissima distanza da una lunga galleria dell'autostrada Roma-L'Aquila. In cinque, sei Comuni, alcuni dei quali in provincia di Rieti (Lucoli, Casamaina, Borgorose, Corvaro), la scossa è stata avvertita molto violentemente. ; Le prime ispezioni, comunque, escludono danni sia all'autostrada che nel paesi della provincia. Quattrocento soldati della Brigata «Acqui» sono pronti ad intervenire. Giuseppe Zaccaria A PAGINA 6 Gigantesco incendio al petrolchimico di Priolo
Persone citate: Antonio Bardasso, Mercalli, Priolo
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